ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùGli indicatori di finanza pubblica

Meloni: «I soliti noti vorrebbero un governo tecnico». Pd: «E’ in paranoia»

In particolare per quest’anno l’indebitamento è fissato al 5,3% programmatico (5,2% tendenziale), per il 2024 il deficit programmatico viene fissato al 4,3%, il tendenziale al 3,6%; nel 2025 è al 3,6% (3,4% tendenziale); per poi scendere nel 2026 al 2,9% (nel quadro tendenziale è al 3,1%). Per quanto riguarda il debito, si passa dal 140,2% del Pil nel 2023 al 140,1% nel 2024, 139,9% nel 2025 e 139,6% nel 2026. Lo si evince dalla tabella con gli indicatori di finanza pubblica della Nadef

Nadef, Giorgetti: fatte le cose giuste con grande responsabiltà

2' di lettura

Il deficit dell’Italia scenderà sotto il 3% nel 2026. Lo si evince dalla tabella con gli indicatori di finanza pubblica della Nadef. In particolare per quest’anno l’indebitamento è fissato al 5,3% programmatico (5,2% tendenziale), per il 2024 il deficit programmatico viene fissato al 4,3%, il tendenziale al 3,6%; nel 2025 è al 3,6% (3,4% tendenziale); per poi scendere nel 2026 al 2,9% (nel quadro tendenziale è al 3,1%). Per quanto riguarda il debito, si passa dal 140,2% del Pil nel 2023 al 140,1% nel 2024, 139,9% nel 2025 e 139,6% nel 2026.

Nadef, saldo primario in miglioramento, torna positivo in 2025

Il saldo primario dei conti pubblici italiani, cioè la differenza tra entrate e spese al netto di quelle per interessi sul debito pubblico, tornerà positivo nel 2025 con un progressivo miglioramento rispetto al -3,8% del 2022. Lo si evince dalle tabelle della Nadef. Nel quadro programmatico il saldo primario è previsto al -1,5% del Pil quest’anno, e al -0,2% nel prossimo anno. Sarà positivo nel 2025, allo 0,7% del Pil, per poi salire all’1,6% nel 2026.

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Spread, Meloni: ora scende, investitori hanno letto la Nadef

«Lo spread ha ricominciato a scendere oggi: probabilmente, dopo aver letto alcuni titoli, gli investitori hanno letto anche la Nadef, che racconta dei numeri seri in previsione di una legge di bilancio estremamente seria». Così la premier Giorgia Meloni, interpellata dai cronisti a margine del Med9.

«Soliti noti vorrebbero governo tecnico»

La preoccupazione per l’andamento dello spread, ha rimarcato Meloni, «la vedo soprattutto nei desideri di chi immagina che un governo democraticamente eletto, che sta facendo il suo lavoro, che ha stabilità e una maggioranza forte debba andare a casa per essere sostituito da un Governo che nessuno ha scelto. A me diverte molto il dibattito che già si fa sui nomi dei ministri. Temo che questa speranza non si tradurrà in realtà. L’Italia rimane solida, ha una previsione di crescita superiore alla media europea, anche per il prossimo anno, superiore alla Francia e alla Germania anche il prossimo anno».

Pd: Meloni in paranoia da governo tecnico

“Invece di chiudersi nel bunker in preda alla paranoia da governo tecnico, Giorgia Meloni e i suoi fedelissimi farebbero meglio a impiegare il proprio tempo per la manovra di bilancio. Se il buon giorno si vede dal mattino (la Nadef), le prospettive sono decisamente sconfortanti: l’economia si è fermata e la destra non ha la più pallida idea di come rilanciarla”. Lo scrive in un tweet il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd.

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