Napoli Est, l’Officina che invia i minilaboratori sulla Stazione spaziale
In microgravità
di Davide Madeddu
2' di lettura
Da Napoli allo spazio per studiare l’evoluzione delle cellule o gli effetti delle molecole provenienti dalle vinacce per la prevenzione dell’osteoporosi. Il tutto grazie a dei “Minilab”. Una sorta di valigioni al cui interno vengono inseriti una serie di elementi utili per le diverse ricerche. Proprio i valigioni o minilab vengono progettati e realizzati nell’“Officina dello Spazio”, quella che, situata nella zona industriale di Napoli Est, è stata visitata recentemente dal nobel per la fisica Carlo Rubbia, e viene definita la più grande area allestita nel Mezzogiorno per la progettazione e lo sviluppo di prototipi spaziali per esperimenti in condizione di microgravità.
In quest’area, nell’ambito del Polo tecnologico aerospaziale “Fabbrica dell’innovazione”, che un tempo ha ospitato la direzione della fabbrica metallurgica Mecfond, poi la storica società spaziale Marrscenter, oggi operano la Ali, trasformata lo scorso maggio da società consortile in società per azioni, Space Factory, Marcenter, Endurosat Italia e varie start up. Cosicchè oggi, proprio da questi stabilimenti partono i nuovi strumenti che, dopo alcuni passaggi, finiscono nello spazio.
I valigioni, una volta realizzati e completati con il software diventano dei mini laboratori che partono alla volta della stazione spaziale. Qui vengono inseriti in spazi dedicati e collegati alla fonte energetica per completare, nell’arco di breve tempo, l’esperimento.
Come nel caso dell’esperimento ReADI-FP - REducing Arthritis Dependent Inflammation First Phase, ideato dal professor Geppino Falco del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e ingegnerizzato dal MARSCENTER (sviluppato da Ali e Space Factory) e con un contributo della regione nell’ambito del Por Fesr. Il progetto persegue «l’obiettivo di testare molecole provenienti dalle vinacce (resveratrolo) per la prevenzione dell’osteoporosi nei voli spaziali (un fenomeno molto sentito dagli astronauti), ma utile anche al miglioramento delle terapie di alcune malattie terrestri, in particolare l’osteoporosi, sulla Terra.
Nei giorni scorsi, proprio da da Napoli, sono stati spediti i due MiniLab 1.0, i mini laboratori sviluppati e progettati dal gruppo Spacefactory/Ali verso il centro Spaziale di Houston per la certificazione pre volo da parte della società statunitense Nanoracks, per poi raggiungere, a dicembre, la base Kennedy della Nasa, da dove saranno lanciati a gennaio 2024 sulla Stazione Spaziale Internazionale.
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