G20, approvato il comunicato sull’ambiente. Domani la sfida sul clima
Raggiunta una prima intesa al vertice di Napoli. Ora si passa ai negoziati sulla questione climatica, più spinosa per i paesi membri
dal nostro inviato Alberto Magnani
I punti chiave
3' di lettura
Primo obiettivo centrato. Ora si tratta di passare al secondo, con esiti ancora più incerti. I ministri riuniti a Napoli per il G20 su Ambiente, energia e clima hanno approvato, nel pomeriggio del 22 luglio, il comunicato sull’Ambiente: l’argomento clou della prima delle due giornate di vertice, con sessioni dedicate a risorse da proteggere, economia circolare e finanza sostenibile. La seconda, quella del 23 luglio, sarà dedicata all’emergenza sul clima, un dossier decisamente più scivoloso per l’armonia raggiunta - a fatica - nelle 24 ore iniziali del summit.
Il traguardo di entrambe le giornate è l’approvazione di un comunicato condiviso da tutti i paesi nel club delle 20 economie più ricche del pianeta, per fissare obiettivi e paletti in vista della Conferenza delle Nazioni unite sul clima (COP26) a Glasgow. Il dibattito sull’ambiente era considerato lo scoglio minore, anche se non è trasparso un particolare ottimismo nel corso della giornata. Quello sul clima rischia, invece, di acuire le divergenze interne al G20 su come e se impostare un’azione condivisa contro il riscaldamento climatico.
I 10 punti dell’accordo sul clima...
Il comunicato sull’ambiente approvato il 22 luglio si articola in sette pagine e 25 articoli, con 10 «linee» fondamentali: lo sviluppo di soluzioni naturale, la cura della degradazione del territorio, la sicurezza alimentare, l’uso e la sicurezza dell’acqua, la tutela di mari e oceani, l’inquinamento nei mari, la circolarità delle risorse, la sostenibilità delle città, la formazione per le nuove generazioni e la finanza sostenibile. «È un programma estremamente ambizioso, ma non episodico: i lavori sono iniziati a febbraio» ha spiegato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, parlando ai giornalisti in conferenza stampa. Certo, ha aggiunto, le principali ritrosie saranno affrontate nella seconda giornata. Quando il confronto sul clima farà emergere, con più chiarezza, le divergenze interne al club delle economie ricche.
..e la spaccatura interna al G20 sul clima
Il G20 sconta una spaccatura pregressa fra i target più «ambiziosi» fissati dai membri del G7 (aumento temperatura entro gli 1,5 gradi e neutralità carbonica nel 2050) e quelli più modesti spinti da paesi come Cina, Russia, India e Arabia Saudita, scettici sulle linee guida fissate dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico e sull’ipotesi dell’impatto zero entro tre decenni. Non è un mistero che l’interlocutore più ostico e influente sia la Cina, bacchettata dagli Usa per misure ancora insufficienti rispetto all’emergenza climatica. Ma la delegazione di Pechino partecipa solo da remoto, la stessa scelta adottata dall’India.
Il faccia a faccia Cingolani-Kerry
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha rotto il ghiaccio in mattinata con due bilaterali con John Kerry, inviato sul clima del presidente Usa Joe Biden, e la sua omologa nel governo francese di Emmanuel Macron, la ministra alla Transizione ecologica Barbara Pompili. A quanto si apprende, nel primo faccia a faccia Kerry e Cingolani hanno ribadito l’importanza dell’obiettivo di contenimento a 1,5 gradi centigradi dell’innalzamento delle temperatura e convenuto sull’urgenza di convincere i paesi più «riottosi» a inserire uin riferimento chiaro al target nel comunicato del 23 luglio, la giornata dedicata prevalentemente alla questione climatica. A quanto emerge al vertice, si sta delineando una «strategia comune» fra Italia e Usa, anche sul fronte delle misure che dovrebbero mitigare l’impatto della transizione ecologica sui paesi e categorie più penalizzati.
Cingolani: economia? Non si può tornare al modello pre-Covid
Cingolani ha ribadito la linea della presidenza italiana anche nei saluti introduttivi al summit, sottolineando che è impossibile «ignorare le evidenze scientifiche» del cambiamento climatico. «Gli eventi estremi che abbiamo testimoniato negli ultimi mesi e anche giorni (l’alluvione in Germania, ndr) provano che il nostro sistema sta soffrendo - ha detto - Lo stesso vale per gli ecosistemi naturali e la biodiversità, dove i nostri sforzi non sono serviti finora a rallentare la deriva verso l’estinzione di massa di specie e la distruzione di ecosistemi». Il ministro ha lanciato anche un appello sul versante economico e industriale, invitando a «resistere alla tentazione di ricostruire le economie secondo il modello pre-pandemico». Il nuovo approccio, ha aggiunto, esige «economie robuste che, però, operino entro ai limiti imposti da limiti planetari e il contesto sociale, e assicurino che l’interesse per il Pianeta sia al cuore dello sviluppo umano».
Cingolani si è soffermato anche sul piano nazionale di ripresa e resilienza e la possibilità di «riallineare» lo sviluppo economico agli obiettivi fissati dall’agenda 2030 e l’Accordo di Parigi . «Lo strumento alla base del piano nazionale di ripresa e resilienza è Next Generation Eu. È guardando alle prossime generazioni che dobbiamo pianificare la nostra ripresa - ha detto Cingolani - E, in effetti, i giovani sono la nostra principale fonte di speranza mondiale che riusciremo ad avanzare lungo i processi di transizione ecologica. Soprattutto, il nostro Piano mira a riallineare lo sviluppo e l’attività economica con i requisiti dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile, e con gli impegni previsti dall’Accordo di Parigi e dai relativi accordi internazionali».
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