I funerali di Napolitano alla Camera. Letta: con Berlusconi si chiarirà lassù
La cerimonia si è articolata in due fasi. Presenti i presidenti francese e tedesco Macron e Steinmeier
I punti chiave
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Si sono tenuti alla Camera i funerali laici del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. L’inno di Mameli ha risuonato in piazza Montecitorio prima dell’ingresso nel palazzo della Camera, del feretro. La cerimonia si è articolata in due fasi: una all’esterno di Palazzo Montecitorio e un’altra all’interno. Secondo il cerimoniale, il feretro è partito alle 11.20 da Palazzo Madama, dove era allestita la camera ardente. All’altezza del piazzale di Montecitorio, il carro era scortato dai corazzieri mentre all’interno è stato portato a spalla da 8 rappresentanti delle forze armate e di polizia, più uno dei vigili del fuoco. Quindi gli onori militari da parte di uno schieramento formato da 100 unità del reparto d’onore e 50 elementi della banca musicale dell’esercito. Al termine delle esequie la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron hanno avuto un incontro informale a Palazzo Chigi.
Gli interventi
I primi a intervenire nell’aula di Montecitorio sono stati il presidente della Camera Lorenzo Fontana e quello del Senato Ignazio La Russa.
Il figlio Giulio: mio pdre scrisse di aver combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate
«Viviamo questo momento in spirito di unita e condivisione» ha detto Giulio Napolitano, figlio del presidente emerito della Repubblica, durante la cerimonia per i funerali di Stato nell’Aula della Camera, ringraziando le autorità presenti e i cittadini che nei giorni scorsi hanno visitato la camera ardente. «Nel suo impegno politico, come scrisse al temine della sua autobiografia, ha combattuto buone battaglie e ha sostenuto cause sbagliate ed ha cercato di correggere via via errori e di esplorare strade nuove» ha aggiunto il figlio Giulio.
La nipote: ci chiamava per i cartoni, i gelati insieme
«Ci scriveva sempre, anche quando non sapevamo ancora leggere, ci telefonava quando vedeva dei cartoni in televisione che pensava ci sarebbero piaciuti. Ci veniva a prendere a scuola e ci portava a villa Borghese per un gelato. Ha sempre trovato il tempo per me e Simone, nonostante i suoi impegni». Lo ha detto Sofia May Napolitano, nipote del Presidente emerito della Repubblica, nell’Aula della Camera, durante la cerimonia funebre. «I consigli che ci ha dato ci fanno sentire fiduciosi in noi stessi quando dobbiamo affrontare scelte personali».
Finocchiaro: per lui Parlamento luogo del confronto
Anna Finocchiaro, presidente della Fondazione Italiadecide, nel suo intervento ha detto che «Giorgio Napolitano è stato, sopra a tutto, parlamentare. I dirigenti politici consideravano più importante l’impegno politico piuttosto che quello parlamentare. Lui vi si è invece “immerso”, perché lo considerava il luogo per l’approfondimento e la riflessione sulle questioni, il confronto tra forze politiche, la ricerca della migliore tra le transazioni per la cura dell’interesse collettivo e perché credeva fermamente che nella qualità della rappresentanza risiede la forza e l’autorevolezza del Parlamento e delle istituzioni repubblicane. Garantire efficacia ed efficienza dell’agire delle istituzioni per garantire la democrazia e per corrispondere alle esigenze del Paese resterà un suo continuo monito, una sua ossessione. Ci tornerà nel discorso di insediamento del 2013: “Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana”».
Finocchiaro ha concluso il suo intervento con la voce rotta dalla commozione in particolare ricordando quando con il presidente ha «lavorato a lungo, anche con tempestosi scambi di opinioni (io che, più che le tesissime telefonate, temevo le sue lettere, con scrittura tanto più puntuta e obliqua quanto più era arrabbiato con me)». E ha scandito un po’ commossa: «Posso dire in piena coscienza alla sua famiglia, ai tanti che come me l’hanno profondamente rispettato e amato, ai suoi avversari che, anche con gli errori che sono dell’umano, il presidente Napolitano ha speso la sua vita per l’Italia, e a essa appartiene la sua memoria».
Letta: Berlusconi e Napolitano si chiariranno lassù
Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi, ha ricordato Gianni Letta, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri e presidente di Civita, erano «due persone così lontane, due storie distanti, due mondi opposti, due figure diverse, chiamate a condividere i massimi incarichi dello Stato. Poteva essere difficile quella convivenza e non fu sempre facile, non mancarono i momenti di tensione e le polemiche, ma da tutte e due le parti non vennero mai meno la volontà e la forza di mantenere il rapporto nei binari della correttezza istituzionale».
Con la morte di Napolitano, ha detto ancora Letta, «si chiude anche un capitolo tormentato e complesso di questa storia: dopo Berlusconi, Napolitano, a tre mesi uno dall’altro. Mi piace immaginare che incontrandosi lassù possano dirsi quello che non si dissero quaggiù e, placata ogni polemica, possano chiarirsi e ritrovarsi nella luce».
Napolitano «amava la lotta politica, un percorso lungo, ricco di tante battaglie, che ha attraversato settori diversi. Cito le sue parole, “passando attraverso decisive evoluzioni della realtà internazionale e nazionale, e attraverso personali, profonde, dichiarate divisioni”. Quello che non è mai venuto meno in Giorgio Napolitano, né prima né dopo, è stato l’altissimo senso delle istituzioni, che ha sempre guidato il suo impegno politico anche nelle prove per lui forse più difficili, come durante i governi Berlusconi».
Gentiloni: aperto a tutti ma non all’approssimazione
Nell’orazione commemorativa Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, ha sottolineato come «a Bruxelles e a Strasburgo, ancora ricordano il suo impegno e la sua capacità di dialogo, dava l’esempio ai colleghi più giovani, era aperto a tutto e a tutti, tranne che all’approssimazione. Per lui la democrazia in Italia come in Europa era innanzitutto il Parlamento».
Cardinale Ravasi: Benedetto XVI gli confidò le dimissioni
Il rapporto tra papa Benedetto XVI e Napolitano ero così stretto che «il papa confidò a lui che si sarebbe ritirato dal ministero petrino». Lo ha rivelato il cardinale Gianfranco Ravasi, durante la cerimonia per i funerali. «I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre». È la frase tratta dal libro biblico di Daniele (capitolo 12, versetto 3), che il card. Ravasi, ha dedicato al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano in chiusura del suo ricordo. Ravasi ha spiegato di voler porre un “fiore” ideale sulla tomba di Napolitano e che tale fiore è la frase tratta da Daniele.
Amato: tarderà a nascere italiano con sue qualità
«Davvero tarderà molto a nascere, se nascerà, un italiano con le sue qualità messe al servizio di una politica vissuta come il luogo fondamentale in cui interagire con gli altri. Non a caso una delle citazioni più belle nei suoi discorsi è quella di un giovane condannato a morte della Resistenza che scrive alla madre: «Ci hanno fatto credere - scriveva - che la politica è sporcizia e lavoro da specialisti. Invece la politica e la cosa pubblica siamo noi stessi’. Napolitano lo ha insegnato a tutti noi”. L’ha detto il presidente emerito della Corte costituzionale ed ex premier, Giuliano Amato, nell’intervento ai funerali laici dell’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano in corso a Montecitorio.
Dalle 10 fila per entrare alla Camera per le esequie
La coda di esponenti politici e ministri per entrare alla Camera per la celebrazione del funerale laico di Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica è iniziata alle 10. Fra i primi ad arrivare, Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Beppe Sala, i ministri Giorgetti, Piantedosi, Bernini. Presenti anche Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron che ha salutato la moglie di Napolitano, la signora Clio. Arrivato anche il Presidente della Repubblica tedesco, Frank-Walter Steinmeier.
Mattarella alla Camera per funerali
Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è giunto alla Camera per i funerali del suo predecessore,. Il Capo dello Stato si è quindi recato nella Sala dei ministri, dove è stato accolto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e quello della Corte costituzionale, Silvana Sciarra.
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