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Nasce CapLab, creerà nuove tecnologie per abbattere la Co2

Fondato da Ecospray e università di Genova, punta a industrializzare soluzioni green per le navi ma non solo

di Raoul de Forcade

3' di lettura

Un investimento complessivo di quasi due milioni di euro per creare un centro di eccellenza, frutto di una collaborazione fra pubblico e privato, destinato ad attività di ricerca per sviluppare tecnologie per la decarbonizzazione, che avranno diverse possibilità di applicazione, in primis in ambito marittimo. Sono questi, in sintesi, gli obiettivi del nuovo CapLab realizzato presso il Molo Giano, nel cuore del porto di Genova.

La struttura sarà gestita da Ecospray Technologies (società di Alzano Scrivia, specializzata nella depurazione dei gas di scarico e partecipata dal gruppo crocieristico Carnival) insieme al dipartimento di Ingegneria civile, chimica e ambientale (Dicca) dell’università del capoluogo ligure.

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Sinergia tra ricerca e industria

CapLab, hanno sottolineato Franco Porcellacchia, ceo di Ecospray, e Barbara Bosio, docente di chimica e fisica applicata all'ateneo genovese, «è già operativo: la sua forza, data dall’unione dei due soggetti fondatori, è appunto la sinergia fra ricerca e industria, in un’alleanza che intende promuovere progressi scientifici e di formazione che potranno avere importanti ricadute positive sul territorio».

Al centro dell’attività del CapLab, in particolare, ci sarà la ricerca sui sistemi di riduzione delle emissioni di Co2, attraverso l’utilizzo di celle a combustibile (fuel cell) “a carbonati fusi”, una delle tre nuove tecnologie di carbon capture lanciate da Ecospray a giugno dell'anno scorso.

«Riteniamo - ha spiegato il presidente di Ecospray, Maurizio Archetti - di poter arrivare a testare la prima pila, realizzata grazie a questo progetto, entro il 2023. Ed alla fine del 2024 dovremmo avere una pila da 100 chilowatt; per il 2025, poi, pensiamo di arrivare a un sistema industriale o quasi».

Verso l’industrializzazione

Proprio per agevolare l’industrializzazione del prodotto, è stata fondata da Ecospray, insieme a Sergio Del Re (il quale guida, a sua volta, Itacat, che produce catalizzatori per l’automotive), la società CatEmission, con sede a Isola del Cantone.

La tecnologia fuel cell “a carbonati fusi” potrà essere utilizzata, ad esempio, sulle navi da crociera e sui traghetti, in particolare per alimentare, con energia pulita, una parte dell'hotellerie. Una questione da risolvere è quella dello stoccaggio della Co2 estratta degli scarichi; ma si sta pensando a metodi quali il trasporto in siti di segregazione geologica o la sua trasformazione, con idrogeno green, in metano.

I principali ambiti di ricerca del CapLab saranno, dunque, la cattura della Co2; la produzione di energia pulita; la produzione e l’uso di idrogeno; le applicazioni nel settore navale, quelle nel settore terrestre (turbo gas, acciaierie e così via) e l’integrazione con fonti rinnovabili (bio-Lng, e-methanol).

Laboratorio e formazione

In particolare, i programmi del laboratorio si svilupperanno nelle aree della ricerca scientifica e della formazione. Per la prima saranno operativi un laboratorio sperimentale di produzione e test di fuel cell a carbonati fusi, un laboratorio informatico per la modellizzazione delle celle, e si favorirà la partecipazione a programmi di ricerca nazionali e internazionali e a bandi, attingendo a finanziamenti per la ricerca.

Per la parte formativa, si punterà sullo svolgimento di tesi e tirocini formativi, sull’attivazione di assegni di ricerca, sullo svolgimento di studi e attività didattiche e sull'organizzazione di attività di formazione o di riqualificazione aziendale, con docenza universitaria.

«Crediamo fortemente - afferma Archetti - nella collaborazione con un soggetto pubblico come l’università di Genova: solo mettendo a fattor comune le nostre conoscenze e le capacità di ricerca, possiamo accompagnare le aziende nel percorso di transizione energetica che consentirà loro di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni, stabiliti dalle organizzazioni mondiali, a cominciare dall'Imo, l'International maritime organization».

Da parte sua, la Bosio sottolinea che «l’università trova, in Ecospray, il partner ideale per mettere a frutto gli oltre 20 anni di attività di ricerca che hanno consentito di maturare competenze scientifiche d’eccellenza sulle celle a carbonati, a livello internazionale. La collaborazione permetterà di intensificare la ricerca di base e, al contempo, avviare il passaggio, fondamentale, da ricerca a sviluppo industriale».

Un nuovo business in Usa

Ecospray, da parte sua, sta anche portando avanti un progetto americano, per il quale, ha ricordato Porcellacchia, ha appena aperto un ufficio a Miami. L'obiettivo, ha chiarito Archetti, «è eliminare il gas flaring (cioè il procedimento con cui si brucia il gas derivato, ad esempio, dall’estrazione di petrolio dai pozzi, ndr). Noi siamo in grado di estrarre quel gas e renderlo liquido, trasformandolo in Gnl da rivendere. Abbiamo già un ordine da 38 milioni per fare quest’operazione in sei impianti in Usa».

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