Nasce il Certosa Food District per la ristorazione innovativa
Saranno circa 20 i ristoranti, caffè e spazi per il dopocena all'interno del distretto entro il 2026
di Maria Teresa Manuelli
3' di lettura
Un distretto dedicato al food e alla ristorazione dinamica, indipendente e di ricerca. Nasce all'interno del progetto di riqualificazione del quartiere Certosa, a nord-ovest di Milano, preso in carico da RealStep Sicaf, società italiana di sviluppo immobiliare specializzata nella rigenerazione urbana sostenibile di siti ex industriali e artefice dello sviluppo del nuovo Certosa District. Saranno circa 20 i ristoranti, caffè e spazi per il dopocena che la società, guidata da Stefano Sirolli e partecipata da Pietro Guidobono Cavalchini e Francesco Sironi, accoglierà all'interno del distretto entro il 2026.
La società ha già siglato i primi contratti di locazione dedicati al food all'interno di un più ampio progetto di rigenerazione urbana di circa 100mila mq, tra le vie Varesina e Giovanni da Udine, partito già da qualche anno, che include spazi direzionali, zone residenziali, aree dedicate a lab di innovazione e aree verdi. E l'offerta enogastronomica è stata studiata per intercettare, con formati innovativi, ma già ampiamente collaudati, le esigenze di un pubblico eterogeneo, dalla popolazione degli uffici a quella residente, con l'obiettivo di creare una destinazione vivace, in grado di attivare il transito durante tutto l'arco della giornata.
«Abbiamo un'idea molto precisa dei ristoratori che aderiranno al progetto: non si tratta di trovare insegne di tendenza, ma imprenditori del food che vogliano sposare una certa filosofia di naturalità, territorialità e impegno sociale» spiega Vincenzo Giannico, direttore generale di RealStep Sicaf e responsabile del progetto food. L'ispirazione arriva dalle esperienze di città come Parigi, da cui vuole prendere l'attenzione alla naturalità, Copenaghen, per la ricerca e i ristoratori portatori di un messaggio sociale, e New York, per la sperimentazione e l'aspetto giocoso del cibo. «Vogliamo creare il distretto del cibo autentico – precisa Giannico –, dei ristoratori, degli chef e degli imprenditori “ossessionati” dalla materia prima e dalla ricerca, attenti a stagionalità e ambiente. Tanto che nei contratti di affitto dei locali sono incluse clausole relative a sostenibilità, stagionalità e naturalità».
Così, già prima dell'estate apriranno nel distretto Crosta, il premiato forno e pizzeria di Simone Lombardi e Giovanni Mineo, Loste Café, bakery nata dall'esperienza di Lorenzo Cioli e Stefano Ferraro, formatisi - appunto - al Noma di Copenaghen, e Lafa, nuovo concetto di cucina araba e medio orientale di Hippolyte Vautrin, già titolare dei rinomati Røst e Kanpai in via Melzo. Ed entro fine anno si prevedono altre cinque nuove aperture. Proprio Vautrin è diventato anche consulente enogastronomico di RealStep e sta lavorando fianco a fianco di Giannico per individuare i prossimi “osti di zona”: tra realtà già milanesi, che vogliono crescere puntando sul quartiere in riqualificazione e chef-imprenditori in grado di portare eccellenze da altre regioni.
I locali previsti del distretto hanno metrature dagli 80 ai 900 mq, molti sono certificati Leed Gold (certificazione legata alla sostenibilità ambientale) e rispondono alle nuove tendenze del mondo ristorativo: flessibilità, dehors e spazi verdi.
Lo sviluppo della proposta enogastronomica arriva a completamento del più ampio progetto di Certosa District (con un valore dell'investimento compreso tra i 250 e i 300 milioni di euro, di cui food e retail rappresentano il 6%), che nell'ultimo anno è stato animato, oltre che dallo sviluppo immobiliare, anche da eventi e mostre. E che vuole diventare un importante distretto multifunzionale, capace di interagire con il tessuto urbano e sociale, ricoprendo una posizione strategica di collegamento fra Porta Nuova e Mind, attraverso la stazione di Certosa e la futura Circle Line milanese
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