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Nasce in italia il rapporto fra ricerca atomica e applicazioni industriali

di Jacopo Giliberto

3' di lettura

A dispetto delle apparenze, nell’Italia dei due referendum antiatomici (1986 e 2011) l’energia nucleare c’è da più di un secolo. In modo estensivo, si potrebbe considerare come un esordio dell’energia nucleare il periodo più spensierato e felice della vita di Albert Einstein: era un geniale e turbolento ginnasiale quando, adolescente, abitava a Milano in via Bigli dove si era trasferita la famiglia — il padre Hermann Einstein in via Lecchi 16 aveva avviato l’Elektrotechnische Fabrik J. Einstein & Cie.
Oppure si potrebbe andare a Caorso, dove Enrico Fermi bambino passava le vacanze nella casa del padre affacciata sulla via centrale della cittadina piacentina sull’argine del Po, via che come è naturale è stata intitolata a lui, a Enrico Fermi. E a lui venne intitolata anche la potente centrale nucleare, ora in smantellamento, alla periferia del centro abitato.
E oggi, anche se l’Italia fa finta di non vedere la pervasività delle tecnologie nucleari, del settore si occupano decine di aziende con competenze di livello internazionale.
È sufficiente pensare ai diversi centri in cui vengono lavorati e messi in sicurezza i residui radioattivi, come quelli prodotti ogni giorno dagli ospedali, dalle fabbriche o dai laboratori d’analisi. A parte i grandi centri nucleari come Saluggia o Trino Vercellese, vi sono aziende come la Fabbricazioni Nucleari di Spinetta Marengo, i depositi industriali privati di Tortona, Milano e San Giuliano Milanese, e c’è la grande esperienza di Varese dove, a Ispra nella brughiera ondulata che si affaccia sul Lago Maggiore, c’è il grande centro che oggi si chiama Jrc Ccr (Joint research center Centro comune di ricerca), organismo scientifico della Commissione Ue. Era il 1957 quando i fisici italiani del Cnrn (poi Cnen poi Enea) costruirono il primo reattore atomico europeo, il Fermi Ispra 1 copia conforme del Chicago Pile 1 costruito da Enrico Fermi. Poi il centro ricerche fu ceduto all’Euratom e l’Europa vi costruì un secondo reattore nucleare, il grande Essor. Da qualche anno l’esperienza di Ispra si è arricchita di un nuovo, modernissimo deposito per le scorie in sostituzione del vecchio impianto, deposito in cui ospitare i residui nucleari che si generano nell’attività di ricerca e, ora, anche nello smantellamento del reattore Essor.
La casa editrice scientifica internazionale Elsevier (3mila riviste accademiche) ha esaminato 70mila studi pubblicati in tutto il mondo negli ultimi sei anni. Claudio Colaiacomo vicepresidente di Elsevier, osserva che quasi uno su cinque degli articoli italiani sulla ricerca nucleare appaiono nelle riviste più autorevoli al mondo (top 10%). Fra i principali centri italiani per la ricerca sul nucleare Elsevier censisce ai primi tre posti l’Istituto nazionale di Fisica Nucleare con 713 pubblicazioni tra il 2016 e il 2021, l’Enea con 468 pubblicazioni e il Politecnico di Milano con 305.
Ma quali sono i temi al centro della ricerca sul nucleare in Italia? Globalmente vediamo una maggiore frequenza su temi specifici come reattori, combustibili nucleari, scorie. «In Italia troviamo un’attenzione particolare alla ricerca sulla fusione nucleare e magnetoplasma», dice Colaiacomo dell’Elsevier.
Anche per quanto riguarda la collaborazione fra il mondo della ricerca e l’industria, le pubblicazioni italiane sul nucleare sono più del doppio rispetto alla ricerca italiana generale (8,5% contro 4,1%) e sono le più robuste al mondo: negli Usa solo il 5,6% delle pubblicazioni sul nucleare nascono dalla collaborazione fra scienza e industria; in Cina 5,6% e Giappone 6,3%.
Un occhio ai brevetti atomici. A livello mondiale i campi più presidiati sono la fisica e l’information technology, secondo l’analisi dell’Elsevier l’Italia invece si distingue per lo studio dell’applicazione del nucleare al campo della chimica.

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  • Jacopo Gilibertogiornalista

    Lingue parlate: italiano, inglese

    Argomenti: ambiente, energia, fonti rinnovabili, ecologia, energia eolica, storia, chimica, trasporti, inquinamento, cambiamenti climatici, imballaggi, riciclo, scienza, medicina, risparmio energetico, industria farmaceutica, alimentazione, sostenibilità, petrolio, venezia, gas

    Premi: premio enea energia e ambiente 1998, premio federchimica 1991 sezione quotidiani, premio assovetro 1993 sezione quotidiani, premio bolsena ambiente 1994, premio federchimica 1995 sezione quotidiani,

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