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Nascerà il Distretto campano della Moda e del Design

La Regione studia di realizzare un organismo sul modello del Dac (aerospazio) per dare slancio a un polo produttivo che si è coagulato e rafforzato intorno al Dipartimento della Vanvitelli

di Vera Viola

3' di lettura

Nascerà il Distretto innovativo della Moda e del design della Campania. Ci sta lavorando l’assessorato alle Attività produttive della Regione Campania in stretta collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Disegno industriale della Università Vanvitelli . Il riconoscimento di “Distretto innovativo” sarà prioritario all’inserimento nella programmazione europea 2021-2027 di strategie e risorse da dedicare al settore.

Si discute in questi giorni con le imprese del territorio che dovrebbero federarsi per affrontare insieme le sfide delle transizioni ambientale e digitale. Obiettivi definiti dalla Ris3, Strategia regionale di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente che dedica una misura specifica a moda e design. Si partirà, a breve, con un bando per selezionare le imprese di qualità che potranno aderire al progetto. «Crediamo nei distretti – spiega l’assessore alle Attività produttive Antonio Marchiello – perchè puntiamo a fare sistema. Pensiamo a un distretto della Moda sul modello del Dac, quello aerospaziale».

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Nei fatti il distretto della Moda e del Design c’è già. Oggi nella regione esiste una vera e propria filiera nell’ambito della quale sono in connessione l’Università, istituzioni, imprese e centri di ricerca: entità che collaborano e danno forza al polo regionale. Una realtà ancora poco conosciuta, sebbene la Campania, sia seconda regione d’Italia nel settore abbigliamento e tessile per numero di imprese preceduta solo dalla Lombardia.

Ruolo importante nella costruzione del distretto ha avuto il Dipartimento di Architettura e Disegno industriale che ha sede ad Aversa, nel monastero benedettino di San Lorenzo. Il Dipartimento – diretto da Ornella Zerlenga – è stato il primo nel Centro Sud Italia ad avere corsi di Moda e Design, ed è diventato un’eccellenza, anche in questo caso, poco conosciuta. Eccellenza, sì, lo testimoniano il numero dei laureati (dal ’98 al 2023 circa 4.500), con il 90% degli iscritti che si laurea nei tempi (una percentuale alta), la scalata nei ranking nazionali: il corso di laurea magistrale è al sesto posto su 32 nella classifica Censis. Testimonianza del successo dei Corsi di laurea (triennale in design per la moda e per la comunicazione e magistrale in design per l’innovazione) è anche l’incremento costante di immatricolati che da tempo ha indotto l’ateneo a introdurre il numero chiuso. Oggi i corsi contano circa 150 iscritti l’anno, ma le domande presentate sono più del doppio. Non solo, aspirano a entrare nell’università del design di Aversa studenti provenienti non solo dalla Campania, ma anche da altre regioni sopratutto meridionali, e soprattutto da Puglia e Sardegna. Il corso di laurea magistrale, poi, in particolare, registra un placement del 60% circa a un anno dalla laurea.

Numerose le collaborazioni con altri atenei italiani ed esteri. Come il corso di Laurea magistrale in “Planet life Design” che viene curato con l’Università di Perugia. E numerosi i programmi che vedono il dipartimento campano collaborare con altri da una posizione di capofila. Come per il dottorato di interesse nazionale in design per il Made in Italy, che vede impegnate 17 università italiane, coinvolge 23 laboratori di ricerca e 90 docenti, oltre 60 borsisti: di tutto ciò è capofila il dipartimento campano. Il dottorato gode di un finanziamento dal Pnrr di 2 milioni oltre a sponsorizzazioni private (ancora poche in tutta Italia) punta a formare Research Manager nei campi della sostenibilità, dell’inclusione e del digitale per il made in Italy. I dottorandi sono molto impegnati in progetti di gruppi e imprese italiane e straniere (una borsa è finanziata da Dior). Mentre gli studenti del corso in design della comunicazione attualmente svolgono tirocinii e stage presso il consorzio Oromare, composto da 200 imprese tra corallare e altri produttori di gioielli. Sei giovani laureati dopo la stages retribuito sono stati assunti dalle imprese del consorzio Oromare. Le imprese che dialogano con l’ateneo nel campo del design formano una comunità di 150 imprese, rapporti più costanti sono stati stretti con una ventina di aziende leader del territorio: da Ciro Paone (marchio Kiton) a Pianoforte Holding a Livio De Simone, oltre al mondo del fashion, al distretto conciario di Solofra e a quello delle sete di San Leucio, Lineapelle Milano. E anche imprese di altri, svariati settori dall’automotive alla cosmetica all’alimentare, per fare pochi esempi.

Fiore all’occhiello è Officina Vanvitelli, uno spazio di sperimentazione e di innovazione, infrastruttura di ricerca, luogo in cui confrontarsi con le realtà produttive, dotato di avanzati strumenti di manifattura digitale, che ha sede nel borgo borbonico di San Leucio. Da qui la Vanvitelli partecipa al progetto internazionale di ricerca (Horizon 2020) sui tessuti biobasati cioè ricavati da scarti dell’agricoltura campana; vengono realizzati i progetti europei su tessuti smart e sostenibili. Qui i ricercatori campani lavorano in programmi condivisi con l’Università del Belgio e con un ateneo cinese.

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