il piano d’emergenza

Nascono gli ospedali coronavirus: più letti in terapia intensiva e medici da altre Regioni

Gli ospedali se necessario dovranno riattrezzare e trasformare altri reparti rinviando tutti i ricoveri e le operazioni non urgenti.

di Marzio Bartoloni

(ANSA)

2' di lettura

Fare spazio ai posti letto per la terapia intensiva che vanno aumentati del 50% mentre quelli di pneumologia e infettivologia devono raddoppiare. Saranno individuati ospedali dedicati solo ai pazienti Covid-19. Alcune Regioni hanno già cominciato a farlo: il Piemonte ha scelto Tortona. Anche gli ospedali di Lodi, Crema e Seriate in Lombardia lo stanno diventando con intere zone dedicate solo a questi pazienti. Si potrà poi ricorrere ai privati per le altre degenze, quelle di pazienti non colpiti da Covid-19. E poi si formerà rapidamente il personale per i reparti più esposti reclutando medici e infermieri anche da altre Regioni.

Le misure sono previste nel piano di emergenza indicato in una circolare del ministero della Salute che in sostanza prepara gli ospedali e a una possibile escalation di casi. La circolare è stata pubblica l’1 marzo 2020 ed è indirizzata a Protezione civile, ministeri, assessorati, federazioni degli ordini e istituzioni sanitarie.

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Più letti per i pazienti più critici
La circolare diffusa alle Regioni prevede un incremento del 50% dei posti letto in terapia intensiva e del 100% nelle unità di pneumologia e malattie infettive. L’emergenza coronavirus ha mostrato finora come quasi un paziente su dieci ha bisogno di un ricovero in terapia intensiva. Oggi in Italia tra pubblico e privato accreditato si contano 5090 posti letto in terapia intensiva e oltre 3mila posti letto in pneumologia e altrettanti in malattie infettive. Ma come si potranno aumentare i posti letto. La circolare indica la necessità di una «rimodulazione locale delle attività ospedaliere»: l’idea sarebbe quella di trasformare reparti destinati ad altri ricoveri, rinviando tutti quelli non urgenti . Bisognerà poi identificare - avverte ancora la circolare - anche «una o più strutture-stabilimenti ospedalieri da dedicare alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19». Indicato poi l'utilizzo delle strutture private accreditate «per ridurre la pressione sulle strutture pubbliche mediante trasferimento e presa in carico di pazienti non affetti da Covid-19». Per garantire inoltre il trasporto dei pazienti critici, la circolare indica che «dovranno essere costituitipool di anestesisti-rianimatori provenienti non solo dalla Regione interessata, ma anche da altre Regioni meno interessate».

Medici reclutati anche da altre Regioni
La circolare affronta anche il nodo del personale sanitario: medici e infermieri sono sotto pressione come non mai tra turni extra che li impegnano tutto il giorno e lo potrebbero essere ancora di più. Per mantenere un’adeguata performance assistenziale delle equipe sanitarie che operano nelle zone colpite da Covid-19 «deve essere pianificato un programma di turnazione, reclutando anche operatori che svolgono attività in altre aree del Paese meno sottoposte a carichi assistenziali legati alla gestione dei pazienti affetti da Covid-19». . Non solo se sarà necessario si punterà anche a ridistribuire il personale sanitario per l’assistenza, con un percorso formativo «rapido», qualificante per il supporto respiratorio per infermieri e medici. Un percorso, questo, indicato nella circolare del ministero, destinato ad infermieri e medici da dedicare alle aree di terapia sub intensiva. A tal fine, si raccomanda l'utilizzo dei corsi Fad (Formazione a distanza) disponibili presso l'Istituto superiore di sanità.

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