Nato, l’Italia si candida per il dopo-Stoltenberg con Letta o Fassino ma Londra vuole un inglese
Italia e Regno Unito sono i due grandi Paesi che si contendono la poltrona del numero uno dell'Alleanza
di Gerardo Pelosi
3' di lettura
Il tema non è ancora ufficialmente all'ordine del giorno. Il segretario generale della Nato, il norvegese Jens Stoltenber guiderà l'Alleanza atlantica fino al settembre del 2022 e in cuor suo punterebbe anche a una riconferma per condurre in porto la riforma 2030 dell'organizzazione. Ma non è un segreto per nessuno che lunedì prossimo 14 giugno, quando i 28 capi di Stato e di Governo dell'Alleanza si incontreranno per il primo vertice con il presidente americano Joe Biden a Bruxelles, il tema della nomina del nuovo segretario generale verrà posto anche se fuori dall'agenda ufficiale dei lavori.
Non si esclude neppure che ne abbiamo parlato il presidente americano con il premier inglese Boris Johnson nel colloquio di ieri così come non si può escludere che vi sia una breve menzione anche nel colloquio previsto domani 12 giugno tra il premier italiano Mario Draghi e lo stesso Biden. Sì, perché Italia e Regno Unito sono in realtà i due grandi Paesi che puntano alla poltrona del numero uno dell'Alleanza.
Le aspirazioni di Londra
A Londra il passaparola più accreditato vorrebbe Theresa May la ex premier conservatrice candidata per la Nato. Forse il candidato di Londra alla fine non sarà la May ma è certo che gli inglesi a quella posizione ci tengono molto per il prestigio internazionale che porta con sé soprattutto dopo la Brexit e nel momento in cui la Global Britain resta solo una grande illusione. Ma le ambizioni inglesi trovano nella posizione francese un ostacolo insormontabile. Il negoziatore della Brexit del resto è stato il francese Barnier ed è sempre più diffuso un forte sentimento anti inglese a Parigi. Anche per questo motivo il presidente Emmanuel Macron sarebbe disposto ad appoggiare una candidatura italiana per la Nato.
L’asse Draghi-Macron
Macron e Draghi ne potrebbero presto parlare come del resto potrebbe fare lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando ai primi di luglio sarà in visita ufficiale a Parigi, passaggio preliminare per arrivare in autunno alla tanto attesa forma di quel Trattato del Quirinale tra Roma e Parigi che coprirà tutti i campi della cooperazione tra i due Paesi. I francesi conoscono bene l'ex premier italiano Enrico Letta che ha tutte le carte in regole per quell'incarico e a Parigi del resto Letta ha insegnato fino a poco tempo fa. Parigi è quindi pronta a sostenerlo.L'interessato non si sbilancia e chi gli domanda della candidatura Nato appare evasivo e cambia discorso. Comportamento più che comprensibile. Certo più in linea con la policy dell'istituzione e delle sue regole che un altro candidato italiano l'ex ministro degli esteri Franco Frattini aveva palesemente infranto nel 2014 presentandosi ufficialmente e pubblicamente come candidato alla segreteria Nato.
In pole anche Fassino
E' un fatto che l'Italia ha avuto un segretario generale solo nel '71 cinquanta anni fa con Manlio Brosio. Durante il Governo Berlusconi il segretario alla Difesa di Bush Donald Rumsfield offrì all'Italia il posto ma il candidato italiano l'ex ministro degli Esteri e della Difesa Antonio Martino ritenne quell'incarico troppo gravoso per i carichi di lavoro che avrebbe comportato. Frattini ci provò nel 2014 ma fi battuto dal danese Rasmussen. L'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano se ne lamentò con Barack Obama durante una visita del presidente americano a Roma. Obama spiegò che il dipartimento di Stato aveva giudicato Rasmussen il candidato migliore ma si impegnò a sostenere l'Italia in una fase successiva. Quel credito potrebbe ora venire richiesto da Draghi a Biden forse anche nel faccia a faccia previsto domani o a Bruxelles durante il vertice Nato. Ma un altro candidato italiano potrebbe essere spendibile per quella poltrona ed ossia Pero Fassino attuale presidente della Commissione Esteri e già ministro (Giustizia, Commercio Estero e Politiche comunitarie).
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