Natsu, gioielli di design che sposano il gusto giapponese a cromatismi e pietre esotiche
Natsuko Toyofuku, che vive in Italia da quando era bambina, lavora nell’atelier di corso Como che fu di suo padre, scultore apprezzato anche da Peggy Guggenheim
di Paola Dezza
2' di lettura
Un amore per l’Italia ereditato dal padre, lo scultore giapponese Tomomori Toyofuku, talento che negli anni 60 e 70 ha improntato all’Informale la scultura nipponica, e dalla madre, Kazuko, pittrice raffinata. L’arrivo in Italia per lavoro del padre - Peggy Guggenheim aveva acquistato una sua opera - si è trasformato in un trasferimento definitivo da cui Natsuko Toyofuku, designer di gioielli con un suo atelier nel cuore di Milano, in corso Como 9, ha poi definito la propria vita, non solo lavorativa.
Artista dalla delicata sensibilità, Natsu propone oggetti e accessori dalle linee pulite e studiate. «Avevo cinque anni quando sono arrivata in Italia - dice Natsuko Toyofuku -, la mia vita è tutta qui».
«I modelli vengono realizzati tutti in cera - racconta -. Non disegno, ma seguo un procedimento simile a quello della scultura, tridimensionale. La tecnica è quella della fusione a cera aperta e collaboro con fornitori di micro fusione. L’ispirazione? Una signora giapponese che era venuta in Italia proprio per imparare tecniche di oreficeria italiana e che mi ha coinvolto. Non solo. Anche mio papà a suo tempo ha realizzato bracciali, anelli e pendenti». A contaminare il suo stile è anche un corso di design nordico che Natsu ha seguito nel tempo.
In Corso Como 9 Natsu è arrivata nel 2017, subentrando nello studio del padre, luogo dove l’artista ha lavorato ininterrottamente dagli anni 60 al momento in cui, pochi anni fa, è venuto a mancare.
Dagli esordi, negli anni 80, Natsu ha iniziato a utilizzare tanto la perla, tanto cara alla cultura giapponese, ma anche metalli “non nobili”, come l'argento, il bronzo, il rame, accostati a vetro, legno, pietre dure o corallo.
Ghirigori flessuosi, ritmi spiraliformi e lamelle sovrapposte rendono unici i modelli dei bijoux. Accanto ai gioielli, Natsu realizza anche sculture da tavolo e da parete, nate negli ultimi anni a suggellare il suo impegno artistico.
Tornando sui materiali: «Il bronzo - spiega Natsu - è molto vicino alla mia sensibilità. Ha una tonalità calda e può assumere straordinarie patine se si ricorre a una lucidatura accorta, che non privi le superfici metalliche delle naturali ombreggiature che conferiscono fascino alla materia. Perfino la candida perla può acquisire in bellezza dall'accostamento con il bronzo». A questo metallo spesso Natsu accosta smalti, rossi, gialli, turchesi, verdi che permettono di conferire una nuova tridimensionalità a forme che in altre creazioni appaiono improntate a gamme cromatiche più smorzate.
Oltre agli smalti conferiscono cromaticità ai gioielli anche le stesse pietre, «pietre rare, di provenienza prevalentemente brasiliana o africana: quarzi lemon, smokey o rutilati, lodoliti, dendriti, radici di rubino».
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