Naufragio migranti, trovati corpi di due bambini in mare. Vittime salgono a 70
Rinvenuti i cadaveri di due bambini, in attesa di riconoscimento. La Prefettura di Crotone: avanti a oltranza con le ricerche
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Il corpo senza vita di un altro bambino vittima del naufragio di domenica scorsa a Steccato di Cutro è stato trovato sulla spiaggia di Botricello. Il punto del ritrovamento dista una decina di chilometri da quello in cui è naufragato il barcone carico di migranti. Il bambino trovato a Botricello ha un’età apparente di 12-13 anni e si aggiunge a quello di circa tre anni che era stato recuperato dal mare stamattina a Cutro. Con quello di Botricello salgono a 70 i morti accertati del naufragio, il sedicesimo minore.
Sul fronte delle indagini, la Procura di Crotone vuole ascoltare i superstiti per ricostruire l’attività degli scafisti e lo schianto del caicco. Nelle prossime ore, scrive il quotidiano la Gazzetta del Sud, il Pm Pasquale Festa avanzerà la richiesta di incidente probatorio al Gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola.
L’obiettivo dell’Ufficio guidato dal procuratore Giuseppe Capoccia è quello di cristallizzare le prove dei racconti dei sopravvissut
Prefettura: ricerche avanti a oltranza
Il ritrovamento del bambino aumenta ancora il bilancio della strage che si è consumata sulla costa calabrese, lungo la cosiddetta «rotta turca» che vede le imbarcazioni salpare dalla Turchia, passare per lo Ionio e cercare approdi fra Puglia o Calabria.
La Prefettura di Crotone fa sapere che ricerche dei dispersi del naufragio di domenica, coordinate dalla Direzione Marittima di Reggio Calabria, proseguiranno «ad oltranza per tutto il fine settimana con mezzi aerei, navali, nucleo di sommozzatori e con il personale di presidio a terra della Guardia Costiera, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile regionale». Saranno avviate a breve le procedure per l'espatrio di alcune delle salme con la presentazione delle istanze da parte dei familiari delle vittime al Comune di Cutro.
Musumeci: basta tiro al piccione
Nel naufragio dei migranti in Calabria «tutti vorremmo sapere domani com’è andata. Ma aspetteremo la verità». Lo ha detto in un’intervista al Corriere della Sera Nello Musumeci, ministro per la protezione civile e per le politiche del mare. Le parole dette da Piantedosi «non rappresentano il suo pensiero. Da un bravissimo prefetto non possiamo pretendere che sia anche bravo comunicatore», ha spiegato Musumeci. «Malgrado la morte imponga il silenzio e la preghiera c’è ancora chi continua con infamanti accuse. Allora lancio un appello, smettiamola col tiro al piccione. Sono finiti i congressi dei partiti». Per quanto riguarda i soccorsi, è «probabile che nella filiera ci sia stata qualche falla, ma mi rifiuto di pensare che qualcuno abbia detto di non intervenire. Pensarlo è criminale». Giorgia Meloni «ha ripetuto ovunque che chi sta annegando ha il diritto di essere soccorso. E le norme sulle Ong non pregiudicano questo principio». Purtroppo «appena finirà il maltempo la situazione nel Mediterraneo sarà ancora peggiore degli anni passati. Sperimentata la rotta turca, partiranno a migliaia». Non si può arrestare «un fenomeno epocale a mani nude di fronte a una Ue che finora si voltava dall’altra parte». Se nel Consiglio Europeo del 23-24 marzo tra i temi all’ordine del giorno c’è quello di una politica comune per il Mediterraneo, secondo Musumeci è merito di Giorgia Meloni: «Ha neutralizzato lo spauracchio di un’Italia che sarebbe stata isolata. Lei è stata ben accolta. E ha avuto l’appoggio di tutti alla sua strategia», cioè «bloccare le partenze per far arrivare chi ha diritto in sicurezza con il piano Mattei, che significa cooperazione con un approccio diverso: un reciproco sviluppo. Ora si passi all’azione».
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