ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùMade in Italy

Nautica, per i superyachts boom di ordini in portafoglio

Corrono commesse e fatturato dei cantieri italiani in crescita quest’anno del 20%

di Raoul de Forcade

Quartier generale a Forlì. Un cantiere di Ferretti Group che gestisce la produzione di sette marchi

3' di lettura

Il fatturato dei cantieri italiani della nautica nel 2022 si attesterà (i risultati definitivi saranno pronti solo a settembre 2023 e resi noti all’apertura del Salone nautico di Genova) intorno al +20% rispetto all’anno precedente. Ne è sicuro il presidente di Confindustria nautica, Saverio Cecchi, che ha reso pubblica questa sua convinzione alla recente convention Satec. Mentre per l’intero comparto industriale della nautica, che comprende anche accessori e motori, è previsto (dati raccolti nella pubblicazione annuale Monitor) che i ricavi, nel periodo, oltrepassino i 7 miliardi, con un +15% circa rispetto ai 6,11 miliardi del 2021. Anche per il 2023, infine, secondo un’indagine di mercato realizzata da Deloitte per il report The state of the art of the global yachting market, è prevista una crescita del settore della nautica, questa volta calcolata a livello globale, intorno al 10%. E l’Italia solitamente rispetta il trend mondiale.

La crescita del fatturato dei cantieri tricolori, ricorda Cecchi, «stimata fra il 15 e il 20% e confido si assesterà al livello massimo. Confermiamo, inoltre, la leadership italiana nel mondo, per quanto riguarda la costruzione dei superyacht, con 593 ordini in portafoglio sui 1.200 mondiali. Il mercato e le stime degli analisti, peraltro, ci parlano di prospettive di sviluppo prolungate».

Loading...

Il trend è confermato dalle parole degli ad di due grandi realtà del Centro Italia: Marco Valle, alla guida di Azimut e di Benetti il quale, con i suoi cantieri di Viareggio e Livorno, festeggia i 150 anni di vita (è stato fondato nel 1873) e produce barche da 29 fino a oltre 100 metri; e Alberto Galassi, al vertice di Ferretti Group che, dal quartier generale di Forlì, gestisce la produzione di sette marchi (tra i quali Riva, la Ferrari del mare) e altrettanti cantieri in Italia.

«L’anno scorso - spiega Valle - Azimut Benetti ha chiuso con un fatturato di 1 miliardo, quest’anno chiuderemo con 1,2 miliardi di euro, quindi con una crescita del 20% rispetto al precedente. L’attuale portafoglio ordini di 2,5 miliardi comprende entrambi i brand ma, per Benetti, si estende fino al 2027. Entro l’esercizio 2024-25, il fatturato dovrebbe salire a 1,4 miliardi di euro. Questo successo è stato garantito dai 2.200 dipendenti del gruppo che, compresi i fornitori, danno lavoro a molti altre figure professionali».

Valle aggiunge, poi, che, per il gruppo, «oggi le principali aeree per importanza commerciale sono l’America, con in testa gli Stati Uniti, l’Europa e, in crescita, il Medio Oriente, che si conferma come il mercato più dinamico per la domanda di mega yacht. Possiamo anche registrare, rispetto a qualche anno fa, la diminuzione di 10 anni dell’età media dei nostri armatori, che oggi si aggira intorno ai 50». Per quanto riguarda, poi, « la nostra industry - conclude - l’armatore di oggi è molto attento ai temi dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo sostenibile e richiede un’esperienza di navigazione a stretto contatto con il mare».

Secondo Galassi, il cui gruppo, già quotato a Hong Kong, ha da poco debuttato anche a piazza Affari, «il 2023 è un anno eccezionale e prevediamo anche un buon 2024. Siamo molto, molto contenti. Per l’anno prossimo abbiamo un’altissima copertura di ordini e siamo molto tranquilli su tutti i brand» Quanto alle commesse, l’ad sottolinea che Ferretti vende «in 71 Paesi nel mondo. Abbiamo appena venduto un mega yacht in Israele e tre Riva in Europa, con consegna 2024-2025, e continuiamo a vendere in ogni parte del globo. L’Asia Pacific si sta risvegliando, va benissimo il Golfo Persico ma stiamo vendendo anche in Turchia, Francia e Italia. Gli Usa, poi, sono un mercato importante ed essendo noi nell’altissimo di gamma gli Stati Uniti non ci stanno dando preoccupazioni: nessuno compra col financing le nostre barche, quindi il costo del denaro non ci tocca. Inoltre, in generale, non vediamo segnali di calo nel futuro; del resto, siamo in un segmento della nautica, dove il brand ha una valenza quasi pari al prodotto o forse maggiore».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti