Nautica, Italia prima per export. Nel 2023 supera i 3,7 miliardi
Bonomi: «La blue economy tiene insieme tutto il Paese, anche il Mezzogiorno». Cecchi: «I cantieri italiani vendono all’estero l’88% della produzione»
di Raoul de Forcade
I punti chiave
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L’Italia è il primo esportatore al mondo di barche e yacht. A giugno 2023, il valore dell’export dei cantieri nautici tricolori ha superato i 3,7 miliardi di euro ma, già a fine 2022, il Paese era ampiamente in testa rispetto a tutti i competitor. È quanto ha sottolineato Saverio Cecchi, presidente di Confindustria nautica, nel corso della cerimonia di apertura del 63° Salone nautico di Genova, che ieri ha aperto i cancelli e si concluderà il prossimo 26 settembre. Il dato si aggiunge a quello, da record (anticipato ieri dal Sole 24 Ore), che l’intero settore ha totalizzato l’anno scorso: 7,33 miliardi di fatturato complessivo, un risultato mai ottenuto prima.
L’annuncio di Cecchi è stato preceduto dalle parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. «Arrivare al Salone- ha sottolineato il leader degli imprenditori - è un colpo d’occhio incredibile, un’emozione che rappresenta l’eccellenza dell’industria italiana. Oggi, qui, celebreremo una serie di grandi risultati raggiunti in questo settore, un comparto che, a differenza di altri che stanno purtroppo rallentando, sta andando a gonfie vele. Questo ci fa molto piacere perché, quella della nautica, è un’industria che sa coniugare bellezza, innovazione, design, ricerca e soluzioni avveniristiche di sostenibilità, dal punto di vista ambientale ed energetico.
Questi risultati non sono frutto del caso ma sono merito della tenacia e della determinazione dell’imprenditoria di questo settore». Bonomi ha, poi, ricordato che la blue economy «tiene insieme tutto il Paese, anche il Mezzogiorno, che in altri settori soffre ma nell’economia del mare esprime dei numeri molto importanti: il 45% delle imprese nautiche italiane, e un terzo degli addetti, sono nel Mezzogiorno. Non è un caso che sulla nave più bella del mondo, italiana, la Amerigo Vespucci, sia riportato questo motto: Non chi comincia ma quel che persevera; in questa frase c’è lo spirito indomito dell’industria nautica e dell’eccellenza italiana».
Italia prima al mondo per export
Per quanto attiene ai dati dell’export dei cantieri, «abbiamo raggiunto - ha detto Cecchi - un altro primato. Siamo i primi esportatori al mondo per il nostro settore, con i cantieri italiani che vendono all’estero l’88% della produzione. Al quinto posto della classifica abbiamo la Germania, che raggiunge 1,3 miliardi di valore dell’export nel comparto; al quarto posto la Francia, con 1,39 miliardi; gli Stati Uniti sono terzi, con 2,1 miliardi; i Paesi Bassi secondi, con 2,7 miliardi. L’Italia risulta in testa, a 3,5 miliardi; ma questi sono dati del 2022, già oggi la cifra supera i 3,7 miliardi. Siamo vere eccellenze del made in Italy».
Imprese a parte, l’apertura del Salone di Genova numero 63 (con 1.043 brand esposti, oltre mille unità in mostra e 143 posti barca in più, rispetto al 2022) ha registrato la presenza in sala di tre ministri, cioè il vicepremier Matteo Salvini (Infrastrutture), Nello Musumeci (Politiche del mare) e Francesco Lollobrigida (Agricoltura). Altri due si sono collegati: Guido Crosetto (Difesa) e Adolfo Urso (Imprese e made in Italy). Anche questo un record, al quale si aggiunge la visita del premier, Giorgia Meloni, insieme al ministro Raffaele Fitto (Affari europei), prevista per oggi.
In arrivo la riforma del codice nautico
Salvini, in particolare, ha tranquillizzato Confindustria nautica e gli operatori del settore, riguardo alla volontà del Governo di abbattere i tempi della burocrazia. «Penso - ha detto - che, entro la fine dell’anno, si potrà avere la riforma del codice nautico e una semplificazione, e sburocratizzazione, anche per quanto riguarda il sistema patenti in generale. La riforma dei porti potrà vedere la luce nell’arco del primo anno del mandato di questo Governo, così come i codici che da tanti anni si attendevano». Sul tema della burocrazia si è soffermato anche Musumeci, il quale ha ricordato che, grazie al Cipom, il neonato Comitato interministeriale politiche del mare, gli imprenditori del settore «non dovranno più fare la via crucis fra i vari ministeri competenti»; poiché, ha detto il ministro, il Cipom, che funziona come una sorta «di conferenza dei servizi», consentirà alle aziende di ottenere decisioni nell’arco di «una o due sedute».
Ma è stato ancora una volta Salvini a porre l’accento sulla necessità di agevolare il più possibile il comparto del diporto. «Qualcuno - ha detto il vicepremier - dovrebbe prendere esempio dalla nautica prima d’imporre vincoli e sacrifici a settori italiani ed europei che, invece di averne vantaggio, rischiano di tornare indietro rispetto all’innovazione conquistata. Dieci anni fa qualcuno (il riferimento è al Governo retto da Mario Monti, ndr) pensava di salvare le casse dello Stato tassando le barche; noi abbiamo sostituito la r con la n. Penso sia giusto chiedere un sacrificio alle banche (anziché alle barche, ndr) che faranno decine di miliardi di extraprofitti, viste le decisioni della Bce; ma la scelta passata di tassare bellezza e innovazione è stata una delle più controproducenti della storia italiana degli ultimi anni».
Innovazione nel settore
La nautica, ha aggiunto, «è uno dei settori che più di altri si occupa di innovazione e di riduzione delle emissioni, non per vincoli europei, multe e sanzioni, ma perché l’imprenditore italiano è vocato a una sostenibilità ambientale che deve andare di pari passo con la sostenibilità economica e sociale». Il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, ha invece annunciato che «nei prossimi mesi il ministero delle Infrastrutture scorporerà l’attuale direzione generale, che si occupa di porti e navigazione, in due direzioni generali, per poter riformare i codici del settore».
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