Nave ong tedesca sequestrata, Ue: fiducia in autorità Italia
di Andrea Gagliardi
3' di lettura
Resta a Trapani l’indagine della procura su presunti contatti tra scafisti libici e l’equipaggio della nave Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettet, sequestrata ieri a Lampedusa dalle autorità. Gli investigatori hanno preso alcuni computer che si trovavano a bordo. Esaminati anche gli strumenti di bordo che raccontano i movimenti dell'unità. E sui social vanno in onda stupore e rabbia. Mentre il legale della Ong tedesca ha annunciato ricorso contro il sequestro.
Inchiesta Iuventa resta a Trapani
A spiegare il contenuto dell’indagine - avviata a marzo di quest’anno dalle dichiarazioni di due operatori della Vos Hestia, imbarcazione dell’organizzazione non governativa Save The Children - è stato il procuratore facente funzioni Ambrogio Cartosio. Gli inquirenti avrebbero accertato almeno tre casi in cui alcuni componenti dell'equipaggio della nave, non ancora identificati, avrebbero avuto contatti con trafficanti di migranti libici e sarebbero intervenuti in operazioni di soccorso senza che i profughi fossero in reale situazione di pericolo. I migranti sarebbero stati trasbordati sulla nave della ong scortati dai libici. La responsabilità degli illeciti sarebbe individuale. Non ci sarebbero cioè legami tra i trafficanti e la Ong: infatti non è stata contestata l'associazione a delinquere, che, qualora fosse stata ipotizzata, avrebbe reso necessario un passaggio di competenza a indagare sarebbe alla Dda (direzione distrettuale antimafia) di Palermo.
Legale Ong tedesca: ricorreremo contro sequestro
L’avvocato Leonardo Marino, difensore della ong tedesca Jugend Rettet, ha annunciato ricorso contro il sequestro. La richiesta di restituzione riguarderà l'
imbarcazione, ma anche i documenti e i pc sequestrati. «Per noi il salvataggio di vite umane è e sarà la priorità e ci dispiace non poter operare nella zona di ricerca e salvataggio in questo momento. Non vogliamo fare alcuna ipotesi, per questo stiamo raccogliendo informazioni a tutti i livelli e solo dopo potremmo valutare le accuse. Speriamo di incontrare le autorità italiane prestissimo» ha
scritto l'ong Jugend Rettet su Twitter e sul suo sito
Ue: fiducia in autorità Italia
«Sappiamo dell'incidente ma non abbiamo dettagli se sia il risultato del Codice di condotta per le ong o altro. Abbiamo fiducia nelle autorità italiane che
stanno gestendo». Così il portavoce della Commissione europea Mina Andreeva sul sequestro di nave Iuventa, dell'ong Jugend Rettet (che ha deciso di non firmare il codice di condotta per le Ong che operano nel Mediterraneo voluto dal Viminale e approvato dalla commissione Ue) su mandato delle autorità giudiziarie nell'ambito di una inchiesta sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Avramopoulos: tutte ong aderiscano a codice
«Mi dispiace che alcune ong abbiano scelto di non firmare il Codice di condotta. Dobbiamo lavorare tutti assieme per smantellare il modello di business dei trafficanti ed evitare le morti dei migranti. Per questo chiedo di nuovo a tutte le ong di aderire all'iniziativa. Più ampia sarà la scala del nostro lavoro comune, migliori saranno i risultati sul terreno» ha dichiarato oggi il commissario europeo a Migrazione e Affari interni Dimitris Avramopoulos.
Iuventa, stupore e rabbia sui social
Intanto è un mix di stupore e rabbia la reazione sui social all’inchiesta che ha portato al sequestro della Iuventa. Quasi unanime la condanna, con molti utenti che chiedono pene severe. C'è chi invita eventuali donatori a fare causa all'Ong per riavere indietro i soldi, o accusa l'organizzazione di essere formata da «schiavisti». Non mancano gli appelli alla cancelliera Angela Merkel a prendere posizione. C'è anche chi la pensa diversamente: «Solidarietà con la Jugend Rettet, fermiamo la morte nel Mediterraneo, noi difendiamo i diritti umani”, scrive un utente. «Aspettiamo l'esito delle indagini», è l'invito di altri. La Iuventa ha iniziato le sue attività di soccorso il 30 giugno dell'anno scorso. Il progetto è nato per volontà di un gruppo di giovani berlinesi, tra i 20 ai 30 anni, che hanno fondato la Ong.
loading...