Negli Emirati il successo passa dallo studio della cultura
L'area è in forte sviluppo ed è attratta dal made in Italy: le idee e i format studiati per la clientela locale
di Giulia Crivelli
3' di lettura
«Abbiamo molti preconcetti e idee sbagliate sulla maggior parte dei Paesi arabi. L’unico modo per farsi un quadro equilibrato è passarci del tempo, per capirne la storia, la cultura, la situazione attuale. E per conquistare la fiducia degli interlocutori locali». Sono considerazioni di Marcello Tassinari, ceo di Sicis, azienda di Ravenna specializzata in mosaici, che negli anni, partendo dai “classici” mosaici di minipiastrelle ha spaziato nell’arredo e persino nei gioielli. Categorie diventate strategiche per la crescita in Medio Oriente (e non solo). «Sicis è presente nel Middle East dal 1990: abbiamo decorato con i nostri mosaici il Burji Al Arab nel 1996. Fu un progetto immobiliare iconico, che portò Dubai e Sicis alla ribalta internazionale – spiega Tassinari –. A seguire, sempre a Dubai, ci sono stati progetti importanti come il Four Seasons Jumeraih, l’Atlantis The Palm, l’Onlyone e grandi residenze private».
Gli Emirati arabi uniti, ai quali appartiene Dubai, forse il più conosciuto, nel 2022 sono indicati dal Centro Studi di FederlegnoArredo come decimo mercato dell’export di mobili e complementi italiani, con una quota del 2%. L’area ha però la crescita più forte dei Paesi nella top ten (+31,6%) e rispetto al 2020, quando il mercato valeva 197 milioni, nel 2022 è arrivato a 313 e le prospettive per il 2023 sono ottime, anche grazie alla geopolitica e al trasferimento negli Emirati di molti russi facoltosi (la Russia è infatti uscita nel 2022 dalla classifica dei primi dieci mercati di export). Ulteriori numeri sui mercati emergenti vengono dal monitor di Intesa Sanpaolo, che sottolinea in particolare il calo dell’export verso la Cina (-0,6%, legato al perdurare, per buona parte del 2022, delle restrizioni anti Covid), ma prevede un buon recupero nel 2023 e 2024, sulla scia di quello che è successo in Europa e negli Stati Uniti nel 2021 e 2022. La crescita dell’India, indica il monitor, è stata del 34%, ma la quota in valore resta molto piccola (0,6% dell’export totale), pur con ottime prospettive di crescita.
Tornando a Sicis, significativa la scelta di allestimento per lo stand al Salone del mobile, dove un grande spazio riprodurrà l’area delle case private riservata, in molti Paesi arabi, all’incontro con gli ospiti. «In Medio Oriente abbiamo realizzato altri progetti importanti – sottolinea il ceo di Sicis –. Come la moschea Qatara a Doha, per la quale abbiamo fornito 2mila metri quadrati di mosaico in oro, e la stazione metropolitana Qatar Rail, con mosaici tridimensionali. Sicis ha inoltre partecipato a Expo 2020 Dubai in qualità di platinum sponsor del Padiglione Italia, dove abbiamo promosso la bellezza dell’arte musiva con la decorazione in mosaico della Torre della memoria con il David di Michelangelo».
Anche Bonaldo ha investito in Medio Oriente, oltre che in Cina e India, un’eterna promessa dell’alta gamma (vale per i mobili e pure per la moda). A inizio 2023 è stato aperto un Bonaldo Space ad Amman, in Giordania, e un Bonaldo flasghip store sta aprendo a Doha, in Qatar. Un altro Bonaldo Space sarà, entro il 2023 a Erbil, in Iraq, mentre a Riyad, in Arabia Saudita, sarà inaugurato un monomarca. Per la Cina sono in apertura tre Bonaldo Space entro luglio 2023, a Zhenghzou, Xian e Chendgu; un quarto sarà inaugurato in India entro maggio ad Hyderabad.
Medio Oriente, Cina e India sono obiettivi di sviluppo inoltre per Kartell (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 aprile): «Al Salone di quest’anno aspettiamo il gran ritorno dei visitatori dalla Cina e ci aspettiamo novità dall’India – spiega Federico Luti, direttore commerciale dell’azienda lombarda –. Aldilà del Salone e dei contatti e contratti che arriveranno, nei prossimi mesi il focus saranno gli Emirati: in giugno e luglio apriremo spazi di oltre 300 metri quadri nel Dubai Mall e nel Dubai District e siamo in trattative per un terzo spazio nel nuovo mall Dubai Hill». Kartell investirà poi ad Abu Dhabi, dove in settembre parteciperà alla locale fiera del design. «Gli Emirati sono l’area del Medio Oriente che corre di più – conclude Luti –, ma in siamo presenti da anni e con ottime prospettive pure a Doha, nel Bahrein e in Libano, un Paese incredibile, che alla fine del 2022, sorprendendo tutti e nonostante le mille difficoltà che sta attraversando, è ripartito».
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