Negli ultimi mesi il 2% dei positivi aveva già avuto il Covid. Con Omicron reinfezioni destinate a crescere
Dai dati dell’Iss emerge che negli ultimi quattro mesi si sono registrati 1.845.274 casi di Covid. Di questi, 1.809.192 erano nuove diagnosi e 36.082 reinfezioni. Ma la circolazione della variante Omicron è associata a un rischio di reinfezione superiore rispetto alla variante Delta
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
2' di lettura
Si può riprendere il Covid se lo si è già avuto? La risposta è sì. I casi di cronaca trovano conferma nei dati sulle reinfezioni pubblicati per la prima volta nell’ultimo bollettino settimanale sulla sorveglianza integrata dell’Istituto superiore di sanità. Rielaborando i dati dell’Iss emerge che negli ultimi quattro mesi (dal 24 agosto al 26 dicembre) si sono registrati oltre 1,8 milioni (1.845.274 per la precisione) casi di Covid. Di questi, 1.809.192 erano nuove diagnosi e 36.082 reinfezioni. Di fatto, il 2% delle persone positive negli ultimi quattro mesi aveva già avuto il Covid.
La distribuzione per fasce d’età
Analizzando la distribuzione per fascia d'età, si osservano alcune differenze tra prime diagnosi e reinfezioni; in particolare nella fascia di età 20-39 e 60-79 anni. Il 40% delle reinfezioni è infatti stato notificato nella fascia 20-39 mentre nella stessa fascia di età è stato osservato il 29% delle prime diagnosi. Nella fascia 60-79 si osserva l'8% delle reinfezioni mentre a partire dal 24 agosto si è osservato il 14% delle nuove diagnosi.
Sanitari più reinfettati
Da segnalare inoltre che nello stesso arco temporale gli operatori sanitari che hanno contratto una infezione da Covid rappresentano il 2% del totale dei casi segnalati, mentre quelli che hanno contratto una reinfezione sono pari al 6,8% del totale delle reinfezioni.
Lo stato vaccinale di chi si è ricontagiato
Non solo. Tra i casi che hanno riportato una reinfezione, il 73% erano vaccinati con almeno una dose dopo la prima diagnosi, il 4% era vaccinato con almeno una dose almeno 14 giorni prima della prima diagnosi, mentre circa il 24% delle reinfezioni risulta in soggetti non vaccinati.
Con Omicron rischio reinfezioni più alto
Va considerato inoltre che la variante Omicron è un probabile catalizzatore di reinfezioni. L’Iss specifica infatti nel report che i dati riportati «si riferiscono prevalentemente alla circolazione della variante Delta». E avvisa come sia «probabile che con l'aumento della circolazione della variante Omicron il rischio di reinfezione possa aumentare come riportato da un recente studio pubblicato nel Regno Unito dall'Imperial College che ha evidenziato come la circolazione della variante Omicron sia associata a un rischio relativo di reinfezione di 5,41 volte superiore rispetto alla variante Delta».
Reinfezioni sottostimate
Infine c’è da fare i conti con il fatto che le reinfezioni riportate siano sottostimate. L’Iss specifica infatti che «un limite dell'analisi dei dati sopra riportati è che la stima della frequenza delle reinfezioni è conservativa, in quanto tiene conto solo dei casi confermati in laboratorio e inseriti nella piattaforma della sorveglianza integrata Covid-19». Ecco perché «una quota di soggetti che si è infettata durante la prima ondata della pandemia e che a causa della limitata sintomatologia non è stata sottoposta a conferma di laboratorio, potrebbe essersi successivamente reinfettata ma, a causa del mancato inserimento in piattaforma dei dati relativi alla prima infezione, potrebbe non essere considerata una reinfezione».
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