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Nei bandi Ue da preservare le lingue minori

La Corte europea di Giustizia ha preso le difese ieri delle lingue minori nell'Unione europea

di Beda Romano

2' di lettura

La Corte europea di Giustizia ha preso le difese ieri delle lingue minori nell'Unione europea. In una sentenza, ha ritenuto illegittima la decisione della Commissione europea di limitare a tre lingue – il francese, l'inglese e il tedesco - la scelta della seconda lingua da conoscere in alcuni specifici concorsi di accesso alle istituzioni comunitarie.

Il ricorso era stato presentato dai governi di Italia e Spagna.

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La vicenda era relativa due bandi di concorso che riguardavano la costituzione di elenchi di riserva di amministratori nel settore dell'audit; e la costituzione di elenchi di riserva di amministratori incaricati di funzioni di investigatori e di capi di gruppi di investigatori nei settori delle spese dell'Unione, della lotta alla corruzione, delle dogane e del commercio, del tabacco o delle merci contraffatte.

I candidati ai concorsi dovevano dimostrare la conoscenza di una delle 24 lingue dell'Unione europea e, in aggiunta, la conoscenza di inglese, francese o tedesco, qualificate come le principali lingue di lavoro delle istituzioni dell'Unione. In primo grado, il Tribunale aveva dato ragione a Roma e a Madrid, ritenendo la limitazione alle tre lingue appena citate «una disparità di trattamento».

Ieri la Corte europea di Giustizia ha confermato l'opinione del Tribunale sulla scia di un ricorso di impugnazione da parte della Commissione. I magistrati comunitari hanno spiegato che «tale disparità non era oggettivamente giustificata dalla principale ragione addotta a motivo nei bandi di concorso, ossia la necessità che gli amministratori assunti siano immediatamente operativi».

La sentenza della Corte giunge in un contesto nel quale regolarmente si pone la questione delle lingue di lavoro nelle istituzioni comunitarie. Molti documenti sono tradotti in tutte le lingue dell'Unione, ma vi sono casi in cui solo l'inglese e il francese hanno la meglio. Uno di questi casi, sempre controverso, riguarda i punti-stampa quotidiani dell'esecutivo comunitario che si svolgono solo in inglese e in francese.

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