Nel 2021 donazioni ancora in calo per il 43% delle non profit
L’indagine dell’Istituto Italiano della Donazione sull’anno e mezzo di pandemia. La donazione media si attesta sugli 80 euro
di Daniela Russo
I punti chiave
4' di lettura
Non si esaurisce con il 2020 l'effetto negativo della pandemia sulla raccolta fondi delle organizzazioni non profit (Onp). La flessione persiste anche nel 2021: il 43% delle oltre 350 organizzazioni intervistate dall'Istituto Italiano della Donazione (IID) nell'ambito del report annuale “Noi Doniamo” stima di chiudere l'anno con una diminuzione delle entrate moderata o consistente. Metà di queste ritiene che la perdita sarà significativa. Solo il 17,3% degli enti prevede un incremento, per lo più moderato. Il restante 39,7% si aspetta una chiusura in continuità con il 2020.
Previsioni che trovano riscontro nei risultati del primo semestre. Il 49% degli attori del terzo settore, infatti, ha già registrato un calo della raccolta fondi nei primi sei mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'analisi, realizzata in occasione del Giorno del Dono e discussa la prossima settimana nel corso della sesta edizione di Reinventing Non Profit (7-8 ottobre) assieme a Francesco Quistelli (ceo Atlantis Company), si propone di indagare l'andamento delle tre principali tipologie di dono: il volontariato, la donazione economica e quella biologica.
«Le previsioni per il 2021 – commenta Cinzia Di Stasio, segretario generale Iid– non sono rosee. Il 43,6% degli intervistati prevede una diminuzione delle entrate e solo il 17% sostiene di migliorare. Nei primi sei mesi del 2021 permangono le difficoltà, il 49% ha già registrato un calo della raccolta fondi rispetto al primo semestre 2020. Parliamo, quindi, di un anno e mezzo di sofferenza». Nonostante gli indicatori negativi relativi alle donazioni, il terzo settore ha reagito con flessibilità e creatività agli effetti della pandemia, imparando anche a cambiare pelle rapidamente. A distinguersi sono state soprattutto le realtà più vicine ai territori, sottolinea il segretario generale Iid.
Come è andato il 2020?
Il 2020 ha visto un complessivo incremento della generosità degli italiani, dovuto all'emergenza sanitaria e alle tante iniziative volte a contenerla, con la conseguente frenata delle donazioni verso le organizzazioni non profit. La raccolta fondi, per la prima volta, diminuisce per il 54,5% delle Onp. È invariata per il 20,5% e in aumento per il 25 per cento. Non frenano solo le risorse provenienti da privati (diminuite per il 45,5% e invariate per il 37,5% degli intervistati), quelle aziendali diminuiscono per il 36,4% e restano invariate per il 58% del campione. In controtendenza le Fondazioni, la raccolta proveniente da queste fonti cresce per il 26,1% delle Onp e diminuisce solo per il 14,8 per cento.
Donazione media a 80 euro
Tra le note positive del 2020, l'aumento del valore della donazione media verso una Onp, che si attesta a quota 80 euro (nel 2019 era pari a 66 euro). Cresce anche il valore delle donazioni informali, pari a 36 euro rispetto ai 29 di un anno prima. In questo scenario prende forma una piccola trasformazione, la crescita della raccolta fondi proveniente dall'online: il 28,4% degli intervistati dichiara di registrare un aumento nel 2020. Solo il 13,6% denuncia un decremento e il 58% conferma l'andamento del 2019. «La crescita dell'online – commenta Di Stasio – è da accogliere con favore. Le organizzazioni sono state pronte ad adottare nuovi modelli, superando le tradizionali difficoltà nell'implementare sistemi di raccolta non di contatto, ma, soprattutto, si sono fatti passi in avanti importanti su un tema difficile, che ha sempre visto una certa diffidenza da parte dei donatori».
Efficaci crowdfunding e fundraising
Lo strumento di raccolta fondi privilegiato resta l'accesso a bandi e finanziamenti: per il 23,9% delle organizzazioni si tratta della strada più battuta e per il 28,4% della più efficace. Il crowdfunding/personal fundraising e le aste benefiche segnano tassi di efficacia superiori a quelli di utilizzo. Drastico il calo registrato dagli eventi di raccolta fondi tenuti in persona: nel 2019 erano la forma preferita dal 13% degli enti e la più remunerativa per il 15 per cento. Un anno dopo, i dati si attestano al 6,8% e al 3,4 per cento.
Frenano anche le donazioni di tempo e quelle biologiche
I lockdown hanno impattato sulla possibilità di fare volontariato: secondo l'indagine Avq Istat la quota dei volontari è calata dal 9,8% al 9,2 per cento. L'indagine Iid sugli effetti del Covid aveva già rilevato una quota pari al 45% delle organizzazioni interpellate costretta a interrompere le proprie attività coi volontari. Cala il numero dei donatori di sangue nel 2020: -3,4% rispetto al 2019, secondo il Centro nazionale sangue. I nuovi donatori diminuiscono del 2 per cento. Qualche segnale positivo arriva dalla donazione di plasma e piastrine in aferesi, i donatori crescono del 7,5 per cento. L'emergenza sanitaria ha provocato un calo dei trapianti di organi e tessuti. Lieve calo anche dei consensi alla donazione degli organi sui rinnovi dei documenti di identità, passati dal 68% del 2019 al 66,4% del 2020.
Le fonti
“Noi doniamo” valuta il comportamento donativo utilizzando diverse fonti: l'indagine sulle Raccolte Fondi dell'Istituto Italiano della Donazione, condotta in collaborazione con CSVnet, le rete dei Centri di Sevizio per il Volontariato, ricerche Bva Doxa, l'indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana (Avq)” Istat, l'Italy Giving Report di Vita Non Profit Magazine.
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