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Nel 2022 i deflussi dai piani individuali sono arrivati a 637 milioni

Anche la raccolta mensile di dicembre è stata negativa per 92,3 milioni. Ancora positive le performance dal 2019 a oggi con la maggior parte dei prodotti che presenta rendimenti a doppia cifra

di Isabella Della Valle

Pir, nel 2022 raccolta negativa per 637 milioni

2' di lettura

Cala il sipario su un anno difficile. La partenza era stata positiva, ma a maggio c'è stata una brusca inversione di rotta che non è più cambiata. Tradotto in cifre, nel 2022 dalle casse dei gestori di Pir sono usciti 637 milioni, mentre nel solo mese di dicembre la perdita è stata di 92,3 milioni (il bilancio 2021 si è chiuso in attivo per 322 milioni).
Queste sono le cifre elaborate dal consueto Osservatorio mensile di Plus24 sui piani individuali di risparmio. Nel calcolo del saldo totale sono stati sommati i primi tre trimestri elaborati a consuntivo da Assogestioni (-351,2 milioni) al quarto calcolato dall'Osservatorio (-286 milioni).

Lo scenario

La lettura di questi numeri, in netta controtendenza rispetto all'andamento dei fondi azionari tradizionali (che hanno incassato 21 miliardi nel 2022 e 1,4 a dicembre), potrebbe avere varie interpretazioni. Dal lato dell'offerta è possibile che i piani individuali di risparmio non vengano venduti bene perché è più difficile collocare un prodotto con un orizzonte temporale medio lungo che investe su un segmento così specifico del mercato (sono strumenti ancora relativamente giovani verso i quali potrebbe esserci ancora qualche riserva).

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Dal lato domanda, invece, se il Pir è stato acquistato più per vantaggio fiscale che per una convinzione sul potenziale di sviluppo delle piccole medie imprese italiane, facile pensare che ai primi scossoni del listino la tendenza prevalente sia stata quella di monetizzare i guadagni con buona pace del contributo all'economia reale. Il timore di ridimensionare il capitale investito in futuro è maggiore rispetto alla possibilità di non essere tassati. Inoltre la possibilità di portare a casa guadagni interessanti, prima che siano trascorsi cinque anni, è allo stesso modo allettante: sulla distanza di quattro anni in molti casi i Pir viaggiano con performance a due cifre (vedi tabella a lato). A questo si aggiunge il timore legato all'incertezza per una serie inaspettata di situazioni che continua a mettere in discussione le scelte di investimento passate e future.

La raccolta e le performance

Dal versante della raccolta, soltanto 10 Pir tra quelli analizzati hanno registrato flussi positivi e il saldo più elevato non supera i 500mila euro. Tra i prodotti più performanti, Anthilia Small Cap Italia ha ottenuto il risultato migliore in assoluto con un guadagno del 111% dal 2019. Completamente diverso, invece, il quadro a partire da inizio 2022. In questo caso sono i segni meno a spopolare. Il fondo migliore, Euregio Plus Generation Dynamic Pir I, ha perso il 3%, quello peggiore, New Millenium Aim Sistema Italia, il 21,6 per cento.

L’OSSERVATORIO DI PLUS24 SUI PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO
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Le società

Dicembre è stato un mese particolarmente difficile per i gestori dei piani individuali di risparmio. Sono pochissime, infatti, le società che hanno archiviato l’ultimo mese dell’anno con i conti in attivo e in nessun caso il saldo ha superato il messo milione di euro. Stiamo parlando di Anthilia (0,52 milioni), di Banca Generali (0,3 milioni), di Symphonia (0,15) e di Euregio (0,07).I segni negativi, invece, si sprecano. La Sgr che ha registrato i maggiori deflussi è stata Amundi (-43,8 milioni), seguita da Eurizon (-21 milioni) e da Fudeuram (-8,2 milioni).


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