Nel 2022 in Italia spesi 2,2 miliardi per i videogiochi
Mercato sostanzialmente stabile ma ha pesato la carenza di console next gen. In Italia attive nello sviluppo dei titoli 160 tra start up e Pmi
di Enrico Netti
3' di lettura
Resta sostanzialmente stabile a 2,2 miliardi la spesa degli italiani per i videogiochi. Gli acquisti per i titoli sfiora i 1,8 miliardi (-0,5% sul 2021) mentre per quanto riguarda l’hardware sono stati spesi 409 milioni con una flessione del 7,7% sull’anno precedente. Il calo è stato causato dalla mancanza di prodotto, soprattutto per le Xbox Series X/S e la Playstation 5, a causa della carenza di chip. Inoltre i due modelli di Ps5 hanno visto un rincaro di 50 euro in autunno. Per quanto riguarda il software si è visto un leggero calo delle vendite per console e Pc (-1,7%) e app (-1,3%), insieme valgono l’84,3%. I titoli pacchettizzati, su disco, valgono un settimo del mercato e crescono del 5,2%. È quanto emerge dal report «I videogiochi in Italia nel 2022» pubblicato da Iidea, Italian interactive digital entertainment association, che riunisce una sessantina di soci tra cui i produttori di console per videogiochi, editori multinazionali di videogiochi, sviluppatori italiani di videogiochi e operatori del settore esports.
La platea e l’industria
Quasi un italiano su quattro è un videogiocatore con una età media vicina ai trent’anni. Di questa platea il 42% è donna anche se spesso usa un avatar maschile. La distribuzione per fascia di età la maggioranza è di teenager tra gli 11 e 14 anni dove il 71% gioca, seguita a pari merito dalle fasce 15-24 anni e 6-10 anni (entrambe 58%). Tra le piattaforme preferite, i dispositivi mobile sono i più utilizzati (69,7%), seguiti da console (45,8%) e Pc (38%). Torna ai livelli pre-pandemici il tempo di gioco medio, diminuito a 7,52 ore settimanali rispetto alle 8,67 dell'anno precedente. Sugli smartphone i titoli prediletti sono quelli di genere brain/puzzle, trivia e role playing, mentre su console e Pc le donne preferiscono
family e adventure, mentre gli uomini si orientano su strategia, sport e racing.
Per quanto riguarda la produzione nazionale di titoli vede protagoniste 160 tra start up e Pmi. Aumentano le imprese con un numero di addetti tra i 10 e i 20, che passano dal 15% del 2021 al 20% attuale. Il fatturato complessivo dalle imprese di produzione si aggira nel 2022 tra i 130 e i 150 milioni, segnando un +30% rispetto all'anno precedente e mostrando un forte potenziale di crescita. Il mercato di destinazione rimane quello europeo, che esce però ridimensionato (dal 60% nel 2021 al 43%) a beneficio di quello nordamericano, la cui incidenza sul totale passa dal 25% del 2021 al 40% del 2022. Limitato il peso dell'Italia, per quanto in leggero aumento (7%).Per quanto riguarda gli addetti alla produzione, i professionisti aumentano del 50%, passando dai 1.600 del 2021 ai 2.400 del 2022. Il 77% del fatturato deriva dal mercato B2C (+9%), mentre per il 75% dei developer italiani il Pc resta la piattaforma preferita di sviluppo: seguono mobile (50%) e console (40%). Si inizia a intravedersi l’impatto del sostegno pubblico al settore, come effetto diretto dell’attuazione del tax credit e dell'avvio di programmi di accelerazione verticali, oltre che delle acquisizioni internazionali che hanno recentemente interessato alcuni studi italiani. Il report ricorda inoltre quali sono stati i campioni d’incassi del 2022. Al primo posto c’è Fifa 2023 di Activision. Seguono lo sparatutto Call of Duty: Modern warfare II di Activision Blizzard e Fifa 2022.
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