Nel 2022 oltre 76mila colf e badanti in meno rispetto al 2021 (-7,9%)
La flessione arriva dopo gli incrementi del biennio 2020-2021 dovuti ad una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all'entrata in vigore del decreto “Rilancio” (D.L. n. 34 del 19/05/2020) che ha regolamentato l'emersione di rapporti di lavoro irregolari.
di Andrea Carli e Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
Nel 2022 i lavoratori domestici (colf e badanti) con contributi all'Inps sono stati 894.299, il 7,9% in meno rispetto al 2021 (-76.548 lavoratori). La flessione arriva dopo gli incrementi del biennio 2020-2021 dovuti ad una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all'entrata in vigore del decreto “Rilancio” (D.L. n. 34 del 19/05/2020) che ha regolamentato l'emersione di rapporti di lavoro irregolari.
L’86,4% di lavoratori domestici nel 2022 sono donne
Fino al 2019, il trend decrescente del numero complessivo dei lavoratori domestici è simile tra maschi e femmine, anche se la composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di donne, il cui peso è aumentato nel tempo raggiungendo nel 2019 il valore massimo degli ultimi sei anni (88,6%). Con l'incremento di lavoratori del biennio 2020-2021, il peso delle donne è diminuito e nel 2022 si attesta all'86,4%, mentre gli uomini, scendendo nel 2022 sotto le 122mila unità, fanno registrare un decremento di oltre il 18% rispetto al 2021.
Lombardia al top per colf e badanti
Il Nord-Ovest è l'area geografica con il maggior numero di lavoratori (30,8%), seguita dal Centro con il 27,2%, dal Nord-Est con il 20,3%, dal Sud con il 12,4% e dalle Isole con il 9,3%.La regione con il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia con 174.613 lavoratori (19,5%), seguita dal Lazio (13,8%), dall'Emilia Romagna (8,8%) e dalla Toscana (8,7%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia.
Netta prevalenza lavoratori stranieri
La composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori stranieri (69,5% del totale), anche se nel 2022 il numero dei lavoratori stranieri è diminuito dell'8,4% rispetto all'anno precedente. Si registra anche una diminuzione dei lavoratori italiani (-6,6%).La maggior parte dei lavoratori domestici (316.817 lavoratori, pari al 35,4% del totale) proviene dall'Europa dell'Est; seguono i 272.583 lavoratori di cittadinanza italiana (30,5%), quelli provenienti dal Sud America (7,8%) e quelli dall'Asia Orientale (6,8%).
Tra le donne dell’Europa dell’Est più badanti che colf
Prevale la tipologia di lavoro “Colf” con il 52% del totale dei lavoratori, contro il 48% della tipologia “Badante”. La tipologia “Colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall'Europa dell'Est, dall'Asia Medio Orientale e dall'America Centrale, in cui prevale la tipologia “Badante”.
Prevale la classe di età 50-54 anni
La classe d’età “50-54 anni” è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici, con un peso pari al 17,2% del totale, mentre il 21,4% ha un'età pari o superiore ai 60 anni e solo l'1,9% ha un’età inferiore ai 25 anni. L'analisi dei dati sulle retribuzioni nel 2022 evidenzia che il gruppo più numeroso è nella classe retributiva 13mila euro e oltre (130.478 lavoratori). Si tratta del 14,6% del totale. Le donne in media hanno una retribuzione più alta rispetto agli uomini. Il 46,5% degli uomini si colloca sotto i 5mila euro l'anno, contro il 39,7% delle donne.
Savia (Nuova Collaborazione): soluzioni fiscali per agevolare assunzione collaboratori domestici
«La pubblicazione del report è diventato un appuntamento annuale fondamentale. In questa occasione – ha spiegato Alfredo Savia, presidente Nuova Collaborazione (Associazione nazionale datori di lavoro domestico), che ha organizzato insieme all’Inps il convegno - riusciamo ad analizzare, sotto diversi aspetti, il comparto del lavoro domestico che in Italia, nonostante rappresenti un punto di riferimento nella vita e organizzazione delle famiglie, è purtroppo ancora poco conosciuto. Come associazione - ha continuato - ci stiamo rafforzando e adattando alle nuove necessità; la politica dal canto suo deve aiutare noi e le famiglie con provvedimenti duraturi nel tempo, soprattutto in materia fiscale, per agevolare l'assunzione dei collaboratori domestici, oltre a programmi che facciano emergere anche il lavoro irregolare. L'appello che voglio rivolgere alla politica e alle istituzioni è quello di porre maggiore interesse e sensibilità nei confronti del lavoro di cura».
Assindatcolf: allarme calo badanti, servono sostegni per contrastare aumento sommerso
«Oltre al decremento pari a quasi l'8% del numero complessivo dei lavoratori domestici regolari censiti nel 2022 - ha sottolineato a sua volta Andrea Zini, presidente di Assindatcolf - preoccupa il consistente calo del numero delle badanti, diminuite del 5,6% rispetto all'anno precedente. La fotografia scattata oggi dall'Inps – prosegue – rende ancora più urgente un intervento sul settore, rimasto purtroppo escluso dagli ultimi provvedimenti che prevedevano aiuti specifici per il comparto, come nel caso del Dl Lavoro. L'auspicio è che, come annunciato dal ministro del Lavoro Elvira Calderone proprio oggi, il tema degli sgravi e della deducibilità possa essere affrontato in modo organico e completo in sede di Legge di Bilancio. È evidente – conclude – che fino a quando il lavoro regolare costerà di più di quello in nero non si riuscirà ad aggredire il problema del lavoro sommerso, che vede il comparto domestico fanalino di coda in Italia».
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