Nel 2022 salgono del 32% le unioni civili e aumentano anche i matrimoni, più 4,8%
A scegliere l’unione civile soprattutto coppie composte da uomini. Aumentano le seconde nozze ma ci si lascia con meno conflitto, nel 2021 i divorzi consensuali presso i Tribunali sono stati 34.225 più 31,7% rispetto al 2020
di Patrizia Maciocchi
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Nei primi nove mesi del 2022 i dati provvisori, Istat, indicano un lieve aumento dei matrimoni, +4,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, dovuto esclusivamente alla crescita dei matrimoni civili (+10,8%).
Ad aumentare in modo consistente sono invece le unioni civili che salgono del 32,0%. È il quadro che emerge dal report Istat «Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi, anno 2021». Del confermato calo della popolazione del 2021, non hanno risentito i matrimoni. Nel 2021 sono stati celebrati in Italia 180.416 matrimoni, l’86,3% in più rispetto al 2020, un picco risultato però dell’effetto Covid che nel 2020 ha costretto le coppie e rinviare il giorno del sì. Tuttavia l’aumento non è stato sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente. I matrimoni religiosi, quasi triplicati rispetto al 2020, sono in calo (-5,1%) rispetto al periodo pre-pandemico. E comunque più di un matrimonio su due è celebrato con rito civile, pari al 54,1%. A scegliere il rito civile nel 2020 sono stati il 71,1% degli sposi. Ma, anche in questo caso il dato è frutto di una sclta indotta anche dalle restrizioni imposte dalle misure emergenziali che hanno colpito soprattutto le celebrazioni con rito religioso. A dimostrarlo anche i numeri del 2021 che fanno registrare un 54,1%, in linea sostanzialmente con il tren in crescita del periodo pre-pandemia, 52,6% nel 2019.
Matrimonio civile e religioso
Il rito civile è la scelta, per lo più obbligata di chi si sposta per la seconda volta, 95,0% delle coppie, oltre che la via imboccata nei matrimoni con almeno uno sposo straniero, 91,9% contro il 48,2% dei matrimoni in cui entrambi gli sposi sono italiani.
A prescindere dai condizionamenti dovuti al Covid e all’impossibilità di salire due volte all’altare il rito civile acquista spazio anche nel caso dei primi matrimoni, 43,1% nel 2021. Considerando i primi matrimoni tra sposi entrambi italiani, 89,0% del totale dei primi matrimoni, l’incidenza di quelli celebrati con rito civile è del 37,5% nel 2021 (33,4% nel 2019 e 20,0% nel 2008). A pesare sulla decisione tra chiesa e rito civile è invece la variabile territoriale: meno sì civili nel mezzogiorno 25,4%, e più al Centro 47,5%.
Le latidudini delle unioni civili
La scelta del regime patrimoniale di separazione dei beni, tendenzialmente in crescita rispetto al passato, 62,7% nel 2008, 40,9% nel 1995, è in lieve contrazione nel 2021, risultando l’opzione prescelta dagli sposi nel 73,4% dei casi (74,7% nel 2020).
Sempre nel 2021 sono state costituite 2.148 unioni civili tra coppie dello stesso sesso presso gli Uffici di Stato Civile dei Comuni italiani, che con un aumento del 39,6% rispetto al 2020, anno di generale contrazione, tornando sostanzialmente ai livelli del 2019 (2.297 unioni civili). Anche in questo caso incide la latitudine: il 34,5% delle unioni civili è nel Nord-ovest, seguito dal Centro 27,2%. Al primo posto c’è la Lombardia con il 21,8%, seguita dal Lazio 13,8%, Emilia-Romagna (10,1%). Quanto alle percentuali al vertice si colloca la Toscana 5,6 per 100mila, seguita da Lazio 5,2 e Lombardia 5,0.
Nel 2021 l’8,5% delle unioni civili si è costituito nel comune di Roma e il 6,6% in quello di Milano. L’unione civile riguarda in prevalenza gli uomini 1.225 unioni, il 57,0% del totale, anche se in diminuzione rispetto sia all’anno precedente 62,4%. La ripartizione con la più alta incidenza delle unioni tra uomini è il Sud (59,3%), mentre tra le regioni spicca l’Umbria 68,6%.I primi matrimoni nel 2021 sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente: 142.394 nel 2021, il 78,9% dei matrimoni totali. Dopo essere stati più che dimezzati nel 2020 rispetto al 2019, riprendono a salire quasi fino a toccare i livelli registrati prima della pandemia -2,6% rispetto al 2019. A crescere sono soprattutto le prime nozze con sposo e sposa in età tra 30 e 34 anni (rispettivamente +140,9% e +148,5%), le classi di età più penalizzate nell’anno della pandemia.
Le seconde nozze
Sono in aumento anche le seconde nozze. La pandemia ha colpito in maniera meno pesante i secondi matrimoni, -28,6% nel 2020 rispetto al 2019, cosicché la loro successiva ripresa, pur meno incisiva rispetto ai primi matrimoni, è tale da superare i livelli del 2019 (38.022 nel 2021, +0,2%).In base allo stato civile degli sposi, la tipologia più frequente tra i matrimoni successivi al primo è quella in cui lo sposo è divorziato e la sposa è nubile: sono 12.444, il 6,9% dei matrimoni celebrati nel 2021). Seguono a ruota le celebrazioni in cui entrambi gli sposi sono divorziati 6,3% e quelle in cui la sposa è divorziata e lo sposo è celibe 5,7%. I matrimoni successivi al primo sono più diffusi nei territori in cui si registrano i tassi di divorzio più elevati, ovvero nelle regioni del Nord e del Centro. Le percentuali più alte di matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze sul totale delle celebrazioni si osservano in Liguria 36,1% e Friuli-Venezia Giulia 32,5%. Le incidenze più basse sono invece, in Basilicata 8,0% e Calabria 8,6%. Sono 24.380 le nozze con “almeno” uno sposo straniero +29,5%. I matrimoni misti - in cui uno sposo è italiano e l’altro straniero- ammontano a oltre 18mila e continuano a rappresentare la parte più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero 75,1%. Quasi i tre quarti dei matrimoni misti riguardano coppie con sposo italiano e sposa straniera 13.703, pari al 7,6% delle celebrazioni a livello nazionale nel 2021. Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 4.595, il 2,5% del totale delle spose. Nel 2021 i divorzi consensuali presso i Tribunali sono stati 34.225 Questa tipologia di divorzi registra l’aumento più consistente con il + 31,7% rispetto al 2020 quando erano stati 25.982. Complessivamente i divorzi nel 2021 sono stati 83.192.
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