Le misure per il futuro

Nel 2030 un italiano ogni 12 sarà anziano e non autosufficiente: più cure a casa e meno Rsa

Le misure per il futuro: riforma complessiva del settore con 3,5 miliardi. Nel 2030 ci saranno cinque milioni di anziani non autosufficienti

di Valentina Melis

(Adobe Stock)

4' di lettura

Tre miliardi e mezzo di finanziamenti europei per rilanciare l’assistenza degli over 65 a casa, riconvertire le Rsa in appartamenti autonomi e aumentare i servizi sociali per gli anziani anche lontano dalle grandi città. E, a seguire, una legge di riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, da adottare entro la fine della legislatura (primavera 2023). È con queste due mosse che il Piano nazionale di ripresa e resilienza inviato a Bruxelles punta a colmare il divario dell’Italia rispetto alle migliori pratiche europee sull’assistenza agli anziani, e a sciogliere una serie di criticità messe drammaticamente in luce dalla pandemia di Covid-19. Peraltro, la dinamica demografica, con un costante invecchiamento della popolazione, rende più urgente l’individuazione di livelli essenziali di assistenza per gli anziani non autosufficienti (prevista dal Pnrr).

I NUMERI

I NUMERI

Gli over 65 in Italia sono 13,8 milioni, il 23% della popolazione. Nel 2050 si stima che arriveranno a sfiorare i 20 milioni (34% della popolazione). Gli anziani non autosufficienti, cioè con disabilità fisiche o mentali che ne determinano la dipendenza da altre persone nella vita quotidiana, sono 2,9 milioni. Come nota anche il Pnrr «secondo le stime attuali, il numero di anziani non autosufficienti raddoppierà fino a quasi 5 milioni entro il 2030».

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L’assistenza a casa

Nella missione 6 (Sanità), il Pnrr destina tre miliardi al potenziamento dell’assistenza domiciliare per gli anziani. Oggi riceve un’assistenza a casa il 6,5% degli anziani, con una media di 18 ore all’anno. Mentre a livello internazionale si stima siano necessarie circa 20 ore mensili di assistenza. L’investimento previsto nel piano ha l’obiettivo di aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10% degli over 65. I principali destinatari di questa azione saranno gli anziani con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti.

La riconversione delle Rsa

Altri 300 milioni finanzieranno la riconversione delle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali, con l’obiettivo di aumentare nel territorio gli appartamenti autonomi e attrezzati per anziani con disabilità. L’obiettivo è farli anche prendere in carico dai servizi sociali, in modo da essere seguiti e aiutati nei bisogni quotidiani. In Italia sono 295.473 gli anziani ospiti dei presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari, 233.874 dei quali non autosufficienti (fonte Istat). I posti letto nelle strutture residenziali ogni 100 anziani over 65 sono 1,9 in Italia (5,4 in Germania, 5 in Francia, 4,6 in Austria e 4,4 nel Regno unito).

Più servizi nel territorio

Un’altra tranche di fondi del Pnrr, proveniente dagli 830 milioni destinati alle aree interne, finanzierà servizi per gli anziani nel territorio, nell’ottica di favorire la socializzazione e l’assistenza anche per chi resta a vivere a casa. «Finalmente il Pnrr prevede la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, attesa dagli anni 90», sottolinea Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento e coordinatore del Network Non autosufficienza. «Il secondo aspetto positivo è l’investimento nella domiciliarità - continua Gori - che rispetto alla versione “Conte” del piano ha visto aumentare i fondi da uno a tre miliardi. Infine, nel progetto di riforma, l’assistenza sociale e quella sanitaria sono integrate».

LA RIFORMA PREVISTA NEL PNRR E I FONDI DISPONIBILI

Montecitorio (Imagoeconomica)

2023: LA RIFORMA DEL SETTORE

Prevista una legge attesa dagli anni 90

Entro la fine della legislatura (primavera 2023) dovrà essere approvata una legge delega di riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Lo scopo è arrivare a un approccio integrato fra prestazioni sociali e sanitarie, favorendo la cura degli anziani il più possibile fuori dagli istituti. La riforma svilupperà i progetti inseriti nel Pnrr, puntando a semplificare l’accesso alle prestazioni, a rafforzare l’assistenza domiciliare e a riqualificare le Rsa. Un obiettivo fondamentale sarà la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali da garantire.

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TRE MILIARDI PER LA DOMICILIARITÀ

Il target è cure a casa al 10% degli over 65

Il Pnrr destina nell’ambito della missione 6 (Salute) tre miliardi al potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare, rivolti in particolare agli over 65 con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti. Gli interventi sono da integrare con quelli sociali. L’obiettivo è aumentare il volume delle prestazioni sanitarie rese a domicilio, fino a prendere in carico, entro il 2026, il 10% della popolazione di età superiore a 65 anni (in linea con le migliori prassi europee). L’assistenza domiciliare oggi copre il 6,5% degli over 65, con una media di 18 ore al mese.

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TRECENTO MILIONI PER LA RICONVERSIONE RSA

Più appartamenti attrezzati e servizi

Nella missione 5 del Pnrr (Lavoro e coesione) 300 milioni di euro sono destinati alla riconversione delle Rsa (le residenze sanitarie assistenziali) e delle case di riposo in gruppi di appartamenti autonomi. L’obiettivo è assicurare, per quanto possibile, la massima autonomia e indipendenza delle persone anziane, in un contesto nel quale sia garantita una esplicita presa in carico da parte dei servizi sociali e siano assicurati i necessari sostegni in appartamenti autonomi e attrezzati, anche per persone con disabilità.

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OTTOCENTOTRENTA MILIONI PER LE AREE INTERNE

Più infrastrutture di comunità

Una parte degli 830 milioni destinati dalla missione 5 alle aree interne (distanti cioé dalle grandi città, e soggette a un declino demografico, economico e infrastrutturale), finanzierà il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità. L’obiettivo di questo intervento è agevolare la soluzione di problemi di disagio e di fragilità sociale, con più servizi sia agli anziani, sia ai giovani in difficoltà. L’obiettivo è creare anche dei luoghi di aggregazione dove gli anziani che vivono in casa possano ricevere servizi e trovare forme di vita comunitaria.

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