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Nel depuratore di Nosedo livelli record di ketamina Via dai radar l’amfetamina

L’analisi dell’acqua

di Michelangelo Bonessa

3' di lettura

Milano capitale italiana della ketamina. Un dato emerso dallo studio condotto dal gruppo europeo Score in collaborazione con l’Agenzia europea per il monitoraggio delle dipendenze (Emcdda) che nel capoluogo lombardo analizza i campioni giornalieri di acque del depuratore di Nosedo.

Un impianto che raccoglie circa il 50% dei reflui complessivamente collettati dalla rete fognaria cittadina. Il monitoraggio europeo attivo dal 2011 ha svolto questo genere di analisi in 104 città europee, tra cui Milano e Bolzano, in 21 Paesi UE. Ed è emerso che quando si parla di droghe sintetiche si considera solo una parte del fiume di sostanze stupefacenti che scorre nel sangue degli europei: cocaina, amfetamina, metamfetamina, Mdma/ecstasy e ketamina, sono tutte presenti.

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I risultati di quest’anno dello studio del gruppo Score si basano su analisi effettuate sulle acque reflue tra marzo e aprile 2022. Milano è addirittura la quarta città europea per consumo di ketamina dopo Barcellona, Lisbona e Copenhagen con una media giornaliera di 13.8 milligrammi per 1000 persone. Circa 18 grammi al giorno per tutta la città per un valore medio al grammo che oscilla tra i 200 e i 400 euro, si va dai 3600 ai 7200 euro al giorno di giro d’affari. Cifre relativamente basse se confrontate ad altre sostanze più note nello storytelling delle notti milanesi di cui poi raccontano i tribunali: si consuma quasi il doppio della cocaina rispetto al 2011, da 238 a 390 milligrammi ogni 1000 persone, ma in questo caso Milano non è nemmeno tra le prime 20 città europee. Eppure si consuma 390 milligrammi ogni 1000 persone al giorno, appena superiori ai 366,8 di Bolzano che però ha meno di un decimo della popolazione del capoluogo lombardo. Per la città lombarda si parla di 527 grammi al giorno per un valore di circa 42mila euro, se si considera la stima di circa 80 euro al grammo del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma è un mercato molto vario a seconda della purezza della sostanza. Una tendenza simile si vede anche per la cannabis: dal 2011 il consumo giornaliero è passato da 27 milligrammi per 1000 persone ai 53 del 2022 (Bolzano segue a 44). Una particolarità di questa droga e che il picco dei consumi è registrato di lunedì, segno che per il fine settimana le preferenze sono per altri generi di sostanze. Per quanto riguarda invece altre droghe sintetiche pare che i consumi a Milano (e Bolzano) stiano crollando: di metanfetamina nel 2011 nel capoluogo lombardo si registrava un consumo giornaliero di 48 milligrammi per 1000 persone, contro i 9.7 del 2022 (0.5 a Bolzano). Per un totale dunque di 13 grammi al giorno per tutta la metropoli meneghina, per un guadagno di 1220 euro al giorno visto il costo medio al grammo di 93 euro. Ma anche in questo caso si rileva la tendenza a un consumo meno ludico e più quotidiano: i picchi di consumo sono di giovedì, mentre i consumi del lunedì sono inferiori di pochissimo a quelli del fine settimana. L’amfetamina invece non viene quasi del tutto rilevata, salvo che per gli anni 2015 e 2019 dove non si è andati oltre i 3.5 milligrammi per 1000 persone. Ma in ogni caso si conferma il trend di normalizzazione del consumo in settimana.

Numeri da record per Milano dunque, ma parziali, perché il mercato delle droghe e in continuo mutamento. Basti pensare all'affermazione dello shaboo attraverso in particolare alcune comunità straniere dove sta mietendo vittime. E il gruppo Score per ora ne cerca solo alcune, sebbene l'analisi vada allargandosi e perfezionandosi ogni anno. Intanto però questi mercato ha delle conseguenze. Secondo la relazione annuale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA) del ministero dell'Interno la Lombardia è la seconda regione per incremento di decessi da droga: nel 2021 rispetto al 2020, sono stati registrati aumenti consistenti dei decessi riconducibili all'abuso di sostanze stupefacenti in Calabria (+333,33%), Lombardia (+23,08%), Liguria (+12,50%), Piemonte e Lazio (+11,11%). I cali più vistosi, in percentuale, in Trentino A.A. e Puglia (-80%).

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