Nel dibattito su caldo ed emergenza climatica serve un compromesso storico bis
A sentire molti addetti ai lavori, sembra quasi che l'emergenza abbia solo ragioni politiche. Che, in altre parole, sia il prodotto dei contrasti sempre più evidenti tra destra e sinistra, tra maggioranza ed opposizione
di Giancarlo Mazzuca
I punti chiave
2' di lettura
Se ai tuoi amici provi a chiedere cosa pensino di questa calda (in tutti i sensi) estate 2023, la risposta sarà pressoché unanime: speriamo che non si ripeta più! Non posso che concordare con quest'augurio perché tutti coloro che hanno una certa età non ricordano di avere trascorso un periodo così difficile. Tanto difficile che ora, a fine luglio, tutti speriamo in un agosto migliore in modo da essere, così, parzialmente risarciti dalle disavventure delle ultime settimane. È sufficiente, in effetti, rileggere i titoli di prima pagina di tanti quotidiani per avere la conferma che mai come in questi giorni infernali siamo sommersi dalle brutte notizie.
La litania sul cambiamento climatico
Una vera e propria litania sul cambiamento climatico, con l'estate più calda di tutti i tempi, specie al Sud (ma anche il Settentrione non ha scherzato...), con gli incendi devastanti e con lo stato emergenziale, ma anche con le alluvioni, le grandinate, le case scoperchiate e l'inquinamento che hanno colpito in particolare il Nord. E non ci sono state solo calamità naturali che hanno messo a rischio gli equilibri del Paese perché, tra fatti di sangue, disgrazie varie e notti tragiche causa droga, siamo stati sommersi dalla cronaca nera a 360 gradi.
Sembra che l’emergenza climatica abbia solo ragioni politiche
Stiamo fronteggiando davvero un'emergenza gravissima che richiederebbe un'analisi particolarmente approfondita sulle vere cause che hanno finito per determinare una situazione così grave.Invece, a sentire molti addetti ai lavori, sembra quasi che l'emergenza abbia solo ragioni politiche. Che, in altre parole, sia il prodotto dei contrasti sempre più evidenti tra destra e sinistra, tra maggioranza ed opposizione, una specie di “Vallum Adriani” o, meglio ancora, un vero e proprio “muro di Berlino”.
Serve un compromesso storico-bis
È sufficiente soffermarsi ancora sugli articoli di molti giornali: dopo aver dato il giusto risalto alle calamità naturali che ci stanno bersagliando, si soffermano poi su certi aspetti che, in una situazione così grave come l'attuale, dovrebbero, forse, essere approfonditi in tempi migliori. Ergo: mai come in questo luglio caldissimo mi sono reso conto che oggi ci vorrebbe, esattamente cinquant'anni dopo, una specie di compromesso storico-bis. Vi ricordate il riavvicinamento politico cercato proprio nel 1973 dal segretario del Pci, Enrico Berlinguer, con l'allora presidente democristiano Aldo Moro? Ecco, nel 2023 ci sarebbe bisogno di un altro anche se, allora, Giulio Andreotti definì quel tentativo di “volemose bene” come «il frutto di una profonda confusione ideologica, culturale, programmatica, storica». Anche adesso c'è tanta confusione e, quindi, ci vorrebbe un po' di tranquillità con il governo Meloni messo in condizione di poter lavorare al meglio senza essere costretto a navigare a vista. Su un punto dovremmo essere tutti d'accordo: l'emergenza climatica, con tutti i suoi risvolti, dovrebbe fare aggio su tutto il resto. Che agosto porti consiglio.
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