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Nel Grand Tour di Arte e Collezionismo torna la voglia di antiquariato

La prima edizione della fiera-boutique, organizzata dall’Associazione Antiquari d’Italia nella cornice di Palazzo Brancaccio, riceve buon riscontro di vendite, presente un pubblico di qualità

di Nicola Zanella

Vincenzo Camuccini, Orazio Coclite, 1813-1815, Olio su tela, 180x250cm, in vendita a 500.000 euro da Antonacci Lapiccirella

5' di lettura

Dopo circa vent’anni d’assenza torna a Roma una fiera dedicata all’antiquariato, la nuova kermesse si chiama «Arte e Collezionismo» dal 28 settembre al 2 ottobre raduna 46 espositori, tutti membri dell’Associazione Antiquari d’Italia. La cornice è quella di Palazzo Brancaccio. Una fiera boutique nel format, accogliente e votata alla socializzazione, con stand di piccole dimensioni che incentivano a selezionare al meglio le opere esposte.
Roma non è un luogo neutro, tuttaltro, è uno dei luoghi sulla terra dove è stata creata più arte, dall’antichità ai giorni nostri, è una città fonte inesauribile di trame e di oggetti, dove, per esempio, nel salotto di una dimora privata a Piazza Santi Apostoli è appeso, da qualche secolo, un quadro di Caravaggio. E quindi va da sé che tra tutti i percorsi che possono nascere nella fiera il più emozionante è quello che ripercorre, la storia di Roma srotolata per l’occasione, sulle pareti degli stand. L’evento ha accolto 10mila presenze e rinnova l’appuntamento al 2025.

Grand Tour della fiera

Nel booth della galleria Antonacci Lapiccirella c’è un dipinto di Vincenzo Camuccini il cui soggetto principale è Publio Orazio Coclite, del quale si narra che difese Roma dall’invasione degli etruschi nel V secolo avanti Cristo, il quadro immortala il momento in cui insieme alle sue truppe combatte sul ponte nei pressi di Chiusi. Il mito a questo punto si biforca Orazio Coclite muore, cadendo nel fiume insieme al ponte che lui stesso ha fatto crollare, il suo sacrifico nel salvare Roma lo eleva a gloria eterna. Oppure si salva tornando in città e ricevendo gli onori del caso, il quadro non svela il finale trattenendo per sé tutto il pathos della scena. L’ipertesto storico continua: il quadro è stato commissionato nel 1813 a Camuccini, vera star del proprio tempo, da Manuel Godoj, diplomatico spagnolo soprannominato “il principe della pace” che allora viveva a Villa Celimontana: l’importanza della collezione Godoj è mitologica, pure la “Maja Vestida” dipinta da Goya ne faceva parte. Un prezzo a suggellare il tutto: mezzo milione di euro.

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Una Collana di Bulgari della serie monete,in vendita da Nicla Boncompagni e Paolo Sturni a oltre 140.000 euro

Trame e stratificazioni abbondano, come nella collana di Bulgari della serie Monete, gli iconici gioielli, creati dagli anni ’60, in cui vere monete antiche sono incastonate in catene d’oro sono in vendita da Nicla Boncompagni e Sturni 1925, il risultato è un intreccio estetico molto affascinante e una collana con ben 8 monete è offerta a 140.000 euro. Bulgari tra l’altro è un cognome che nella Roma contemporanea ha gli stessi echi che Odescalchi Colonna o Borghese avevano qualche secolo fa.
Oswald Achenbach (1827-1905), è un notissimo pittore tedesco dell’epoca, in un’obbligata tappa romana del suo Grand tour, dipinge la capitale da varie angolazioni, alla galleria Paolo Antonacci troviamo una veduta della piazza del Quirinale nel 1892, oltre all’architettura è immortalata la vivace vita quotidiana di una giornata romana, con tanto di Re Umberto I che esce dal palazzo osannato dalla folla. L’opera proviene dalla collezione di un’importante famiglia tedesca, per la prima volta sul mercato visto che era in prestito al museo di Dusseldorf, prezzo 230.000 euro.

Luigi Ontani, San Sebastiano, 1994, ceramica 177x52x52 cm, in vendita da Gian Enzo Sperone per 120.000 euro.

L’archeologia è uno dei segmenti di mercato più delicati da trattare, anche dal punto di vista legale, in questo campo spicca per autorevolezza la galleria di Valerio Turchi, in uno stand dedicato alla statuaria antica uno dei pezzi principali è Artemide come Diana Cacciatrice, realizzata in marmo bianco nel II secolo d.C. Il reperto è offerto in un range tra i 100 e i 200 mila euro, un prezzo motivato anche dal pregevole stato di conservazione, dalla dinamicità e dalla raffinatezza con cui è scolpita la statua e dalla sua provenienza illustre, visto che nei due millenni di vita ha sostato prestigiose collezioni private come quella dei Fosset negli Stati Uniti. Duemila anni più tardi una delle icone (per quanto iconoclasta) della capitale è senza dubbio Luigi Ontani, presente a Palazzo Brancaccio con un un surrealistico San Sebastiano dal busto dorato, queerness allo stato puro. L’opera è in vendita da Sperone Westwater per 120.000 euro.

Le vendite

Gli scambi non sono mancati, aiutati fin dalla sera dell’opening da un’esclusiva cena di Gala che ha visto la presenza di moltissimi collezionisti. Roberto Campobasso Antichità di Napoli ha venduto un capezzale ed un acquasantiera entrambi in corallo di Trapani, il primo oltre i 100.000 euro, la seconda a meno di 50.000 euro, Fondantico di Tiziana Sassoli ha venduto un dipinto di Rosalba Carriera (1673-1757), l’artista nata a Venezia famosa per i suoi ritratti sta vivendo come, molte altre pittrici del passato, un momento di rivalutazione. Vendite anche per i mobili con Luca Burzio, galleria di base a Londra, che ha piazzato una console di provenienza romana nel range dei 50.000 euro, e per Verdini antichità che ha proposto un comò Luigi XV sempre di provenienza romana a un prezzo a 7 cifre. Varie trattative anche per Tornabuoni, nel cui stand spiccavano varie opere dai valori milionari come un Giorgio Morandi a 1,4 milioni di euro, quotata 1,2 milioni una tela di Lucio Fontana del 1962, anno della morte dell’artista. Maurizio Nobile tra le varie vendite conta anche una scultura del sessantenne Joan Crous a 13.000 euro. L’opera è in dialogo visivo con un disegno di Giorgio Morandi quotato a 50.000 euro. Il duetto, preannuncia, la mostra che inaugurerà il 12 ottobre nella sede milanese della galleria: “Morandi e la contemporaneità” in cui si indagano le influenze del pittore bolognese sulle generazioni successive.

Scultura in marmo di epoca romana, raffigurante Diana Cacciatrice, 103x45x26 cm. In vendita da Valerio Turchi in un range tra i 100 e i 200.000 euro.

La fiera a Roma, a pochi passi dai palazzi del potere, ha anche un valore simbolico ed è un buon momento per ribadire le urgenze del settore. Il presidente dell’Associaizone Antiquari d’Italia Bruno Botticelli, presente con uno stand, fa il punto sui temi più salienti: “La prima vera necessità degli antiquari è di una maggiore fluidità di movimento delle opere d’arte, poiché in un mondo globale e retto dal sistema tecnologico i tempi della burocrazia Italiana rendono gli antiquari Italiani ed il nostro paese non competitivo sui mercati internazionali. La presenza a Roma di una mostra internazionale gestita dall’Associazione che presiedo non aumenta la pressione in quanto tale ma semplicemente rende tangibile la realtà: sono ottimi i rapporti tra gli antiquari e la politica Italiana nella ricerca di soluzioni condivise di reciproca utilità e fiducia”. Si tratta però poi di individuare le strade da percorrere e andare avanti.

La kermesse ha avuto un buon successo, un evento tanto culturale quanto mondano, ha richiamato in massa anche molti collezionisti di arte contemporanea, soprattutto, della capitale: Veronica Scibetta Fendi, Marcello e Laura Lombardini, Antonio Valentino, Dino D’Alessandris, Giovanna Marianacci e molti altri. Per tutti, in questi tempi incerti, la voce del passato è particolarmente rassicurante.

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