sicurezza sul lavoro

Nel Mezzogiorno il triplo degli incidenti invalidanti

di Mauro Pizzin

(FOTOGRAMMA)

2' di lettura

Il rischio di morte o di infortunio invalidante sul lavoro nel Mezzogiorno è triplo rispetto alle regioni del Nord, mentre la maggiore probabilità di infortuni invalidanti si riscontra tra i lavoratori oltre i 55 anni d’età. A dirlo sono i dati di un’indagine della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, che a dieci anni dall’entrata in vigore del Testo unico sulla sicurezza (Dlgs 81/08) si è concentrata in particolare sugli infortuni con danno biologico superiore al 15%, comportanti un’inabilità permanente.

Sotto la lente il periodo 2012-2016

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In base ai dati Inail sulle denunce di infortunio negli anni 2012-2016, lo studio evidenzia che nell’ultimo anno analizzato la situazione è migliorata, con 4.894 lavoratori vittime di infortuni che hanno compromesso gravemente la loro salute contro i 5.675 del 2015, così come sono diminuite anche le morti sul posto di lavoro (973 casi nel 2015 contro gli 842 del 2016).
Il totale degli eventi registrati nel 2016 è pari all'1,1% del totale degli infortuni sul lavoro. Si può dunque dire che ogni 100 infortuni denunciati all'Inail, uno è invalidante o mortale. Da un punto di vista settoriale, il rischio di un danno biologico superiore al 15% è massimo nel settore agricolo (3,4% sul totale degli infortuni del settore) e in quello delle costruzioni (3,3%). Seguono il settore della lavorazione del legno (2,3%) e le attività minerarie (2,2%).

L'indagine della Fondazione studi dei consulenti del lavoro

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Avellino maglia nera negli infortuni

Come detto, dallo studio emerge che il rischio di morte o di infortunio invalidante per i lavoratori del Mezzogiorno è triplo rispetto alle regioni del Nord Italia. Nel periodo 2012-2016 è Avellino a far registrare il più alto livello di infortuni gravi o mortali per il lavoratore (4,2%), seguita a pari merito da Benevento e Potenza (3,9%) . Le province di Gorizia e di Biella si distinguono, invece, per la bassa incidenza di infortuni gravi o mortali (0,5%), addirittura inferiore alla metà della media nazionale.

Oltre i 55 anni i rischi maggiori
La maggiore probabilità di infortuni invalidanti si riscontra tra i lavoratori con età elevata (a partire dai 55 anni) dove il 2,2% degli eventi infortunistici comporta un danno biologico superiore al 15 per cento. In questa classe di età si concentra la più alta probabilità di perdere la vita in caso di incidente sul lavoro (3,6 casi ogni mille infortuni rispetto ad un media nazionale di 1,5 ogni mille).

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