Nel nome di Sergio Leone
Lo scontro tra italiani e afroamericani è al centro dei dieci episodi della quarta stagione di Fargo, in onda negli Stati Uniti dal 19 aprile e in arrivo in Italia a maggio su Sky Atlantic e Now Tv
di Marco Villa
2' di lettura
Dropsie Avenue è una via di un quartiere residenziale, ma non ha senso che la cerchiate sulle mappe di una città, perché non la trovereste. Per visitarla, dovete sfogliare le pagine del fumetto omonimo di Will Eisner, pubblicato nel 1995, forse il miglior testo divulgativo sul tema della gentrificazione e su come i vecchi residenti di un quartiere vedano i nuovi come pericolosi invasori. Prendete questa dinamica, traslatela in un mondo criminale e avrete sul piatto la nuova stagione di Fargo, ambientata interamente a Kansas City, nel cuore degli Stati Uniti.
Qui, nel corso degli anni, gruppi di malavitosi si contendono il controllo del territorio: europei dell'Est, irlandesi, italiani e afroamericani, che si confrontano via via sullo stesso marciapiede e si scambiano un figlio in ostaggio, come pegno per il mantenimento della pace. Accade anche quando sul marciapiede si incontrano il boss degli italiani e quello dei neri: quest'ultimo è Chris Rock, mentre il capo carismatico degli italiani è interpretato dal “nostro” Tommaso Ragno: «È stata una grande esperienza», racconta a IL, «cominciata nel momento esatto in cui ho letto lo script, che era di una qualità straordinaria».
Lo scontro tra italiani e afroamericani è al centro dei dieci episodi della quarta stagione, in onda negli Stati Uniti dal 19 aprile e in arrivo in Italia a maggio su Sky Atlantic e Now Tv. Ragno è il patriarca, ma sotto di lui si agitano i figli Justo e Gaetano, interpretati da Jason Schwartzman e Salvatore Esposito: saranno loro a dover difendere gli interessi di famiglia dall'assalto della banda di Chris Rock, in un clima di odio diffuso nei confronti sia degli italiani, sia dei neri. Sono questi i temi portanti di questa stagione che, come da regola per una serie antologica, si è azzerata ed è ripartita con ambientazione, personaggi e cast nuovi di zecca.
A garantire la coerenza con l'immaginario generale (e il mondo dei fratelli Coen, da cui si sviluppa l'intero progetto) è lo showrunner Noah Hawley, che ha ben chiaro come trasmettere il messaggio agli attori: «Il mio personaggio era descritto in modo molto forte: “Una tigre della foresta, venuta per bandire per sempre la fame”», continua Tommaso Ragno. «Mi ha colpito, ci ho ragionato e la mia testa è corsa ai film di Sergio Leone. Quando mi sono confrontato con Noah Hawley su questo riferimento, lui mi ha risposto solo: “I trust you”. Così ho deciso che nella prima inquadratura avrei tenuto lo sguardo a terra, mostrando solo il cappello, per poi alzare piano il capo come se fossi uno dei personaggi interpretati da Clint Eastwood».
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