Nel Pavese sprechi di farmaci ridotti di oltre il 50 per cento
di Natascia Ronchetti
2' di lettura
Per prima cosa hanno notevolmente migliorato, riducendo i margini di rischio, l’appropriatezza delle cure: il sistema che hanno installato avvisa immediatamente il personale sanitario se viene somministrato un farmaco sbagliato o se viene dato al paziente in un orario diverso da quello prescritto dal medico. Poi hanno ridotto del 50% le scorte dei medicinali, eliminando le giacenze in scadenza, e raggiunto una riduzione degli sprechi del 7%. Si sono accorti anche di aver recuperato il 10% del tempo di lavoro degli infermieri, quello che una volta li impegnava nella preparazione delle medicine. Tutto grazie all’informatizzazione e all’automazione.
«Un notevole vantaggio anche nei mesi più difficili dell’epidemia di Covid-19 – dice Michele Brait -. Siamo stati in grado di monitorare di continuo l’efficacia delle terapie e i parametri vitali dei pazienti mentre con la telemedicina, che ci è stata di grande aiuto, abbiamo potuto assistere gli ammalati non gravi al loro domicilio». Brait è il direttore generale dell’Asst (azienda socio sanitaria territoriale) di Pavia, un bacino d’utenza di 640mila persone, tra il Pavese e una parte del territorio piemontese e della Liguria. All’azienda fanno capo sette ospedali, i più grandi sono quelli di Vigevano e Voghera. In tutto 43 reparti - per un totale di 1.500 tra medici, infermieri, farmacisti, operatori sociosanitari - dove a partire dal 2012 è stata introdotta la gestione informatizzata dei farmaci, dalla prescrizione alla somministrazione. Un progetto, voluto dalla Regione Lombardia, nato dalla collaborazione con Deenova, l’azienda del Piacentino specializzata nello sviluppo di sistemi automatizzati per la gestione dei medicinali e dei dispositivi medici.
Nel piccolo presidio ospedaliero di Mede, comune di circa 6mila abitanti, hanno anche installato otto posti letto dotati di sensori non invasivi – alcuni agganciati al letto, altri applicati sul paziente - che consentono di misurare la temperatura corporea, la frequenza cardiaca, la qualità del sonno. Permettono anche di avvisare gli infermieri se è necessario cambiare la posizione del paziente o se quest’ultimo tenta di alzarsi dal letto rischiando di cadere. «E ora la nostra idea è quella di portare i sensori a domicilio o nelle Rsa – spiega Brait -. In questo modo i medici possono tenere tutto sotto controllo da remoto e fare solo i ricoveri necessari. Stiamo anche sperimentando un bracciale che fornisce tutti i parametri vitali di un monitor di terapia intensiva. Perché a nostro avviso la vera sfida della sanità 4.0 non è tanto legata alla fase acuta quanto al monitoraggio costante del paziente».
Oggi in tutti gli ospedali dell’Asst di Pavia è assicurata la tracciabilità dei farmaci. La prescrizione è informatizzata così come gli armadi che nei reparti caricano automaticamente i carrelli con dosi singole, per eliminare gli sprechi, mentre i pazienti sono dotati di braccialetti elettronici che consentono all’infermiere o al medico di verificarne sempre l’identità, con il risultato di una maggiore appropriatezza delle terapie. «In questo modo abbiamo tracciato oltre 2,3 milioni di somministrazioni, tra flebo e pastiglie” prosegue Brai – e abbiamo informatizzato anche le sale operatorie, con il tracciamento dei dispositivi medici impiantabili».
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