Risparmio gestito

Nel primo trimestre i gestori incassano 29 miliardi grazie ai fondi sostenibili

Fondamentale il contributo dei prodotti sostenibili che da gennaio a marzo hanno raccolto 18 miliardi, determinando il dato dei fondi aperti e dell’industria.

di Isabella Della Valle

Nel IV trimestre i fondi con 14,57 miliardi tengono le redini della raccolta

2' di lettura

L’industria del risparmio gestito ha chiuso i battenti del primo trimestre 2021 con una raccolta netta complessiva di 29,9 miliardi, un dato nettamente migliore rispetto agli ultimi tre mesi del 2020 quando nelle casse dei gestori entrarono soltanto 508 milioni. Prosegue dunque la buona impostazione del settore, spinto dal buon andamento dei fondi aperti (18,7 miliardi), ma soprattutto grazie al significativo contributo dei prodotti sostenibili. Più modesto, invece, l’apporto delle gestioni istituzionali che hanno totalizzato poco meno di 10 miliardi. Il patrimonio si è portato a quota 2.469 miliardi, segnando un nuovo record. A gestire la fetta più grande sono le gestioni collettive (50,3%) , rispetto a quelle di portafoglio (47,9%).

I fondi aperti

Nel primo trimestre hanno tenuto le redini del sistema gli azionari che, con una raccolta di oltre 13 miliardi, continuano la loro crescita. La seconda tipologia più scelta dagli investitori è quella dei bilanciati (4,3 miliardi), mentre scendono i consensi per gli obbligazionari, passati da un saldo netto positivo per 7,6 miliardi di fine dicembre agli attuali 2,8. Sono tornati ad essere utilizzati come parziale parcheggio della liquidità i monetari che in tre mesi hanno incassato 1,4 miliardi e si sono riportati in territorio positivo.

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I fondi sostenibili e i Pir

All’interno del segmento dei fondi aperti, i 1.205 prodotti sostenibili censiti da Assogestioni con un saldo trimestrale di 18,1 miliardi si sono rivelati determinanti per il risultato dell’industria. Di questa nutrita squadra di fondi, 1.080 sono conformi all’articolo 8 del regolamento europeo sulla trasparenza della finanza sostenibile (Sfdr) e 109 seguono l’articolo 9. Quest’ultimo ha come obiettivo la sostenibilità a tutto tondo, mentre l’articolo 8 promuove, tra gli altri obiettivi, anche quello ambientale o sociale. Al momento le società di gestione puntano di più sui fondi conformi all’articolo 8 perchè le regole europee in materia non sono ancora ben definite. Il patrimonio dei fondi sostenibili a fine marzo era 276 miliardi, cifra che rivela un’incidenza sulle masse totali pari all’11,2 per cento. Anche in questo caso la tipologia più venduta è stata quella degli azionari, seguita dai bilanciati e dai flessibili che in questo segmento viaggiano con una raccolta positiva. Dal versante dei Pir, infine, il risultato trimestrale è stato negativo per 316 milioni con un patrimonio pari a 18,6 miliardi. Si conferma così la parabola discendente di questi prodotti che nemmeno ad aprile sono riusciti a risalire la china.

I gruppi

Tra i protagonisti del settore da segnalare il dato trimestrale di Generali (7,9 miliardi) che, si legge in una nota diffusa dalla società «ha beneficiato, oltre che delle dinamiche positive di mercato, di nuovi mandati assicurativi con clienti esterni al gruppo, oltre che di flussi sui fondi monetari all'interno dei mandati assicurativi in gestione». Amundi e Blackrock hanno raccolto rispettivamente 2,6 miliardi, Jp Morgan 2,2, Pictet 1,9, Poste 1,4, Credem 1,6, Schroders 1,3, Bnp Paribas e Azimut 1,1 e Intesa Sanpaolo 849 milioni. Trimestre negativo, infine, per Anima Holding (-374 milioni), Franklin Templeton (-501 milioni), State Street Global (-575 milioni), Kairos Partners (-411 milioni) e M&G Investments (-346 milioni) .

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