Effetto Covid sui fondi, nel primo trimestre riscatti per 12 miliardi
Pesante il saldo dei fondi comuni (-12,1 miliardi). Bene solo i monetari e i bilanciati. Patrimonio in calo a 2.140 miliardi.
di Isabella Della Valle
2' di lettura
L’industria del risparmio gestito abbassa il sipario su un trimestre difficile. L’emergenza sanitaria non ha risparmiato nemmeno il mondo della gestione che nei primi tre mesi dell’anno ha chiuso i battenti con i conti in rosso per oltre 12 miliardi. Le uscite sono avvenute quasi esclusivamente da comparto dei fondi aperti dalle cui casse di miliardi ne sono usciti 12,1. Hanno accusato meglio il colpo le gestioni di portafoglio che hanno contenuto la perdita a -1,2 miliardi.
Da gennaio a fine marzo il patrimonio complessivo dell’industria è passato da 2307 a 2140 miliardi e di questi il 47,8% è in capo alle gestioni collettive e il restante 52,2 a quelle di portafoglio. Questo è in sintesi quanto emerge dall’elaborazione di Assogestioni che ha diffuso le statistiche definitive sull’andamento del settore da inizio anno a fine marzo.
I fondi
Nel segmento dei fondi comuni da segnalare il massiccio afflusso verso i prodotti monetari che hanno incassato oltre 8 miliardi a testimonianza della tendenza da parte dei sottoscrittori di riposizionare i portafogli su attività più prudenti con un vincolo di breve termine, magari nell’attesa di capire meglio come impostare gli investimenti in futuro non appena la crisi sarà alle spalle. Pesante, invece, il bilancio degli obbligazionari e dei flessibili che hanno registrato una raccolta negativa per 7,5 miliardi ciascuno. In rosso per 5 miliardi gli azionari, mentre i bilanciati hanno tenuto la rotta chiudendo il periodo con il saldo in attivo per 755 milioni.
I gruppi
Tra i protagonisti del settore, nonostante le difficoltà del periodo i segni positivi non mancano. A guidare la graduatoria delle società che hanno incassato di più ci sono Poste Italiane con 1,8 miliardi, seguita da Pictet (1,4 miliardi), Ubs (1,1 miliardi) e Dws (990 milioni). Bene anche Anima (333 milioni), Axa (372 milioni), Mediobanca (195 milioni) e Cassa Centrale (499 milioni). Trimestre negativo, invece per Intesa Sanpaolo (-3,9 miliardi), e per il gruppo Credem (-2,9 miliardi) che però segnala il trasferimento di un mandato di gestione infragruppo delle polizze assicurative Unit Linked da Euromobiliare AM Sgr a Credemvita. L’operazione comporta l’uscita dal perimetro della rilevazione Assogestioni di circa 3 mld di euro. Il fenomeno non è quindi collegato a disinvestimenti della clientela. Negativo anche il saldo di Generali e anche in questo caso a causa di operazioni infragruppo, di Amundi (-1,8), di JP Morgan (-1,3 miliardi) e di Kairos Partners che ha accusato flussi negativi per 913 milioni.
Pir e fondi etici
Da segnalare anche il bilancio dei piani individuali di risparmio che nel primo trimestre hanno registrato una raccolta negativa per 234 milioni, mentre il patrimonio si è attestato a 15,1 miliardi. Dalle stime dell’osservatorio di Plus 24 sembra però che in aprile sia tornata la fiducia su questi prodotti e che abbiano incassato circa 150 milioni. Buone notizie dal versante dei fondi etici che hanno archiviato i primi tre mesi dell’anno con una raccolta positiva per 2,8 miliardi e un patrmonio di 30,4 miliardi. In questo segmento in termini di masse i leader sono Intesa Sanpaolo, Etica e Bnp Paribas.
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