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Nell’Accademia dei Sartori, la scuola con 500 anni di storia dove si formano i sarti-manager del futuro

Istituita a Roma nel 1575 da papa Gregorio XIII, accoglie studenti da tutto il mondo per imparare le tecniche sartoriali italiane, ma anche come gestire un’azienda, dal marketing alla comunicazione. Con un tasso di placement del 100%

di Chiara Beghelli

2' di lettura

«Ai nostri sarti insegniamo non solo a creare prodotti meravigliosi, ma anche delle aziende moderne»: Gaetano Aloisio, noto sarto romano, è anche presidente dell’Accademia dei Sartori, istituzione nata nel 1575 nella Capitale per volere di papa Gregorio XIII, che oggi raccoglie circa 130 atelier di tutta Italia e che da allora è impegnata nella formazione dei maestri (e maestre) del vestire. Anche se ha persino la sua chiesa - la cinquecentesca sant’Omobono, sorta su un antico tempio nell’area dei Fori imperiali e dedicata al patrono della categoria - lo sguardo e i progetti dell’Accademia sono più che mai rivolti al futuro: «Ci stiamo impegnando per far conoscere ai giovani le opportunità del mestiere del sarto - prosegue Aloisio -. La sartoria italiana è amata in tutto il mondo, il nostro stile è ricercato ovunque. Dunque chi sceglie questa carriera può unire la passione per il bello a una concreta opportunità di business. Il sarto contemporaneo non è una persona che vive chiusa nel suo atelier, ma viaggia in tutto il mondo, conosce le lingue, frequenta persone interessanti, sa come usare la comunicazione e come gestire la sua impresa».

L'Accademia dei Sartori, a Roma una scuola per sarti-manager

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Ed è su questi temi legati al management che, oltre ai classici corsi di taglio e cucito, l’Accademia sta volgendo i suoi programmi: «Abbiamo appena inaugurato una nuova e più grande sede a Villa Malta, ma siamo già quasi al completo. Le richieste sono molte, il 40% dei nostri studenti viene dall’estero, cosa che conferma l’attrattività della nostra sartorialità, e vogliamo offrire ancora più corsi, dal marketing alla conoscenza dei tessuti, cruciale per rendere anche sempre più sostenibile il mestiere». In questo senso va la nuova collaborazione con il lanificio biellese Vitale Barberis Canonico, una delle più antiche aziende tessili italiane, che ha messo a disposizione cinque borse di studio e accoglierà gli studenti dell’Accademia per degli stage nella sua storica sede. «Certo, le creazioni sartoriali sono fatte per durare nel tempo, e in questo senso sono sostenibili per eccellenza - nota Aloisio -. E chi pensa che i giovani non siano attratti da questo mondo si sbaglia: il fast fashion non solo non è sostenibile, ma è anche omologante, mentre sempre più anche i giovani cercano uno stile proprio, che sia loro, che incontrano nel su misura».

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Ma il tema più urgente resta attrarli verso queste carriere, rendendole interessanti e mostrandole come validissime alternative ai “soliti” percorsi professionali. Anche perché il tasso di occupazione dei diplomati all’Accademia è pari al 100%, grazie anche a una stretta collaborazione, già negli anni di corso, con le sartorie associate. «A settembre abbiamo organizzato una sfilata delle creazioni dei nostri studenti nella piazza del Campidoglio, che peraltro ospitava la prima sede dell’Accademia, proprio per rendere ancora più visibile la nostra attività», conclude Aloisio, che ha un sogno: «Creare un’università delle arti e dei mestieri, perché il Made in Italy è il nostro vero patrimonio».

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