Nella città dell’Ilva nasce l’eco-avvocato
Università di Bari, Ordine degli avvocati di Taranto e Cassa Forense insieme per formare 70 professionisti che guardino all’ambiente a 360 gradi, in un territorio come quello di Taranto che ha più che mai bisogno di sviluppo ecosostenibile
di Domenico Palmiotti
2' di lettura
Taranto città del’Ilva, delle questioni ambientali irrisolte da tanti anni, delle bonifiche mancate, del processo “Ambiente Svenduto” e ora anche luogo dove si formano gli eco-avvocati. Una nuova figura professionale e specialistica. L’iniziativa - lanciata il 4 marzo - mette insieme Università di Bari, che a Taranto ha un proprio Dipartimento di Scienze giuridiche, Ordine degli avvocati di Taranto e Cassa Forense. La formazione ad hoc coinvolgerà 70 avvocati e andrà avanti sino al 4 maggio. I costi relativi ai primi 50 sono sostenuti da Cassa Forense attraverso l’Avviso n. 14/2019 cui ha partecipato vincendo l’Ordine di Taranto, mentre la partecipazione degli altri 20 è sostenuta direttamente dall’Ordine. Il corso è patrocinato tra gli altri da “Il Sole 24 Ore” e Confindustria Taranto.
Un professionista per città e comunità ecosostenibili
«Abbiamo creato una joint venture per puntare ad una formazione che consenta di creare l’eco-avvocato, una figura che sarà formata e si occuperà soprattutto di ambiente - ha dichiarato Stefano Vinci, coordinatore del corso di studi in Giurisprudenza e Scienze giuridiche di Uniba a Taranto - questo in un territorio, come quello di Taranto, dove lo sviluppo industriale, lo sviluppo sostenibile e l’ecosostenibilitá, costituiscono punti fondamentali. Sarà una figura con una professionalitá specifica che sarà creata tramite una formazione effettuata sia dai docenti del nostro Dipartimento, che da professionisti esperti. Vogliamo creare delle nuove competenze». Per Vinci, si tratterà di «una specializzazione settoriale in una città mortificata che ad un certo punto tradisce l’ecosostenibilità. E pensare che dall’età bizantina sino ad un codice del 1400, come emerso in alcune ricerche storiche, ci sono stati regolamenti per proteggere pesca e mare. L’ambiente, inoltre, rientra nelle nostre linee guida in Uniba e la Green Innovation l’abbiamo messa tra i temi di studio». Secondo Antoniovito Altamura, presidente Ordine avvocati Taranto, «abbiamo sempre voluto creare avvocati preparati che sappiano cosa fare e come farlo al momento opportuno. Ora non esiste più la vecchia figura dell’avvocato specializzato in diritto ambientale. Serve invece una figura professionale capace di intervenire a 360 gradi».
I quattro moduli di studio
Laura Di Santo, responsabile del corso, ha affermato «il nostro percorso guarda all’Agenda 2030 e in particolare sull’obiettivo 11, città e comunità sostenibili. L’eco-avvocato dovrà essere in grado di raggiungere gli obiettivi ed affrontare soprattutto le problematiche di carattere etico, sociale, politico ed economico nel contesto ambientale e di sviluppo sostenibile che presenta molte sfide. La nuova figura - ha concluso Di Santo - dovrà inserirsi sia in aziende pubbliche e private ma anche nelle pubbliche amministrazioni perchè le stesse possano raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Di sostenibilità si parla ormai tanto ma noi vogliamo dare una formazione diversa ai professionisti». La formazione avrà quattro moduli, di cui uno strettamente giuridico, un altro tecnico, poi l’analisi, attraverso focus tematici, di case history e infine un work project finale.
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