Dal Catasto all’Iva alle imposte sui redditi: le riforme in arrivo sul fisco
Cambia la macchina: l'ex Equitalia si trasferirà nell'agenzia delle Entrate
di Marco Mobili e Gianni Trovati
3' di lettura
La contestata riforma del Catasto, un capitolo dedicato al riordino dell’Iva e i progetti che puntano a una riduzione del cuneo fiscale con un intervento sull’Irpef e l’obiettivo di arrivare a un’archiviazione dell’Irap.
Queste le principali misure inserite nella legge delega per la riforma fiscale approvate il 5 ottobre in Consiglio dei ministri (senza però i ministri della Lega). A cambiare, nello scenario prospettato dal disegno di legge, sarà anche l’organizzazione della macchina fiscale: un principio della delega si occuperà infatti della fusione fra l’agenzia delle Entrate e quella della Riscossione, in linea con le indicazioni arrivate a più riprese dagli osservatori del Fmi. Ma ecco le principali misure del provvedimento.
Iva
Non sarà solo la casa ad accendere il confronto nella maggioranza. Come per il Catasto, anche l’idea di un riordino Iva aleggia da tempo ai piani alti del Mef, ma finora è sempre stata bloccata dai timori politici di aumento dell’imposta per alcune categorie. Sul punto, il Parlamento ha chiesto al governo una «semplificazione» del sistema oggi articolato in quattro aliquote, con una «possibile riduzione» di quella ordinaria. La semplificazione sarà anche l’obiettivo della delega, in un riordino che però dovrà fare i conti con i rischi di colpire il fisco sui consumi interni che oggi sono il principale motore della ripresa. Il lavoro tecnico dovrà infatti soprattutto concentrarsi sulla distribuzione di beni e servizi nelle diverse aliquote, anche nel tentativo di recuperare le risorse necessarie per ridurre quella più alta.
Catasto
L’«operazione trasparenza» rilanciata la settimana scorsa dal premier Draghi sarà presente nel testo della delega oggi all’esame di partiti e governo. Qui i piani principali sono due. Il primo punterebbe ad abbandonare il sistema attuale di rendite e moltiplicatori, definiti «numeri senza senso» da Draghi, per introdurre parametri più vicini alla realtà del mercato da utilizzare a partire «dal 1° gennaio 2026». Il secondo mette invece sotto esame l’evasione con una previsione strutturata di controlli sugli immobili fantasma che sfuggono al Catasto attuale. Sarà però il confronto fra i partiti, più favorevoli alla riforma a sinistra e nettamente contrari a destra, a definire il tasso di genericità del principio di delega.
Irpef
Le polemiche su una riforma del mattone che in ogni caso impiegherebbe anni prima di entrare davvero in vigore non oscurano però l’attenzione generalizzata sulla promessa centrale del nuovo fisco: quella di alleggerire il carico sul lavoro. La delega si occuperà direttamente del tema all’interno di un capitolo dedicato all’Irpef, che il Parlamento ha chiesto di tagliare soprattutto per i ceti medi, fra 28mila e 55mila euro di reddito lordo annuo, colpiti dal salto di aliquota al 38%. L’operazione del taglio al cuneo fiscale dovrebbe essere anticipata già in legge di bilancio, avviando la prospettiva disegnata dalla delega che si concentra su una separazione netta fra le imposte sui redditi da lavoro e quelli da patrimoni e rendite.
Irap
Per le imprese si prospetta poi il superamento dell’Irap, chiesto espressamente anche da Camera e Senato. La delega si occuperà del tema, ma saranno i decreti attuativi a dover sciogliere i nodi sollevati in particolare dal progetto di fusione con l’Ires che aumenterebbe le aliquote legali dell’imposta sulle società (pur non facendo crescere il carico fiscale complessivo).
Gli altri capitoli
La delega incaricherà il governo anche di riordinare le tax expenditures, come anticipato nei giorni scorsi dalla Nadef, anche nel tentativo di trovare coperture ulteriori agli altri tagli fiscali; un esame a sé potrebbe riguardare i sussidi ambientalmente dannosi. La lotta all’evasione poggerà su un potenziamento degli strumenti che favoriscono l’adempimento spontaneo (tax compliance) mentre, novità dell’ultima ora, l’allentamento dei vincoli sulla privacy chiesto dalle Camere potrebbe uscire dalla delega e arrivare con un riordino più generale dei diritti alla riservatezza.
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