AGRICOLTURA

Nella mega serra hi-tech di Ferrara i frutti maturano alla luce di 27mila led

di Ilaria Vesentini

3' di lettura

È un investimento che non ha simili in Italia e un unicum nel panorama internazionale per tecnologie, quello che sta prendendo forma a Ostellato, nella pianura ferrarese: 11 ettari di serre idroponiche di pomodori, l’equivalente di 15 campi da calcio, la metà dei quali – per la prima volta nell’agricoltura tricolore – illuminati con luce artificiale a led, per produrre pomodori ininterrottamente per 365 giorni l’anno. Frutti italiani con alle spalle capitali e tecnologie 100% made in Italy che stanno plasmando un nuovo modo di fare agricoltura, sfruttando automazione, sensoristica e digitalizzazione per migliorare la produttività e l’impatto ambientale: le nuove serre hi-tech tagliano del 70% i consumi sia di acqua sia di suolo rispetto ai tradizionali sistemi di coltivazione e creano posti di lavoro: 80 persone sono già al lavoro, ma dovrebbero più che triplicare entro il 2020.

Nella mega serra hi-tech di Ferrara

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A firmare l’investimento nella Bassa estense – 25 milioni di euro fin qui ma ci sono altri 70 milioni di euro in programma nei prossimi due anni per costruire altri 20 ettari di serre riscaldate e illuminate, con la creazione di altri 200 nuovi posti di lavoro – è Fri-El Greenhouse. Controllata del gruppo bolzanino Fri-El in mano ai fratelli Gostner, leader privato nelle energie rinnovabili, con 23 impianti a biomasse in giro per lo Stivale, che si è buttato in agricoltura proprio per sfruttare l’energia termica degli impianti a biogas, che a differenza dell’elettricità non si vende.

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«Siamo partiti due anni fa con un impianto pilota a Crevalcore (Bologna) di 1,4 ettari, allora la serra idroponica più avanzata e moderna di tutta Italia, riscaldata con l’acqua calda generata dall’attigua centrale a biomasse. A Ostellato siamo invece passati alla scala industriale e alla produzione anche invernale di pomodori, prima volta nel Nord Italia, grazie a un sistema di illuminazione brevettato che rappresenta oggi l’avanguardia in Europa. Ma il nostro progetto non è solo triplicare le serre a Ostellato, ma replicare il modello in tutta la pianura padana», racconta Florian Gostner, amministratore delegato di Fri-El.

Il brevetto è di C-Led, spin-off del gruppo imolese Cefla (colosso cooperativo di impiantistica da mezzo miliardo di euro di fatturato e 2mila dipendenti in 26 sedi nel mondo), scorporato due anni fa dalla casamadre per sviluppare tecnologie led per l’illuminazione pubblica e industriale. «Abbiamo lavorato in partnership con l’Università di Bologna– spiega Alessandro Pasini, Innovation manager di C-Led – e messo a punto delle lampade con uno spettro molto particolare, iper rosso con una percentuale di blu e un po’ di far-red , che permette una fioritura più abbondante, aumento delle rese e minori consumi energetici rispetto alle lampade Hps usate nelle serre dell’Olanda (da cui finora importavamo i pomodori in inverno, ndr)».

L’annuncio è stato dato ieri, dopo nove mesi di sperimentazione con le prime 9.000 lampade installate nelle serre hi-tech ferraresi: sotto 45 chilometri di linee luminose (ogni led fa luce per 2,5 metri su due lati) piantine di 50 centimetri sono diventate piante lunghe 24 metri cariche di pomodori. A dicembre è iniziata la raccolta, che andrà avanti fino a maggio, quando basterà la luce solare a far fiorire e maturare i frutti. «Quest’anno installeremo altre 18mila lampade Inter-Light, per un totale di 27mila punti luce e 135 km di file luminose, alimentate da un cogeneratore da 4,5 MW che produce energia da biomasse e CO2 che nutre le piante», precisa Pasini. Chi pensa che coltivare in serra non sia ecologico, a Ostellato si deve ricredere: qui si entra bardati di camice per non portare inquinanti, si usano insetti al posto dei pesticidi, si recuperano le acque e sensori di temperatura e umidità collegati a computer monitorano in tempo reale ogni centimetro e ogni processo per evitare sprechi.

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