Nella pandemia boom di iniziative ma le donazioni sono in forte calo
di Daniela Russo
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È un vero e proprio mare di solidarietà quello che ha inondato l’Italia tra marzo e luglio 2020. Nell’arco di questi cinque mesi, infatti, secondo le rilevazioni Assifero, Associazione Italiana delle Fondazioni ed Enti della filantropia istituzionale, e Italia non Profit, sono state 975 le iniziative messe in campo da parte di 722 donatori (Fondazioni, enti filantropici, imprese e privati che hanno fatto donazioni pari o superiori ai 100 mila euro) per un valore complessivo di circa 785 milioni di euro. «Si tratta di numeri importanti, che riflettono un reale valore filantropico. – commenta Carola Carazzone, segretario generale Assifero – Le Fondazioni di Comunità si sono particolarmente distinte con il loro operato. Sono 44 in Italia e presentano un modello di grande interesse, con una Governance che rappresenta diversi asset di un territorio».
A fronte di questi dati, raccolti nel Non Profit Philanthropy Social Good Covid-19 Report 2020, emergono anche le preoccupazioni espresse dagli attori del Terzo Settore italiano, legate agli impatti della pandemia sulle risorse a disposizione: il 41% degli enti coinvolti dall’indagine prevede una riduzione delle entrate per il 2020 superiore al 50% e solo il 7% dichiara una crescita delle entrate da raccolta fondi rispetto al 2019. «La pandemia– spiega Carazzone – ha messo a fuoco la questione sanitaria e molte delle risorse sono andate in quella direzione. Non bisogna dimenticare che ci sono crescenti diseguaglianze e sfide sociali multidimensionali, aggravate dagli effetti del Covid-19. I rischi sono enormi, il Terzo Settore è baluardo delle fasce più deboli della società e preoccupano i timori di una riduzione così rilevante delle entrate. Investire su questo comparto è fondamentale, anche per avere accesso alle risorse stanziate dal Next Generation EU e dal Recovery Plan nazionale a favore dei più vulnerabili».
Ma il Covid-19 ha accelerato anche l’affermarsi di nuove tendenze nel mondo della filantropia. La prima riguarda la collaborazione tra Fondazioni ed Enti filantropici, un fenomeno esploso nel corso dell’emergenza. La seconda, invece, è l’adozione di un modello di intervento e finanziamento flessibile, fondato sulla valutazione di impatto e capace di superare la gestione per cicli di progetto. «Solipsismo e rigidità hanno dimostrato di essere approcci obsoleti, incapaci di rispondere alle esigenze dell’attuale contesto storico. – aggiunge il segretario generale di Assifero – L’affermarsi delle nuove tendenze, invece, ha consentito al Terzo Settore di esprimere la propria resilienza e creatività per continuare a operare al fianco dei più deboli. Mi auguro di vedere un ampliamento della gamma di strumenti che Fondazioni ed Enti filantropici potranno mettere a disposizione: capitale relazionale, intellettuale, sociale, economico non finanziario».
Non è solo la pandemia a contribuire alla trasformazione delle realtà del Terzo Settore, anche i nuovi filantropi, i Millennials, stanno cambiando approcci e modalità di intervento. «Mentre fino a oggi - sottolinea Carazzone - family office e private banker si sono occupati della gestione dei patrimoni e figure diverse delle attività filantropiche, i Millennials spingono verso una convergenza di patrimonio e parte erogativa. Optano per una gestione sistemica, in una cornice caratterizzata dalle tematiche ESG».
Tra i temi destinati ad assumere sempre maggior rilievo c’è quello della parità di genere, indicatore determinante per il successo delle aziende.
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