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Nella partita contro l’inflazione la Bce gioca da sola: «Rafforzare la politica economica Ue»

Quattro super esperti di politica economica (Marco Buti, Donato Masciandaro Marcello Messori e Roberto Tamborini) hanno analizzato vantaggi e svantaggi della strategia di Francoforte contro la corsa dei prezzi

di Isabella Bufacchi

Marco Buti, Donato Masciandaro Marcello Messori e Roberto Tamborini hanno partecipato a un panel al Castello Buonconsiglio nella giornata conclusiva del Festival dell'Economia di Trento

3' di lettura

L’inflazione nell’area dell’euro è schizzata nel picco della crisi dell’energia oltre il 10%, un’inflazione «eccessiva scatenata dall’offerta» in maniera molto repentina dopo l’inaspettata invasione della Russia in Ucraina. La Bce, di fronte all’ennesima crisi dopo quella del debito sovrano e dopo la pandemia, ha reagito con la più forte e la più veloce stretta monetaria dalla nascita della moneta unica.

La politica monetaria della banca centrale europea, in questa fase restrittiva ma anche quando è stata lungamente espansiva, è stata analizzata, valutata e anche per certi aspetti criticata da quattro super esperti di politica economica - Marco Buti, Donato Masciandaro Marcello Messori e Roberto Tamborini - in un panel moderato da Marcello Zacché del Giornale al Castello Buonconsiglio nella giornata conclusiva del Festival dell'Economia di Trento.

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Ne è emersa la complessità delle sfide nell’eterogenea area dell’euro, del difficile ma fondamentale rapporto tra politica monetaria e politica fiscale. Con la conclusione che la Bce da sola non può sempre essere “l’unico giocatore” in città. Marco Buti, da qualche giorno non più capo gabinetto del commissario degli affari economici e monetari Paolo Gentiloni, ha ricordato che nell’autunno 2021 l’inflazione aveva iniziato a salire ma anche lui come tanti pensava che le paure sull’inflazione in aumento fossero esagerate. Poi è arrivato lo shock esogeno della guerra in Ucraina, imprevedibile, e lui stesso ha ammesso di aver sottovalutato la risposta al Covid-19 con sussidi che hanno stimolato la domanda portando a una riapertura più vigorosa del previsto delle attività economiche. Allo shock di offerta della crisi energetica, Buti ha concordato con la Bce che l'impatto distributivo dell'inflazione, che rende tutti più poveri, può portare a una reazione “tit-for-tat” ( botta e risposta) mettendo l’inflazione in un pericoloso processo che si autoalimenta. Sebbene viviamo in tempi in cui i sindacati sono meno forti e meno centralizzati rispetto agli anni '70 delle crisi petrolifere del 1973 e del 1979, occorre ora una politica economica che si occupi dell'allocazione equa del costo dell'alta inflazione da offerta.

Masciandaro: se non comunica Bce meno efficace

Donato Masciandaro, professore della Bocconi ed editorialista del Sole24Ore, ha criticato aspramente la Bce, che non è trasparente abbastanza nell'indicare chiaramente il percorso futuro dei tassi e il livello futuro del picco dei tassi, nell’ambito di una politica monetaria molto restrittiva che si limita a rispondere alla grande incertezza prendendo decisioni «di riunione in riunione» e solo basate sui dati. Imprese, famiglie e anche gli Stati hanno bisogno invece di avere indicazioni più chiare sul futuro andamento dei tassi, per le proprie aspettative e per la fiducia che sono alimentate in un mix di «fatti e parole». La Bce è come il criceto che «corre perché vuole essere efficace e invece non va da nessuna parte». Secondo Masciandaro, «una Bce che non comunica rischia di essere meno efficace di quello che potrebbe essere».

Messori: dal 2011 al 2018 Francoforte ha svolto un ruolo di supplenza per salvare l’euro

Marcello Messori, professore della Luiss, ha sostenuto che nel periodo 2011 e 2018 (contrassegnato dal whatver-it-takes di Mario Draghi e del quantitative easing con acquisti di titoli ed espansione del bilancio), la Bce ha svolto un ruolo di supplenza, per salvare l'euro, come unico strumento di politica economica. Senza per questo togliere la sovranità fiscale agli Stati. Messori ha ricordato che la Bce prende decisioni in maniera collegiale, attraverso il Consiglio direttivo, e che questo è uno strumento più efficace rispetto alla politica monetaria di 20 banche centrali nazionali indipendenti l'una dall'altra. Per Messori, la «Bce, che agisce sul lato della domanda riducendo la liquidità e alzando i tassi di fronte a un eccesso di inflazione, non avrebbe potuto fare diversamente da quello che ha fatto. Le aspettative infatti non si sono disancorate. Esiste un rischio di stagflazione».

Tamborini: area euro eterogenea

Roberto Tamborini, professore dell’Università di Trento, ha insistito sull'eterogeneità dell'area dell'euro, che raggruppa diverse economie e rende particolarmente complessi i meccanismi di trasmissione della politica monetaria. Inoltre ha sottolineato che la crisi energetica e in particolare l'aumento del prezzo del gas ha colpito in maniera diversa i Paesi dell'eurozona nell'impatto sui carrelli della spesa. L'incertezza è tale da aver costretto la Bce ad essere cauta, perché modificare la politica monetaria ex-post può rappresentare una perdita di reputazione. Buti e Messori hanno rilanciato la necessità di rafforzare la politica economica europea, anche perseguendo con strumenti e risorse adeguate, i beni comuni europei. Per non lasciare la Bce da sola, come unico giocatore in città.


Riproduzione riservata ©
  • Isabella Bufacchivicecaporedattore corrispondente dalla Germania

    Luogo: Francoforte, Germania

    Lingue parlate: inglese, francese, tedesco, spagnolo

    Argomenti: mercato dei capitali, ECB watcher, fixed income e debito, strumenti derivati, Germania

    Premi: Premio Ischia Internazionale di Giornalismo per l’analisi economica, Premio Q8 per giovani giornalisti economici

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