Costi e forniture

Nelle cartiere più vicino lo stop produttivo

Il settore della carta grafica più toccato dalla crisi chiede il credito d'imposta sui libri

di Sara Monaci

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

La produzione dei libri - e in particolare dei testi scolastici - vive una profonda crisi a causa di una tempesta perfetta: l’aumento del costo della materia prima (la cellulosa) e la difficoltà di reperimento della carta stanno spingendo molte aziende a pensare alla possibilità di fermare i cicli produttivi. E questo avviene, paradossalmente, proprio nel momento in cui l’editoria vive una nuova fase di crescita: il mercato del libro ha visto aumentare nel 2021 il fatturato del 16% rispetto all’anno precedente.

Non si tratta di una contraddizione, ma di una spiegazione: la richiesta repentina di carta ha creato una strozzatura della domanda nei confronti delle poche industrie rimaste a produrre carta grafica, per libri o per riviste. Molte cartiere hanno infatti già da tempo scelto di abbandonare il segmento grafico per quello più remunerativo e certo degli imballaggi. I dati mostrano il trend: il consumo di carte grafiche per editoria nel 2020 era di circa 85mila tonnellate, per un valore di oltre 71 milioni; nel 2021 di 95mila tonnellate, per un valore di circa 87 milioni. Per quanto riguarda la produzione, nei primi 11 mesi del 2021 le carte grafiche sono arrivate a 1,9 milioni di tonnellate, +21,1%, mentre nei primi 11 mesi del 2020 era scesa a -27,5%.

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L’Italia già dipende dall’estero per l’acquisto di carta grafica, e questo è un dato ormai strutturale. E adesso, con l’aumento del costo dell’energia dalla scorsa estate, si è aggiunto il problema congiunturale dell’aumento repentino dei prezzi.

A soffrirne di più è soprattutto l’editoria scolastica, perchè il listino prezzi dei libri per le scuole è bloccato per ovvie ragioni sociali. Per questo gli imprenditori chiedono un intervento politico. «Stiamo vivendo una vera e propria emergenza, e non è un fatto solo italiano, ma europeo - dice Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione italiana editori - Dovremmo mettere in campo lo strumento del credito d’imposta, oggi usato solo dai quotidiani e dalle riviste, e applicarlo all’editoria, soprattutto quella scolastica, che non ha la possibilità di manovrare il prezzo finale, calmierato per legge».

La proposta, finora non approvata, verrà rilanciata a breve attraverso un emendamento al decreto Sostegni ter. Intanto si lavora ad una legge speciale per la filiera del libro, pensata dal ministero della Cultura insieme all’Aie e alla Federazione Carta grafica. Ed è proprio il presidente di quest’ultima associazione (che raccoglie l’industria della carta, dei grafici e dei macchinari), Emanuele Bona, a ricordare che la filiera dà lavoro a 180mila persone, da salvaguardare. «Viviamo problemi congiunturali che si sommano a quelli strutturali, la filiera è complessa e va supportata».

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