Nelle case degli italiani 120 milioni di device ma 10% di famiglie senza web
Il quarto Rapporto Auditel-Censis fotografa un’Italia che avanza verso il digitale, con Tv sempre più on demand, ma con 2,3 milioni di famiglie non connesse
di Andrea Biondi
I punti chiave
4' di lettura
Ci sono 120 milioni di schermi nelle case degli italiani, una media di 5 per famiglia. Il dato ormai consolidato è che gli smartphone (48 milioni) sono più dei televisori (43 milioni). Il che non vuol dire che i contenuti Tv siano penalizzati, anzi. La visione della “televisione oltre il televisore” è in aumento. C’è però da fare i conti con una percentuale ancora molto alta di famiglie che rischia di rimanere indietro in questo avanzamento verso il digitale che rappresenta innanzitutto un cambiamento sociale. Ci sono 2,3 famiglie senza connessione: il 9,8% del totale.
Italia «multischermo»
Il 4° Rapporto Auditel-Censis è significativamente intitolato “L'Italia multiscreen: dalla Smart Tv allo schermo in tasca, così il Paese corre verso il digitale”. In cui la spinta verso il digitale, con i contenuti audiovisivi a fare da importante propulsore, è comunque sempre più forte in un percorso evolutivo che per forza di cose non è privo di criticità: dal numero di famiglie escluse dalla quotidianità digitale (comunque calato di almeno un milione rispetto all’ultima rilevazione) alla gestione del processo di switch off al digitale terrestre di nuova generazione che deve fare i conti con 27,7 milioni di televisori (il 64,2% del totale), posseduti da 12 milioni di famiglie (il 51,2% del totale), oggi non compatibili perché privi dello standard DVB-T2 con il nuovo sistema di codifica HEVC Main10.
La ricerca di base Auditel
Messaggi di fondo e fotografia del Paese, questi, che arrivano grazie alla ricerca di base Auditel, aggiornata sette volte l’anno, e basata sulle interviste face-to-face di 41mila individui in 20mila famiglie. «Il quarto Rapporto Auditel Censis si rivela, una volta di più, strumento prezioso per chi ha il compito di guidare il Paese e per il mercato, specie in questa fase di grande sviluppo e cambiamento con tutte le opportunità di crescita derivanti dal Pnrr e dalla straordinaria ripartenza dell'Italia dopo i mesi difficili della pandemia», spiega il presidente Auditel, Andrea Imperiali, durante la presentazione al Senato.
Crescono schermi e connessioni web
Gli schermi all'interno delle case sono 119 milioni e 400.000 (+6,2% negli ultimi due anni), con una media di 5 schermi per ogni famiglia. Le famiglie connesse sono il 90,2% del totale (+3,6% dal 2019). E quelle che possiedono una connessione sia fissa che mobile sono il 59,4% (+6,2%). Nel 2021 gli apparecchi televisivi superano i 43 milioni (+1% dal 2019) soprattutto per effetto dell'ormai prepotente presenza di Smart Tv o dispositivi esterni collegati: sono 15,3 milioni (+46,6% negli ultimi due anni). Crescono anche gli smartphone, che sono oltre 48 milioni (+8,9% dal 2019). Così come crescono i pc collegati, che sono quasi 20 milioni, e i tablet, che sono 7,7 milioni.
Internet e Tv
Tra piccolo schermo e Internet il rapporto non è mai stato così stretto Quasi 4 milioni di individui utilizzano la Smart Tv per navigare sui siti internet. E i dati sulle fruizioni individuali che emergono dalla Ricerca di base Auditel confermano con nitidezza come la Smart Tv rappresenti una porta d'accesso ad internet per oltre 22 milioni di italiani, la maggior parte dei quali la utilizza per attivare le applicazioni on demand. Tuttavia, su 15,5 milioni di Smart Tv sono 12,3 milioni quelle effettivamente connesse con 3,2 milioni non collegate alla rete
Cambiano le modalità di visione
La televisione resta centrale nella dieta mediatica degli italiani, ma cambiano le modalità di fruizione, sempre più individualizzate e on demand, con la costruzione da parte di ciascun componente del nucleo famigliare di un proprio palinsesto frutto della combinazione di contenuti diversi su schermi diversi e in luoghi diversi. Oltre 4 milioni di italiani, infatti, seguono la programmazione televisiva lineare sullo smartphone (+6,3%), mentre 2,7 milioni la seguono dal pc (+41,1%) e 1,2 milioni di italiani vedono i contenuti tv sul tablet. A coloro che seguono sul web i programmi della televisione lineare si aggiungono, inoltre, coloro che usano tutti gli schermi disponibili per connettersi ad internet e costruire il proprio palinsesto fatto di contenuti on demand. Ben 3,5 milioni di italiani, poi, scaricano film dalla rete (+33,3% nell'ultimo anno) e oltre 13 milioni guardano sulle piattaforme televisive on demand contenuti non lineari (+38,2% nel periodo considerato). Senza contare che 24 milioni di italiani utilizzano le diverse piattaforme disponibili su internet, per lo più a pagamento (+48,4%)
Esclusi e precari digitali
Ai 2,3 milioni (il 9,8% del totale) di famiglie italiane non connesse si uniscono altri 7,2 milioni di famiglie (il 29,9% del totale) che hanno unicamente la linea mobile. Il 27% delle famiglie che ha tra i componenti almeno uno studente e/o un lavoratore si collega solo da linea mobile e il 15,6% esclusivamente da smartphone, mentre 8,4 milioni di famiglie italiane, il 35,1% del totale, non ha in casa né un pc né un tablet. La quota arriva al 72,8% tra quelle che si collocano su un livello socio-economico basso.
Milioni di televisori da rottamare
I televisori nelle case degli italiani sono 43,1 milioni. Il 96,9% delle famiglie ha almeno un televisore; 9,2 milioni (il 38,6% del totale) possiedono solo un televisore; 9,4 milioni (39,2%) hanno due televisori; 3,5 milioni (14,6%) ne hanno tre; 1,1 milioni (4,6% del totale) ha 4 o più televisori e, infine, 575mila famiglie (pari al 2,4% del totale, in cui vivono 1 milione e 260.000 individui) non possiedono né guardano la tv. Quasi sei milioni di apparecchi (il 13,2% del totale) si possono quasi considerare oggetti di antiquariato perché acquistati più di 10 anni fa; ci sono, poi, 12 milioni di televisori per cui non è risultato possibile risalire alla data d'acquisto. In sintesi: 27,7 milioni di televisori (il 64,2% del totale), posseduti da 12 milioni di famiglie (il 51,2% del totale), oggi non sono compatibili con il digitale terrestre di seconda generazione (che sarà lo standard unico utilizzato «a partire da gennaio 2023», e quindi con data ancora indefinita, è stabilito per legge). Ci sono perà ben 8,4 milioni di apparecchi, posseduti da 3 milioni di famiglie italiane, pari al 12,8% del totale, che non hanno i requisiti per il primo step, avviato lo scorso 20 ottobre, di passaggio dallo standard Mpeg-2 a quello Mpeg-4 (per ora solo per 9 canali Rai e 6 di Mediaset).
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