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Stringere i rapporti all’interno del distretto della nautica, facendo dell’innovazione, della sostenibilità e dello sviluppo delle nuove professioni del mare gli asset sui quali dare solidità a quella crescita delle produzioni di imbarcazioni registrata nel post pandemia e che ha restituito ai brand marchigiani una leadership globale. A quasi due anni dalla nascita, l’associazione Marche Yachting and Cruising (AMYC) prende quota, forte della presenza di 25 aziende, che pesano per quasi un terzo sulla produzione regionale e danno occupazione a circa 3.000 addetti, e del lavoro dell'università Politecnica delle Marche, che oltre a essere socia a tutti gli effetti, è il partner privilegiato per attività di formazione di livello universitario e i suoi dipartimenti lavorano sempre più frequentemente in team con le aziende per progetti di innovazione e di ricerca.
Il distretto è un vero e proprio cluster, forte di decine di eccellenze cantieristiche che costruiscono navi da sogno, vendute e premiate in tutto il mondo, attorno alle quali sono cresciuti terzisti strategici, ai quali nel corso degli anni si sono aggiunte aziende leader del settore dell’arredamento e della lavorazione delle leghe leggere, che hanno trovato nuove opportunità di sviluppo, ed è arricchito dalla presenza di progettisti di fama internazionale. Questa unicità ha portato negli ultimi anni all'individuazione delle Marche come una dei principali distretti delle navi di lusso (yacht e crociera, ndr.), nota agli specialisti in tutto il mondo.
Quella ipotizzata dal presidente Maurizio Minossi è una sorta di rivoluzione all’interno di una filiera dove è fortissima la concorrenza tra aziende, con molte proprietà in mano a capitali stranieri. «Meglio partire da quello che ci unisce, dai bisogni comuni – dice il presidente di AMYC -: spazi ben organizzati, un rapporto efficace con la pubblica amministrazione e con gli enti di formazione, una migliore raggiungibilità del territorio». E, non da ultimo, la necessità di garantire alle aziende manodopera di qualità, trattenendo i migliori talenti che escono dai nostri atenei, perché «nonostante una tradizione di oltre sessanta anni, per diverse ragioni, l’industria yachtistica e crocieristica marchigiana di alto livello è sempre rimasta all'interno del proprio ambito relazionale e poco aperta al territorio». Così, riunire al Teatro delle Muse di Ancona oltre 400 studenti delle scuole superiori provenienti da tutte le Marche, ha permesso di illustrare «le innumerevoli opportunità professionali che la nautica offre a un ventenne che entra nel mondo del lavoro». Si guarda anche ai dati economici, «dai quali avere informazioni utili a policy pubbliche che siano adeguate alle necessità del nostro sistema». L’associazione ha così affidato alla Politecnica delle Marche un progetto di misurazione, analisi e dinamiche economiche del settore, che sarà presentato il prossimo 15 settembre a Cannes, in occasione del Salone Nautico, a bordo di uno yacht da 45 metri, appena varato ad Ancona. A fine novembre, poi, con il patrocinio della Autorità Portuale dell'Adriatico Centrale, l’associazione affronterà un alto tema di stretta attualità: «Gli yacht non vanno solo costruiti – conclude Minossi -, ma anche attirati nelle Marche, intercettando le rotte per turismo a cinque stelle e i servizi di manutenzione».
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