Nelle valli dolomitiche qualità e innovazione trainano il turismo
Negli anni del Covid gli albergatori hanno rinnovato le strutture con benefici impatti per l’indotto. Nel 2022 superati i 2milioni di pernottamenti, raddoppiando così quelli del 2021
di Lucilla Incorvati
4' di lettura
Che l’effetto Covid sia defintivamente alle spalle per l’industria turistica dell’Alto Adige arriva dall’ ultimo rapporto mensile dell’istituto di ricerca economica locale (Astat): il tasso di disoccupazione è attualmente sotto il 2%, gli alberghi e ristoranti, grazie a nuovi turisti, hanno aumentato di oltre il 6% la forza lavoro (anno su anno). I prezzi al consumo sono tra i più alti in Italia (+ 9% dicembre su novembre 2022). Le esportazioni continuano ad essere un forte traino per l’economia altoatesina (+23%; 3° trimestre anno su anno). Ma sono soprattutto le presenze turistiche che tra gennaio e novembre 2022 hanno raggiunto quasi 32 milioni pernottamenti, trainando l’economia. L’afflusso più sostenuto proviene dal resto d’Italia ma grazie ad un’offerta di alberghi a 4 e 5 stelle gli arrivi diventano sempre più internazionali.
Ma alcuni micro territori hanno fatto anche meglio. Uno dei più vivaci è quello dell’area Alpe Siusi Val Gardena dove durante gli anni della pandemia molte imprese non sono state ferme ma hanno investito rinnovando le strutture. Un punto di vista interessante lo fornisce Simon Kofler, direttore della Cassa Raiffeisen Castelrotto-Ortisei, istituto che da quasi 150 anni sostiene la quasi totalità delle imprese in un territorio che spazia dalla Val Gardena a Castelrotto, da Siusi all’Alpe di Siusi. «Ora che l’emergenza sembra alle spalle, tutte le imprese, e in particolar modo gli alberghi, sono ripartiti con il vento in poppa. Il successo è testimoniato dalle rilevazioni puntuali da parte della Banca d’Italia che ci attesta una quota di mercato ben oltre l’80%, un segno che tradizione, presenza capillare e modernità possono benissimo soddisfare le esigenze locali. Il territorio di riferimento (da Castelrotto a Ortisei, Santa Cristina e Selva) è molto conosciuto per i suoi alberghi, meno conosciute sono le attività imprenditoriali a traino del turismo come impianti a fune, imprese di successo in articoli sportivi, falegnamerie, società di riscaldamento con gli scarti boschivi, solo per fare alcuni esempi». Il buon stato di salute di queste imprese ha portato dei benefici anche sul sistema dell’occupazione con i dipendenti che sono cresciuti da 5.800 e 7.000 contratti. «A testimonianza di questo trend ci sono anche i numeri della nostra banca - aggiunge Kofler - Il portafoglio crediti è costantemente cresciuto con le posizioni difficili (Npl) limitate e sotto controllo. Sul territorio gli alberghi a 4-5 stelle sono diventati 103 con 7mila letti disponibili (10 anni fa erano 68 con 5mila letti). Gli alberghi sono più grandi con stanze più spaziose, alzando così il livello qualitativo della proposta ma anche dei ricavi» Insomma, l’ago della bilancia si è spostato in direzione delle 4 e 5 stelle mentre hanno perso tutti gli altri segmenti perché di fatto il numero degli hotel attuali non è dissimile di quello di dieci anni fa. «Molto è stato fatto negli anni passati e molte decisioni si sono rivelate giuste - conclude Kofler - tanto che nel 2022 sono stati superati gli oltre 2 milioni di pernottamenti, raddoppiando quelli degli anni Covid 2020 e 2021. E ora che la stagione invernale volge al fine la sensazione è decisamente positiva con numeri ancora in crescita».
Di grande impegno prima e risultati arrivati poi ne sa qualcosa anche Maurizio Micheli, proprietario con la moglie Bibiana dello storico hotel Tyrol a Selva di Val Gardena, il cui ristorante è fresco della stella Michel. «Nel post Covid le esigenze delle strutture ricettive sono molto cambiate - sottolinea Micheli -. È stato un periodo duro, con molte sfide che andavano affrontate per poter rimanere sempre ad un certo livello e non deludere le aspettative di chi in questi anni ci ha seguito. Al Tyrol abbiamo investito molto sulle nostre risorse per poter rispondere alle nuove necessità del mondo dell’hospitality post-pandemia: servizi al top, qualità, pulizia, accoglienza. La stella Michelin che abbiamo ottenuto è stato frutto di tanti sacrifici e duro lavoro da parte dello chef Alessandro Martellini e del suo team. Una sfida condivisa in cui io e Bibiana abbiamo creduto molto ed è per questo che ci siamo adoperati al meglio per arrivare “alle vetta” (proprio come il nome del ristorante, Suinsom, che in ladino vuol dire “in cima”). Il numero di prenotazione dell’ultimo anno ci ha premiati».
Tornando verso sud un altro caso di successo è quello della Val D’Ega con Obereggen (a 20 minuti da Bolzano), perla del comprensorio Ski Center Latemar, a cavallo tra Alto Adige e Trentino, esempio di sviluppo ecosostenibile. Qui nel 1970 undici giovani amici lanciarono l’idea di trasformare una località sperduta, raggiungibile solo tramite una strada stretta e disagevole, in un comprensorio sciistico d’avanguardia. E così è stato. Il peso della stagione invernale sul fatturato è di circa l’80%, la società Obereggen Latemar Spa fattura 20 milioni di euro, gli sciatori sono 600 mila, le presenze invernali in tutta la Val d’Ega, pari a 370 mila posti letto occupati, generano un giro d'affari di 52 milioni di euro. Obereggen ha 53 dipendenti fissi e 105 stagionali per un totale di circa 170; con l’indotto ve ne sono ben 1900 tra società impianti, maestri di sci, alberghi, noleggi, rifugi, attività commerciali. Nella sola Obereggen, si è passati da un’unica locanda con 20 posti letto nel 1970 a 20 strutture ricettive con 850. «Lasciando intatto un concetto che si può osservare salendo ai 1550 metri di Obereggen e proseguendo verso le cime - sottolinea Siegfried Pichler, Presidente Impianti a fune Obereggen Latemar Spa - Obereggen è un meraviglioso angolo delle Dolomiti che cresce senza invecchiare perché la tutela dell’ambiente, il rispetto verso la flora, la fauna e il loro habitat sono per noi prioritari». La Val d’Ega è una delle 5 regioni italiane a ottenere la certificazione GSTC - Global Sustainable Tourism Council, organizzazione senza scopo i cui standard stabiliscono parametri di valutazione basati sulla gestione sostenibile, l’impatto socio-economico, culturale e ambientale.
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