Nelle vie dello shopping di lusso, in aumento gli affitti delle vetrine
Secondo lo Snapshot di World Capital e Federazione moda Italia, i valori annui al metro quadrato nelle principali vie dello shopping di Milano, Roma, Venezia e Firenze continuano a crescere. Servono più investimenti e meno rendite di posizione
di Laura Cavestri
3' di lettura
Non la pandemia, nè il calo dei turisti top spender riescono a mettere in crisi i canoni di locazione delle vetrine lungo le high street italiane. A scattare la prima fotografia sul 2022 (in un confronto con l’anno precedente) è lo Snapshot High-Street realizzato da World Capital, in collaborazione con Federazione Moda Italia, che ripercorre i valori del mercato immobiliare retail, con un focus sulla qualità delle principali vie italiane per lo shopping luxury.
«Emerge – ha spiegato Andrea Faini, ceo di World Capital – che a fronte delle ultime transazioni, rispetto al periodo pandemico, i canoni di locazione delle high street messe a confronto – Milano, Roma, Firenze e Venezia – hanno mostrato valori in ascesa, risultando ancora una garanzia per gli investitori».
I canoni tra Milano, Roma, Venezia e Firenze
Sul podio – e non sorprende – come sempre Via Montenapoleone, i cui canoni annui , al metro quadrato, vanno da un minimo di 11mila a un massimo di 15.150 euro, tallonata da Corso Vittorio Emanuele (da 10.200 a 15mila euro al metro quadrato annuo), Via Dante (tra 10.100 e 15.200 euro) e Via Torino (da 10mila a 15050 euro). Leggermente più staccata Via della Spiga (da 9.300 a 14.880 euro annui al mq).
A Milano segue Roma, dove i canoni di locazioni dei punti vendita si concentrano in Via Dei Condotti (da 10.300 a 15mila euro annui al mq), Via del Corso (tra 10mila e 14.900), Piazza Di Spagna (da 10.100 a 14.890), Via del Babbuino (da 10.600 a 14.440 euro) e Via Borgogna (da 10.300 a 14.450 euro annui al mq).
Ben al di sotto dei 10 mila euro , i valori che si riscontrano a Venezia e Firenze. A Piazza San Marco la “forbice” dei canoni al mq si colloca tra 4.183 e 8.996 euro annui. Seguono Campo San Bartolomeo (da 4.628 euro annui al mq a 7.612 euro) e Calle Merceria (da 2.848 a 7.266 euro annui al mq).
Infine, Firenze, dove i canoni più elevati si registrano in Via dei Calzaiuoli (da 3.030 a 8.342 euro annui al metro quadrato), in Via Via Por Santa Maria (da 2.953 a 5.044 euro) e in Via dei Tornabuoni (da 2.605 a 4.947 euro annui al metro quadro).
I fatturati calano, i canoni no
Ma come si coniugano canoni in ascesa e fatturati che risentono, ad esempio, di una ancora lenta ripresa dei turisti top spender e dell’assenza della clientela russa? Le vetrine sulle high street vanno lette come un investimento sul brand e non un costo per le aziende del fashion. «Certamente anche per le High Street – ha spiegato ieri a Mapic (la fiera del Real Estate retail che si è chiusa giovedì a Milano) Giulia Nichele, senior associate asset management di Hines – contano le strategie valide per il resto del settore. Incrementare i servizi e le “esperienze” da offrire nel punto vendita, accrescere la quota di food di qualità in prossimità dello shopping per prolungare la permanenza di chi vi si reca».
«Infine – ha concluso Matteo Minardi, managing director di Ardian – è importante che i proprietari e gestori di questi asset creino sinergie e collaborazioni con i Comuni per cofinanziare, ad esempio, una riqualificazione delle vie stesse o iniziative per migliorarne la vivibilità».
Il rapporto di World Capital e Federazione Moda Italia fotgrafa anche un altro aspetto del retail.
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