Nessuna sanzione per la collezione d’arte di Roman Abramovich
Un’inchiesta del Guardian porta alla luce i passaggi offshore della raccolta da 963 milioni di dollari dell’imprenditore russo e dell’ex moglie Dasha Zhukova per aggirare le sanzioni internazionali
di Maria Acciaro
I punti chiave
3' di lettura
Una delle costanti degli opening della Biennale di Venezia è stata, per anni, il mega yatch di Roman Abramovich ormeggiato in prossimità dei Giardini. Eclipse, questo il nome dell’imbarcazione, è un natante talmente imponente da generare ombra su gran parte della terraferma che lo circonda.
Meno nota è la ricchezza e l’ampiezza della collezione d’arte moderna e contemporanea dell’oligarca. Il 4 febbraio 2022, la struttura dell’Ermis Trust, fondato nel 2010 a Cipro con Abramovich come unico beneficiario, è stata modificata. Il Trust, che controlla la società offshore proprietaria della sua collezione d’arte, ha conferito all’ex moglie russo-statunitense di Abramovich, Dasha Zhukova, che ne deteneva il 50%, il diritto irrevocabile al 51% della distribuzione del trust. Abramovich così è stato relegato a un beneficiario di minoranza con il 49% e con un atto successivo, di fine febbraio, a non poter incrementare la sua quota. Una mossa strategica se si legge con il senno di poi, che ha anticipato le conseguenze della guerra scoppiata il 24 febbraio 2022 quando le Forze armate della Federazione Russa hanno lanciato l’offensiva militare per l’invasione dell’Ucraina. Conseguenze che hanno fatto scattare da parte dei paesi Nato sanzioni contro gli oligarchi russi sui beni detenuti all’estero.
L’arte resta fuori dalle sanzioni
Secondo le norme del Regno Unito, dell’UE e degli Usa, i beni posseduti per più del 50% da un individuo sanzionato possono essere congelati. L’imprenditore israeliano nato in Russia è stato, infatti, sanzionato dal Regno Unito e dall’Unione Europea il 10 marzo a poche settimane di distanza dalla scoppio della guerra. Non è stato sottoposto a sanzioni da parte degli Stati Uniti.
Le ammende hanno effettivamente portato al congelamento dei beni e hanno costretto Abramovich a vendere il club del Chelsea, pagato circa 140 milioni di sterline nel 2003, ma non hanno influito sullo status delle opere d’arte della collezione dal valore di 963 milioni di dollari. I dettagli sono stati recentemente rivelati da una serie di documenti trapelati dalla società di servizi finanziari MeritServus, con sede a Cipro, e pubblicati dal quotidiano britannico The Guardian. L’inchiesta analizza nel dettaglio la struttura fiduciaria segreta che amministra la collezione, definita dal Guardian: “Una delle più importanti collezioni del mondo in mani private”. In effetti, le opere che amministra attraversano l’intera storia dell’arte moderna, con dipinti dei più grandi maestri russi, europei e americani. Da Mondrian a Matisse, da Picasso a Magritte fino ad Hockney. Per anni, le opere d’arte in questione sono state conservate in uno storage a Vauxhall, vicino alle rive del Tamigi, a poche vie di distanza dalla sede dell’agenzia di spionaggio britannica MI6. I dettagli dell’inchiesta sono venuti alla luce grazie agli «Oligarch Files», una fuga di notizie proveniente dal fornitore di servizi finanziari offshore MeritServus, analizzata in collaborazione con OCCRP e altri media internazionali. MeritServus è stata oggetto di sanzioni da parte del governo britannico ad aprile, in seguito a un’inchiesta pubblicata dallo stesso The Guardian. L’ubicazione fisica della collezione non è attualmente di pubblico dominio. Non sono presenti in archivio documenti recenti che attestino prestiti di opere a musei o istituzioni internazionali. La società che si occupava delle procedure amministrative dell’Ermis Trust è stata sanzionata e i suoi canali di comunicazione sono stati oscurati. L’indagine del quotidiano britannico afferma che l’ultimo prestito pubblico risale al 2021.
Anche se i dipinti non sembrano essere soggetti ad alcun tipo di congelamento dei beni, nelle grandi retrospettive di artisti chiave della collezione, come quella di Lucian Freud alla National Gallery di Londra, le opere d’arte dell’Ermis Trust erano assenti. Come riferisce il Guardian, le sanzioni internazionali non consentirebbero quindi al Trust di contrarre prestiti. A differenza dei trust, nati dal common law inglese, le fondazioni private sono un prodotto delle giurisdizioni europee di diritto civile ed esistono da oltre un millennio principalmente per scopi di mutuo soccorso. Attualmente, però, le fondazioni di interesse privato vengono create – al pari dei family office – per proteggere il patrimonio di famiglia e per minimizzare la pressione fiscale sullo stesso. Andrew Renton, professore di curatela all’università Goldsmiths di Londra, definisce la collezione di Abramovich; “Di ottimo gusto. Se hai abbastanza soldi, puoi comprare un pezzo di storia”. Se poi, come lo yatch Eclipse, le acquisizioni finiscono per gettare nell’ombra e nascondere al pubblico le più importanti opere d’arte del ’900, non è un’altra annosa conseguenza della guerra – o della propaganda che ne deriva – ma semplicemente del diritto tributario internazionale.
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