Netflix: addio allo storico servizio di consegna Dvd. Aggiunti 1,75 milioni di abbonati
Conti trimestrali misti per il re dello streaming. Ora il giro di vite sulle password condivise. Cresce il cash flow, spesa in content stabile a 17 miliardi
di Marco Valsania
I punti chiave
4' di lettura
Netflix ha riportato un bilancio in chiaroscuro, con profitti leggermente migliori delle attese nel primo trimestre dell’anno ma ricavi che hanno altrettanto lievemente deluso. Soprattutto, in un clima di performance sotto stretta osservazione nel settore streaming, ha delineato un outlook indebolito per i tre mesi in corso: le prospettive ridimensionate nell’immediato futuro hanno fatto scivolare il titolo nelle iniziali contrattazioni after-hours, con perdite superiori al 10%, prima di un recupero. Il leader dello streaming ha aggiunto 1,75 milioni di nuovi abbonati, anch’essi tuttavia inferiori ai previsti 2,3 milioni. E ha dato l’addio definitivo al passato, scrivendo la parola fine sul business dei DVD a noleggio.
I conti
Nel periodo tra gennaio e marzo, il primo senza alla guida Reed Hastings e affidato interamente ai co-Ceos Ted Sarandos e Greg Peters, i profitti sono stati di 1,31 miliardi, pari a 2,88 dollari per azione, rispetto alle previsioni di Wall Street di 2,86 dollari. Il fatturato è cresciuto del 3,7% a 8,16 miliardi di dollari, contro gli 8,18 anticipati. L’outlook per il secondo trimestre è stato di un giro d’affari di 8,2 miliardi rispetto agli 8,5 miliardi finora indicati e di utili per azione di 2,84 dollari rispetti a 3,05.
Il tesoro del cash flow
In una nota particolarmente positiva per l’azienda, e che la differenzia da numerosi concorrenti in maggior affanno dal punto vista dell’andamento finanziario, Netflix ha riportato un free cash flow, il flusso di cassa disponibile e una delle più seguite misure della redditività, lievitato a 2,1 miliardi nel trimestre. Il valore è moltiplicato rispetto agli 800 milioni dell’anno scorso. Ha inoltre alzato le previsioni annuali del cash flow a 3,5 miliardi da 3 miliardi, più del doppio degli 1,5 miliardi del 2022.
17 miliardi di spesa di contenuto
Netflix ha previsto di continuare a spendere circa 17 miliardi di dollari in content l’anno prossimo, nel 2024, in linea con il 2023. Di recente la gara agli investimenti tra i colossi dello streaming ha dovuto fare i conti con pressioni alla riduzione dei costi e alla ricerca di redditività, pena la reazione negativa di Wall Street. Al boom dei servizi durante la pandemia ha fatto seguito un rallentamento e analisti e operatori adesso si concentrano sui profitti e perdite più che metriche di crescita. Netflix mantiene tuttavia in realtà un budget elevato e relativamente costante, anche se non più in rapida crescita come negli anni d’oro. “La concorrenza rimane intensa con così tante forme di intrattenimento”, ha fatto sapere l’azienda. Che, come numerosi rivali, ha comunque anche fatto scattare di recente riduzioni del personale, riesame di iniziative e più disciplina accanto a un nuovo servizio con pubblicità per generare maggiori entrate. Sarandon ha legato ulteriori crescita della spesa ad una marcia delle revenues, sulla quale ha detto di contare.
Lo sciopero degli sceneggiatori
Sarandos ha indicato, tra le incognite imminenti, lo sciopero possibile degli sceneggiatori a Hollywood. Il sindacato Wga è autorizzato a far scattare l’agitazione dal primo maggio, dopo un voto a favore del 98% degli oltre novemila iscritti. L’agitazione riguarda il rinnovo del contratto di lavoro con le grandi case di produzione Tv e cinematografiche e oggetto del contendere è anzitutto proprio lo streaming. Gli sceneggiatori, nell’insieme, denunciando di essere sottopagati per il content che viene distribuito su questi servizi, ormai cresciuti enormemente. “Non vogliamo uno sciopero e rispettiamo gli sceneggiatori”, ha detto il co-.Ceo di Netflix. Che ha tuttavia aggiunto come l’azienda sia preparata in caso lo stop sul lavoro avvenga, con un’ampia serie di serie tv e film già pronti. Altri colossi, da Disney e Warner Bros. Discovery, hanno già indicato a loro volta simili preparativi. L’ultimo sciopero del genere risale al 2007 e durò cento giorni, costando all’economia di Los Angeles oltre due miliardi di dollari.
Rinviato lo stop della condivisione di password
Netflix, sotto il profilo del business, ha fatto sapere che il vero lancio globale della sua nuova politica contro il cosiddetto password sharing nei paesi cruciali a cominciare dagli Stati Uniti è stato rinviato al secondo trimestre. Inizialmente era stato previsto per i primi mesi dell’anno. La svolta, per trasformare lo sharing in una possibilità a pagamento, dovrebbe rafforzare le revenue. I vantaggi per il bilancio sono tuttavia previsti al più presto per il terzo trimestre. Netflix calcola che il 43% dei suoi utenti, cento milioni, condivida le password per gli abbonamenti.
Stop al servizio di consegna Dvd a noleggio
Netflix ha infine annunciato che metterà fine da settembre allo storico servizio di invio di film su DVD a casa agli abbonati, nato 25 anni or sono. In un post sul suo blog ha ricordato come i DVD inviati per posta - in tipiche buste rosse - abbiano cambiato il modo in cui le persone guardano i contenuti a casa, dando loro la possibilità di scegliere e controllare ciò che guardano. I DVD per posta «hanno aperto la strada al passaggio allo streaming», ha dichiarato Ted Sarandos, co-direttore generale di Netflix. «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di fornire il miglior servizio ai nostri membri, ma con la continua contrazione del business questo diventerà sempre più difficile», ha dichiarato Sarandos. L’azienda chiuderà il sito web dvd.com nel corso dell’anno.
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