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Netflix, la strategia di rilancio in tre mosse. E come reagirà il mercato

Dopo i conti della trimestrale, il gigante dello streaming sembra pronto a una fase di cambiamenti. Ma rimane l’incognita sulla concorrenza

di Biagio Simonetta

Reuters

3' di lettura

La parola d'ordine, dopo i conti della trimestrale, sembra essere una soltanto dalle parti di Netflix: poteva andare peggio. Il gigante dello streaming ha perso molti abbonati nell'ultimo trimestre, ma meno di quanto si aspettassero gli analisti. Ergo: è andata male, ma poteva andare peggio. Ed è da qui che l'azienda vuole ricominciare, ammettendo (magari) che qualcosa è andata storta.

Pubblicità necessaria

Senza troppi giri di parole, sembra lampante che la visione di Reed Hastings abbia trovato intoppi durante il percorso. Il Ceo di Netflix aveva posizionato l'azienda dall'altra parte del fiume, rispetto alla Tv via cavo. Ora, invece, i piani stanno cambiando, in una specie di passo indietro necessario, e Netflix sembra aggrapparsi agli spot pubblicitari per abbassare i costi degli abbonamenti che per alcuni utenti – complice una concorrenza sempre più spietata – sono diventati troppo impegnativi. Il gigante californiano, del resto, ha ritoccato i prezzi dei suoi piani di abbonamento verso l'alto più volte, negli ultimi anni. E oggi è uno dei servizi di video streaming più costoso.

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La prima mossa, dunque, è l'arrivo della pubblicità. I nuovi piani, meno costosi ma contenenti annunci, partiranno a breve in una manciata di Paesi, per poi allargarsi a tutto il mercato. Ed è già stata siglata una partnership con Microsoft, che si occuperà di gestire le vendite degli annunci e lo sviluppo della tecnologia.

Dal batching al password sharing

Ma è chiaro che i piani di Netflix non si fermeranno all'advertising. Un altro intervento – per altro già in corso – è quello di diluire in più tempo il rilascio degli episodi delle serie Tv. Lo ha già fatto con l'ultima stagione di “Stranger Things” e con la stagione finale di “Ozark”, rilasciate in due lotti. La strategia, che è definita batching, e consente a Netflix di prolungare la vita dei suoi spettacoli più importanti, ma soprattutto di allungare i tempi di abbonamento di un utente. Quando una serie viene rilasciate in un solo slot, la maggior parte delle visualizzazioni avviene nelle prime due settimane. E secondo recenti ricerche, il numero di persone che cancellano Netflix è aumentato dell’87% rispetto a un anno fa, evidenziando come venga usato sempre più spesso l'abbonamento a tempo (quello necessario per consumare una serie).

Infine, la terza mossa: un sovrapprezzo per gli utenti che utilizzano lo stesso account per dividere i costi di abbonamento. Netflix corre ai riparti partendo dal SudAmerica, dove ha lanciato la prima soluzione: 2,99 dollari di sovrapprezzo per chi vuole condividere l'account. Una soluzione che presto potrebbe essere estesa a tutto il mercato. Anche perché il fenomeno del passowrd sharing è un salasso per Netflix (e per gli altri servizi di video streaming) e droga pesantemente il numero reale degli abbonati.

Come reagirà il mercato

Alla luce di tutto questo, per Netflix c'è da riconquistare la fiducia del mercato. Il titolo, dopo i risultati della trimestrale, ha brindato a Wall Street, guadagnando oltre il 6% e volando sopra i 200 dollari. Il passivo, rispetto ai massimi di novembre 2021, rimane ancora enorme, e forse incolmabile. Solo da inizio anno, le azioni hanno perso il 61% del loro valore, e la concorrenza è agguerritissima. Ma il nuovo corso potrebbe essere appena iniziato. E per il servizio di video streaming più importante al mondo potrebbe esserci un secondo tempo.


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