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Elon Musk: il primo chip nel cervello umano è in arrivo. Neuralink cerca volontario

La società di mister Tesla pronta a impiantare il suo dispositivo su un essere umano. Ma stavolta non sarà come una nuova auto elettrica

di Biagio Simonetta

Neuralink, Musk annuncia il via libera Fda per inserire chip nel cervello umano

3' di lettura

È forse la sfida più grande della carriera di Elon Musk. E no, non è un lancio spaziale o una nuova auto elettrica. Ma un intervento chirurgico al cervello. Sì, proprio così: un intervento chirurgico.

Perché la Neuralink Corp., società di ricerca scientifica di proprietà di mister Tesla, è pronta a innestare il primo chip a un paziente umano. Anzi, da qualche settimana è alla ricerca di un volontario che si sottoponga all’intervento. Possibilmente un paziente under 40, coi quattro arti paralizzati.

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Qualcuno disposto a farsi rimuovere un pezzo del cranio da un chirurgo in modo che un grande robot possa inserire una serie di elettrodi e fili supersottili nel cervello. Quando il robot avrà finito, il pezzo mancante del teschio sarà stato sostituito con un micro-computer delle dimensioni di una moneta. Un dispositivo che avrà un compito ben preciso: leggere e analizzare l’attività cerebrale della persona, quindi trasmettere queste informazioni – in modalità wireless - a un laptop nelle vicinanze.

L’obiettivo di Neuralink

L’obiettivo di Neuralink, con questo primo intervento, è dimostrare che il dispositivo può raccogliere in modo sicuro dati utili dalla parte del cervello – la corteccia premotoria - che gestisce braccia e mani del paziente. E poi convertire i pensieri di una persona in una serie di comandi che un computer possa comprendere.

Va detto che diverse aziende e gruppi di ricerca hanno già creato impianti che possono aiutare i pazienti a svolgere compiti di base con il pensiero, come fare clic sugli oggetti su uno schermo con un cursore. Neuralink ha fatto promesse molto più aggressive, come nello stile di Elon Musk.

Inseguendo Matrix

Tipo ipotizzare che a breve possano esserci cliniche, un po’ ovunque, capaci di sottoporre pazienti a interventi del genere, capaci di creare individui ibridi (uomo-macchina) nel giro di 15 minuti. Cyborg in grado di scaricare la conoscenza come fa Keanu Reeves in Matrix o di caricare i loro pensieri in un archivio, o anche in altri cervelli. «Sembrerà piuttosto strano, ma alla fine raggiungeremo la simbiosi con l’intelligenza artificiale», ha detto Musk in quella prima demo del 2019. Una promessa enorme, a pensarci bene. Perché a differenza di tutte le altre visioni del magnate di origini sudafricane, stavolta c’è di mezzo la salute umana. E benché Musk abbia spesso sorpreso per le sue idee vincenti, innestare un chip nel cervello delle persone, sembra abbastanza diverso dal proporre al mercato una nuova auto elettrica, o un viaggio su Marte grazie a nuovi propulsori spaziali.

Speranze e preoccupazioni

La sperimentazione di Neuralink corre veloce, tanto che l’innesto su essere umano sembra adesso questione di giorni. In questi anni, i vari gruppi per i diritti degli animali hanno accusato la società di crudeltà nei confronti delle scimmie, dei maiali e degli altri mammiferi su cui finora sono stati testati gli impianti. Eppure, se il sistema ideato funziona come previsto dagli scienziati che ci lavorano, le iterazioni successive potrebbero migliorare, in modo miracoloso, la vita di milioni di persone che soffrono di paralisi, ictus, morbo di Lou Gehrig e perdita dell’udito e della vista.

Musk ha co-fondato Neuralink nel 2016 con sette scienziati. L’investimento iniziale, per mister Tesla, è stato un assegno da 100 milioni di dollari. Ma ben presto la società ha raccolto l’entusiasmo dei venture capitalist. Neuralink ha raccolto più di 500 milioni di dollari, 280 milioni solo nel 2023. In attesa del primo chip nel cervello di un uomo, sembra già un buon affare.

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