Nexi: «Puntiamo a valorizzare scala europea, Italia Paese chiave, saremo chirurgici nell'allocare il capitale»
Parla Marco Ferrero, chief regional officer per l'Italia. Di recente il gruppo ha pubblicato i dati del 2022 chiuso con un utile vicino a 700 milioni e guidance confermata
di Simona Rossitto
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - «La nostra strategia è finalizzata a valorizzare la nostra scala europea, ma rimanendo sempre vicini ai nostri clienti e partner in tutte le geografie in cui operiamo». Così Marco Ferrero, chief regional officer Italy di Nexi, commenta la recente partnership con Sabadell in Spagna, nell'intervista a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e di Digit'Ed, gruppo attivo nella formazione e nel digital learning, poco dopo la diffusione dei dati del 2022, risultati in linea con le attese. Ferrero aggiunge che il gruppo sarà chirurgico e rigoroso «nell'allocazione del capitale, così da rafforzare il nostro ruolo di pay tech focalizzata nella diffusione e nell'accelerazione dei pagamenti digitali in Europa». Intanto, per il mercato di riferimento dei pagamenti digitali, Nexi vede «buone prospettive di crescita anche in futuro, e un'indicazione in tal senso arriva dal +15% di transazioni» registrato nel 2022. Il gruppo, l'anno scorso ha realizzato un utile vicino a 700 milioni e guidance nelle attese.
Nexi ha chiuso il 2022 con un utile in aumento del 15,1% sull'anno precedente, che prospettive vedete nel mercato dei pagamenti digitali in Italia?
Il 2022 è stato un buon anno nonostante il contesto economico incerto e la situazione macroeconomica complessa: come Nexi abbiamo consolidato la traiettoria di crescita a livello europeo, come dimostrano i risultati finanziari appena comunicati al mercato, con ricavi a oltre 3 billion in aumento del 7,1% sul 2021, e come testimoniano le partnership che abbiamo chiuso con successo durante l'anno, come quella con Bper in Italia o con Alpha Bank in Europa. Il nostro mercato di riferimento, quello dei pagamenti digitali, crediamo abbia buone prospettive di crescita anche in futuro, e un'indicazione in tal senso arriva dal +15% di transazioni che abbiamo registrato nell'ultimo periodo, in particolare grazie alla progressiva ripresa dei consumi post Covid e al ritorno del turismo, anche straniero, nel nostro Paese.
Che differenze si riscontrano ancora rispetto ai mercati degli altri principali Paesi europei?
Il mercato italiano ha delle specificità che lo rendono diverso dai mercati del Nord Europa, in cui i pagamenti digitali sono un gesto quotidiano per qualsiasi spesa, ma ha molte similitudini con i mercati di Spagna e Germania in cui, pur essendo ancora un ampio utilizzo del contante, la velocità di crescita dei pagamenti digitali è doppia rispetto ad altri Paesi. Una testimonianza in tal senso arriva dai recentissimi dati pubblicati dall'Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano in base ai quali i pagamenti digitali in Italia hanno sfiorato, nel 2022, i 400 miliardi di euro. Si consideri che oggi il 40% dei consumi nel nostro Paese viene pagato con strumenti di pagamento digitale. A questa crescita ha concorso senza dubbio la pandemia: negli ultimi 3 anni, infatti, la penetrazione dei pagamenti digitali ha subito un'accelerazione paragonabile a quello che prima del covid sarebbe avvenuta in almeno 6 anni. Questo incremento è dovuto anche alla crescente esigenza da parte di consumatori, esercenti e Pa di semplicità e versatilità d'uso, efficienza e sicurezza, tutti elementi garantiti dai digital payments.
Uno dei settori più promettenti, secondo gli ultimi dati, è quello dei pagamenti con il telefonino. Avete nuovi prodotti o soluzioni in vista?
I pagamenti con smartphone in negozio sono in fortissima accelerazione: nell'ultimo anno sono cresciuti di oltre del 120 per cento. In Nexi, abbiamo registrato un aumento di oltre il 50% delle carte registrate su wallet di pagamento: questo accade perché pagare con carta virtualizzata su smartphone è più semplice, immediato e sicuro per cittadini ed esercenti. Inoltre, il pagamento con smartphone aiuta a ridurre le code nei negozi e semplifica l'acquisto, elementi che contribuiscono in modo sostanziale a una migliore efficienza dell'intero sistema sia verso esercenti e aziende, sia verso la pubblica amministrazione. Sicuramente, in futuro, ci saranno importanti novità anche su questo fronte, perché è chiaro che il mercato va anche in questa direzione.
Con la crescita dell'economia digitale, compresi i pagamenti, ci sono timori crescenti sul fronte della sicurezza informatica. Che tipo di nuove soluzioni si potrebbero implementare?
E' ormai universalmente riconosciuto che i pagamenti digitali sono non solo più comodi e veloci, ma anche molto più sicuri del contante. Negli ultimi anni normativa e tecnologia hanno di fatto permesso di fare passi avanti importanti proprio per garantire la massima sicurezza delle transazioni e per assicurare che chi sta effettuando un pagamento sia realmente il titolare dello strumento utilizzato. In questo senso, il riconoscimento biometrico è sicuramente una delle grandi rivoluzioni di questo decennio. E' però fondamentale un contributo attivo di tutti gli attori del sistema, a partire dagli operatori specialistici come noi, affinché si diffonda sempre di più un uso consapevole e appropriato delle nuove tecnologie.
Di recente avete siglato una partnership in Spagna con Sabadell, guardate ad altre operazioni in Italia? Quali i settori a cui guardate con più interesse?
La nostra strategia è finalizzata a valorizzare la nostra scala europea, ma rimanendo sempre vicini ai nostri clienti e partner in tutte le geografie in cui operiamo. La partnership con Sabadell, recentissima, va in questa direzione permettendoci di entrare in un mercato attrattivo come quello spagnolo. Certamente saremo molto chirurgici e rigorosi nell'allocazione del capitale, così da rafforzare il nostro ruolo di pay tech focalizzata nella diffusione e nell'accelerazione dei pagamenti digitali in Europa, attraverso innovazione e servizio eccellente, elementi su cui manteniamo una capacità di investimento ai massimi livelli di mercato.
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