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Nexi ai minimi storici sul ko della olandese Adyen, -14% ad agosto

di Andrea Fontana e Giuliana Licini

(Bloomberg via Getty Images)

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor ) - Nexi tocca i nuovi minimi storici scontando il ko della piattaforma olandese Adyen dopo i conti semestrali. Per Nexi non si arresta la flessione in Borsa che dalla pubblicazione dei risultati trimestrali - peraltro nelle attese e accompagnati dalla conferma della guidance 2023 - ha raggiunto il 14%. Nello stesso periodo il FTSE MIB di Piazza Affari è arretrato del 5,5%. Il titolo del gruppo dei sistemi di pagamento è il peggiore a Milano, dove ha toccato un minimo da 6,6 euro, ma in Europa anche il suo concorrente francese Worldline soffre il caso Adyen e perde a Parigi (-14% circa in agosto). La piattaforma olandese ha registrato conti inferiori al consensus nel primo semestre soprattutto a livello di margini operativi per i maggiori costi dovuti agli stipendi. Gli analisti di Ubs hanno sottolineato anche la deludente performance nel segmento digitale soprattutto in Nord America rispetto a un anno fa.

Al di là del caso Adyen comunque, osservano gli analisti, i titoli del settore in questi mesi si sono rivelati molto sensibili al tema dei tassi di interesse con le possibili conseguenze sulla frenata dell'economia e dei consumi. Con i verbali dell'ultimo meeting di politica monetaria, la Federal Reserve ha evidenziato la propria persistente preoccupazione per l'andamento dei prezzi negli Usa facendo ipotizzare nuove strette monetarie mentre i timori per l'andamento dell'economia in Europa aumentano dopo l'ingresso in recessione tecnica dell'Olanda che segue quello della Germania.

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Alla Borsa di Amsterdam, intanto, si fa più precipitosa la caduta di Adyen dopo i conti semestrali nettamente sotto le attese degli analisti e della stessa società. Il titolo del gruppo olandese con la flessione di gran lunga peggiore dell'intero indice Stoxx Europe 600. «Il mercato sta bruciando uno dei suoi idoli», commenta un operatore. A dare fuoco alle polveri è stato in particolare il calo della redditività operativa del gruppo che fornisce servizi di pagamento a numerose piattaforme online, tra cui Netflix, Meta Platforms, Microsoft Corp- e Spotify. L’Ebitda del semestre è diminuito a 320 milioni (-10% sullo stesso periodo dello scorso anno), ben al di sotto dei 386 milioni attesi in media dagli analisti. Il margine Ebitda è calato al 43% dal 59% e contro il 48,6% prospettato dal consensus.

A pesare – ha indicato l’azienda – è stato principalmente l’aumento dei costi legati ai dipendenti (+80% a 286 milioni), soprattutto per le nuove assunzioni di personale (salari a 247 milioni da 135 milioni). Nell’insieme le spese operative sono aumentato del 66% a 460 milioni, mentre si «prepara il rafforzamento dimensionale di Adyen». Il gruppo si dichiara quindi fiducioso «sui vantaggi nel lungo termine della rapida costituzione della nostra equipe e accettiamo consapevolmente il suo impatto a breve termine». Beneficiando d’altro canto di redditi finanziari netti per 94 milioni (contro 28,7 milioni nella prima metà dello scorso anno) grazie agli «introiti da interessi sulla liquidità detenuta presso banche partner e istituti centrali», l’utile netto è stabile a 282,2 milioni. A deludere è stato però anche il fatturato, che è aumentato del 21% a 739 milioni di euro, mentre Adyen prevede una crescita di oltre il 25% a medio termine. Il dato è stato «influenzato dal cambiamento del contesto economico, dalla concorrenza sui prezzi nel settore», ha spiegato la società.

«In alcuni settori l’attività è cresciuta a un ritmo più debole del previsto», hanno dichiarato il co-ceo e fondatore P. W van der Does e il co-ceo I.J Uytdehaage, in una lettera agli azionisti, citando il rallentamento in Nord America e in particolare la forte concorrenza negli Stati Uniti, dove il gruppo è in competizione soprattutto con PayPal. «Non vediamo sviluppi significativi che abbiano strutturalmente cambiato nel primo semestre le nostre opportunità di medio-lungo termine. Sappiamo che la crescita non è sempre lineare e ribadiamo di nostri obiettivi finanziari», concludono i top-manager di Adyen nella loro lettera. I target restano così di una crescita superiore al 25% nel medio termine per il fatturato e di un miglioramento del margine Ebitda verso il 65% nel lungo termine.

«Tutti gli indicatori chiave sono sotto il consensus, con un grosso gap a livello dei margini», commentano gli analisti di Alpha Value. «La clientela digitale del Nord America si è concentrata sulla riduzione dei costi più che sulla crescita», notano gli esperti di Kbc, che vedono d'altro canto tra gli elementi positivi la resistenza dell’utile netto grazie al risultato finanziario. «Poiché Adyen è giuridicamente una banca e il risultato finanziario è alimentato dalle liquidità in bilancio provenienti dai flussi dei pagamenti, riteniamo che si tratti di una parte inerente all’attività», precisano gli analisti. Restano ottimisti gli esperti di Jp Morgan, che continuano a consigliare l’acquisto del titolo Adyen con un obiettivo di prezzo invariato a 1.850 euro.

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