Nico Vascellari, l’arte del dialogo col pubblico
Per scelta, dal 2015 non ha una galleria che lo rappresenti. l’artista, tra i più interessanti nell’ambito della performance art, racconta la gestione diretta del proprio lavoro
di Francesca Guerisoli
I punti chiave
5' di lettura
L'opera d'arte non come gesto privato, non come azione solitaria, ma che si attiva nello sguardo, nell'ascolto e nel corpo dello spettatore. L'azione artistica, come in chimica, è capace di attivare le energie vicine e lontane, anche attraverso il web, di innescare reazioni e contro reazioni. Come le performance di Nico Vascellari, nato a Vittorio Veneto nel 1976, ma di base a Roma, riconosciute come tra le più interessanti a livello internazionale. Dal 2007 al 2019, il Maxxi ha acquisito diversi suoi pezzi, a partire dalla grande installazione «Revenge» (2007), opera con la quale partecipò alla 52a Biennale di Venezia e vinse il Premio per la Giovane Arte Italiana, riattivata in occasione della mostra personale.
Oltre al Maxxi, i suoi lavori sono presenti nelle collezioni del Museion di Bolzano, che ha un’opera legata alla performance «Lago Morto» del 2009, la Julia Stoschek Foundation di Dusseldorf, il Musac Museo de Arte Contemporàneo de Castilla y Leòn di Leone Castello in Spagna, il Macro di Roma e il Museo del Novecento di Milano. Attualmente Vascellari è presente con due opere alla 58 Biennale di Belgrado, in corso fino al 22 agosto, ed è stato l’unico artista italiano invitato all’ultima Biennale di Lione (2019).
Performance, opere e prezzi
Vascellari è noto per le sue performance che creano disagio, prima ancora che nel pubblico, nell’artista stesso. Sono inconfondibili, saldano musica e arti visive creando situazioni imprevedibili, surreali e irripetibili, come la serie-tour «Lago Morto», di cui la tappa per la Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti di Camogli (2011) vide i collezionisti e i loro amici “pogare” con i più giovani a ritmo di rock punk. L’artista non ripropone mai una performance: “In linea di massima sono contrario all’idea, non in se per sé, ma per il modo in cui io lavoro con la performance, che è molto basato sull’idea di imprevedibilità, di rischio, di improvvisazione. L’idea di riproporre un momento non mi sembra interessante. L’unica performance che è stata rifatta, perché permetteva una differenziazione dall’esperienza, è «I Hear a Shadow» del 2009, pensata per uno spazio a Milano e poi riproposta alla galleria Bugada & Cargnel di Parigi, a Le Confort Modern a Poitier e, infine, al Museion, in occasione della mia personale”.
Le performance di Vascellari prevedono un fee di base di 35mila euro e non sono acquistabili. Si possono però acquisire diversi oggetti prodotti dalle performance, come video, sculture, fotografie, neon, opere sempre pensate per essere autonome, funzionanti al di là della presenza dell’artista e dell’azione stessa. I lavori su carta hanno un costo che parte da 5mila euro, le sculture vanno da 4mila a 180mila euro, i video da 10mila a 30mila euro, pittura e opere a parete da 15mila a 40mila euro e i neon da 12mila a 40mila euro.
La gestione diretta del lavoro
Negli anni, Vascellari è stato rappresentato da diverse gallerie, sia in Italia sia all’estero (Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti). Dal 2015 l’artista ha deciso di interrompere ogni relazione e il suo lavoro è tutto autogestito: “Non escludo categoricamente la possibilità di collaborare con gallerie. Negli ultimi anni ho esposto, ad esempio, con gallerie come Plan B (Berlino), A Gentil Carioca (Rio De Janeiro) e König Galerie (Berlino). Ciò su cui ho focalizzato l'attenzione negli ultimi anni è stato di rivendicare la mia totale indipendenza sia poetica che economica producendo autonomamente progetti ambiziosi e non necessariamente commerciali, rafforzare il rapporto con le istituzioni e veicolare progetti in totale autonomia, come per esempio con «DOOU» (2020, performance che ha realizzato quasi 70mila visualizzazioni durante la diretta su YouTube) e «IONOI» (2021).
” Per avere informazioni sulle sue opere ci si può rivolgere allo Studio Vascellari, che si occupa anche delle trattative, dei trasporti e di ogni aspetto legato all’opera. Come le performance, anche i lavori oggettuali sono pervasi dalla sensazione di disagio; attualmente si possono osservare diversi oggetti dell’artista nella sua personale in corso a Roma alla Fondazione Nicola del Roscio, curata da Pier Paolo Pancotto, in cui l’artista presenta sculture e istallazioni concepite anche diversi anni fa ma solo ora realizzate.Lo Studio Vascellari è impegnato anche nella riedizione dei certificati di autenticità delle opere che sono state acquistate dal 2002 al 2015, seguendo un’archiviazione nuova. Una necessità duplice, nata da un lato per offrire al collezionista e alle istituzioni un servizio che certifichi l’opera acquisita, dall’altro per far sì che il catalogo sia ben strutturato.
“Nel corso degli anni ho visto vendere delle cose assurde, inclusa la pagina di un catalogo strappata nella quale avevo fatto una dedica corredata da un disegno e quindi l’avevano incorniciata come se fosse un disegno. Ho visto fare di tutto”.
Non solo Vascellari: Codalunga
Vascellari non è solo un artista. Su sua iniziativa, nel 2005 è nato Codalunga, uno spazio espositivo a Vittorio Veneto, piccolo paese di provincia di cui è originario, a cui si è aggiunto un e-commerce che finanzia mostre e interventi di artisti, oltre a produzioni proprie, come «IONOI», l’ultima serie di performance che, nell’aprile scorso, ha portato la band di cui fa parte, Ninos du Brasil, esibirsi in appartamenti privati lungo tutte le regioni italiane. Nell’ultimo anno, i dati sull’espansione della community di Codalunga e le ricadute sulla vendita on-line sono notevoli: l'incremento dei follower sui social è del 300% (nell'ultimo mese, grazie a «IONOI», le visualizzazioni sono salite del 54,9%); quello dei prodotti/edizioni acquistati da Codalunga è del 468% rispetto al precedente, con circa 10.000 prodotti venduti. L’edizione andata per la maggiore è il poster “Chiude l'Italia” (40 euro/cad.). Popolari anche le magliette, che abbiamo visto indossare nei mesi scorsi da star come Tilda Swinton, Chiara Ferragni e Emma Marrone, concepite da Vascellari e prodotte da Codalunga, che recano gli anagrammi di Dream/Merda, Resist/Sister, Santa/Satan (50 euro/cad.) e i medesimi anagrammi prodotti in neon da Seletti (390 euro/cad.). L’anno scorso, in pieno lockdown, Codalunga è stato in grado di produrre la performance «DOOU», 24 ore di azione in diretta sul canale Youtube di Codalunga, che si è ampiamente finanziata attraverso la vendita online di edizioni legate a quel progetto. Inoltre, ha co-finanziato l’ultima performance, «IONOI», che a settembre diventerà un documentario grazie alla partnership con The Apartment, Gruppo Fremantle, casa di produzione di serie tv, e al sostegno di chi, da casa, ha aderito al progetto acquistando t-shirt e cartoline.Al di là del mondo dell’arte.
Oltre l’arte
Il desiderio di Nico Vascellari è di portare il suo lavoro a tutti, ben oltre il mondo dell’arte. Se lo spazio Codalunga, con le sue vetrine su strada, impone un confronto con un pubblico fatto, soprattutto, da anziani di un paese, il canale Youtube e l’ausilio di figure dello star-system per promuovere le performance va in quella stessa direzione di apertura a pubblici non selezionati. In occasione di «DOOU», “il canale Youtube è stato concepito come una vetrina e per far sì che il pubblico che avrebbe seguito la performance non fosse solo quello del mondo dell’arte ho pensato che fosse interessante invitare persone, amici e sostenitori del mio lavoro e creare un engagement, un invito ai propri follower per seguire la performance. L’idea era ancora una volta di esporsi a un pubblico che con ogni probabilità non avrebbe compreso il lavoro ed eventualmente lo avrebbe potuto screditare. L’importante per me è non limitare mai, bensì cercare il più possibile di espandere il pubblico, anche ponendomi in situazioni di disagio continuo. In questo caso, mentre stavo performando non leggevo la chat, però so che era molto molto animata anche da detrattori. Avrei potuto far sì che quella chat non fosse visibile; avrei potuto inibire la possibilità di avere una chat in diretta. Ma per me era interessante proprio quello, il fatto di essere esposto, di essere completamente nudo e vulnerabile di fronte alle persone”. Parola di Vscellari.
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